Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Emanuele Telli - tutti gli strumenti



Tracklist: 

1. ...and the Petals Fell... (09:04)

2. Il Perverso Gusto dell'Oscurità (05:42)

3. Black Eternity Pt. I: The Whispers (05:56)

4. Black Eternity Pt. II: The Dance (02:30)

5. 20/08/2003 (03:56)

Black Eternity

...and the Petals Fell...

I Black Eternity sono una one-man band di Viterbo, nata dalla mente di Emanuele Telli all’inizio del 2000: dopo la prima demo omonima, pubblicata nel 2002, giunge il consecutivo …and the Petals Fell che, come il precedente, cerca di racchiudere al suo interno tutta la depressione e le sensazioni più cupe e negative dell’animo umano, in una musica senza apporti ritmici o vocali, un genere che spazia dal Dark-Wave fino all’Ambient, per culminare nel sinfonico, in un misto classificato come Death-Wave.
…and the Petals Fell
si compone di cinque tracce, contraddistinte da un sound inquietante e malinconico, preannunciate dalla copertina della demo, che ritrae un’ala porticata di un cimitero.
E’ interessante notare come nel booklet siano stati inseriti dei testi, connessi con il significato di ogni canzone: sono liriche che non vengono riprodotte sotto forma di cantato, ma che devono essere lette e comprese durante l’ascolto di ciascun brano.

Il primo pezzo di apertura, …and the Petals Fell, è composto dall’unione di timbri molto diversi tra loro, che creano un’alternanza di parti vuote strumentalmente, ad altre più sinfoniche: uno xilofono, che propone ripetutamente il medesimo tema, è accompagnato gradualmente da minacciosi archi e choir di sottofondo, elementi fondamentali per conferire l’atmosfera inquieta e mesta al tempo stesso, che caratterizza l’intera opera: questa triste ninna-nanna non si placa per più di nove minuti, rappresentando al meglio le percezioni di morte e di dolore che vogliono essere manifestate silenziosamente da una tacita marcia funebre.
Un uguale registro compositivo è impiegato da Emanuele Telli in tutte le tracce, su cui non occorre soffermarsi tanto quanto sui testi: vere poesie di solitudine, desolazione e oscurità circondano l’ascoltatore ed echeggiano nella memoria per la loro straordinaria e sinistra efficacia.

Ma più ci si addentra all’interno della dimensione negativa, più è facile notare come il lavoro sia ripetitivo, monotono e stancante a tratti. Sicuramente Telli dimostra buona capacità nel concretizzare le emozioni provate durante l’elaborazione di ciascun brano; tuttavia il progetto Black Eternity dovrebbe cercare una varietà sonora più ampia, non rimanendo ancorato a canzoni di stampo molto simile l’una all’altra. In ogni caso pone basi convincenti per future pubblicazioni, forse meglio costruite e più coinvolgenti.

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