Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Nadir
Anno: 
2011
Line-Up: 

Eric Di Donato - Drums 

Ian Binetti - Guitars 

Jacopo Battuello - Vocals 

Federico Tinivella - Bass

Tracklist: 

1. Punishers of No One Sin  01:08   

2. Hit the Mass  05:08  

3. Craving  04:32  

4. No Prejudice  04:36  

5. Cynic Apnea  04:53  

6. I Clean My Mind Imploring for Coma  03:50  

7. About Me  04:33  

8. Destroy to Survive  06:28  

9. Livid Taste  04:42  

10. Black Propaganda / The Prophet of the Gore  11:38

Black Propaganda

Black Propaganda

I Black Propaganda sono un quartetto di Torino che ha unito le forze nel 2007. Nella loro biografia leggo che le influenze incanalate nei loro strumenti prendono da nomi quali Carcass, Pantera, Entombed e Sepultura al fine di creare uno stile che ora andremo a descrivere grazie al loro omonimo debutto ufficiale, prodotto dalla Nadir Music di Trevor (Sadist). Le tematiche affrontate dal gruppo chiamano in causa la falsità del genere umano e la sua psiche, il tutto condito da tanto rancore.

Il disco consta di dieci canzoni per una durata totale di cinquantuno minuti. Molta carne al fuoco, quindi. Dopo una breve, inquietante introduzione, un urlo selvaggio ci perfora le orecchie e ci introduce ai blast beats di una violenta Hit the Mass. Le influenze thrash metal vengono filtrate attraverso bordate death metal e tanto groove debitore degli anni 90. Insomma, le succitate band rivivono già alla grande. Da subito, però, si può anche notare come la produzione sia alquanto scarna e poco potente. I suoni sembrano distanti e troppo bassi di volume per un gruppo che pesta alla grande. La batteria forse suona troppo sintetica anche se i ritmi marziali che compaiono sovente si sposano molto bene con questa produzione. Le linee vocali sono aspre e fortemente debitrici del metalcore grazie a diverse timbriche che non vanno mai a raggiungere tonalità estreme ma che si limitano, invece, a ripercorre la strada che Darkane e Soilwork avevano già segnato anni fa.

Il grande lavoro delle chitarre sicuramente è da lodare perché riesce a donare un tocco molto oscuro alle composizioni e spesso le linee soliste si lanciano in estese sezioni raggelanti, specialmente se piazzate in modo da rompere le prolungate sezioni in tempi veloci che caratterizzano il disco. A tal proposito citerei le violente Craving  e No Prejudice le quali, tuttavia, mostrano anche alcune inflessioni leggermente più accessibili quando le linee soliste delle chitarre decidono di farsi notare. Per ascoltare un episodio più ragionato bisogna aspettare Cynic Apnea la quale tuttavia non perde nulla in termini di intensità grazie a vocalizzi estremi e svariati cambi di tempo uniti ad un’atmosfera tenebrosa. Le influenze metalcore vengono maggiormente allo scoperto nel riffing groove di I Clean My Mind Imploring for Coma, canzone molto interessante anche per i numerosi fraseggi di chitarra che la caratterizzano.

Dopo la fucilata di About Me, troviamo una Destroy To Survive dall’inizio molto lento e decadente che presto si tramuta in violenza. Il riffing rimane in qualche modo molto cupo e mai eccessivamente diretto tra questo gioco di chiaroscuri. Ottimo il tocco epico di Livid Taste, canzone con molta più atmosfera presente, almeno nella prima parte, prima che gli inquietanti discorsi di Hitler facciano da sottofondo alla brutale accoppiata finale Black Propaganda / The Prophet of the Gore. Le influenze thrash metal tornano ad essere più chiare e tangibili per un saluto finale all’insegna dei fuochi d’artificio. Insomma, un debutto promettente da parte di questa giovane band. La potenza, la tecnica e le idee sono dalla loro ed ora bisogna solo aspettare che la voce si diffonda.

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