Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Silver Arrow
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Chris Robinson - voce, armonica
- Rich Robinson - chitarra
- Luther Dickinson - chitarra
- Steve Gorman - batteria
- Adam MacDougall - tastiere
- Sven Pipien - basso

Tracklist: 

1. Goodbye Daughters Of The Revolution
2. Walk Believer Walk
3. Oh Josephine
4. Evergreen
5. Wee Who See The Deep
6. Locust Street
7. Movin' On Down The Line
8. Wounded Bird
9. God's Got It
10. There's Gold In Them Hills
11. Whoa Mule

Black Crowes, The

Warpaint

Tra i pochi esponenti rimasti ad oggi di quel southern rock che ebbe la sua massima espansione negli anni ‘70, i Black Crowes si possono considerare forse i più autentici e credibili protagonisti di questo genere, insieme a pochi altri gruppi come i Gov't Mule, tanto che il loro rock fortemente intriso di blues ha da sempre avuto quel gusto tipicamente settantiano, sempre così lontano da qualsiasi pretesa di originalità ed innovazione.
Sono passati ben sette anni dal precedente e modesto Lions, sette anni caratterizzati da vari avvenimenti ed incomprensioni nei rapporti tra i fratelli Chris e Rich Robinson, carriere soliste, allontanamenti e riavvicinamenti, vicissitudini personali, tutti eventi che uniti alla scarsa vena che li aveva colpiti di recente, avevano lasciato presagire una imminente fine per la band americana, che invece, dopo aver rimpinguato la rosa con il chitarrista Lucker Dickinson, che prende il posto di Marc Ford, ed il tastierista Adam MacDougall, sforna un nuovo album che sembra riportarli direttamente in quei primi anni '90 che hanno segnato i loro esordi e la loro convincente affermazione, ed indirettamente a quegli anni '70 in cui i loro antenati ZZ Top, Allman Brothers Band e compagnia bella, avevano impresso un corso ben preciso alle sonorità rock e blues del continente americano.

Warpaint infatti è un disco di autentico southern rock, come quelli di una volta, reso possibile anche dal loro sentirsi liberi da ogni obbligo ed ogni calcolo, soprattutto perché liberi da contratti con le major, infatti questo nuovo disco esce per la loro label Silver Arrow. Il loro southern si muove tra arroventate atmosfere blues, ballate folk/country che fanno ripensare a Neil Young, accenni soul e persino gospel, questi ultimi particolarmente chiari ed udibili nel blues di God's Got It, una cover di Charlie Jackson.
Sono però le rappresentative Goodbye Daughters Of The Revolution e Walk Believer Walk ad aprire la nuova release dei Corvi Neri, rappresentative proprio perché da sole bastano ad esplicare il senso che termini come rock e blues assumono per la band dei fratelli Robinson, grazie ad un sound in cui forte riecheggia la lezione dei maestri ZZ Top, ma presto l'album assume nuove e variegate sfumature, che mostrano un approccio più posato, intimista ed anche nostalgico del gruppo americano, come le ballate Oh Josephine, nostalgica ed al contempo quasi gioiosa, e There's Gold In Them Hills, quest'ultima un po' spenta ad onor del vero, oppure il folk retrò ma un po' inespressivo di Evergreen o ancora il folk/country della bellissima Locust Street, mentre in Wee Who See The Deep si respira l'antico odore delle origini rock dei Creedence Clearwater Revival.

Con Warpaint, nonostante esso manchi di continuità, alternando pochi episodi deboli ad altri più validi, ritorna il suono genuino ed autenticamente retrò dei Black Crowes, una riscoperta delle origini del rock americano o se si vuole soltanto un recupero della tradizione. Rimane il fatto che si sente tutta l'autenticità di un sound legato alle sue radici, alle jam session e a quello spirito selvaggio e libero tipico delle aride distese che si estendono ai lati del Mississipi, tra la Louisiana e la loro Georgia.


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