Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Etichetta: 
Victory Records/Venus
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Tommy Giles Rogers Jr. - voce e tastiere
- Paul Waggoner - chitarra
- Dusty Waring - chitarra
- Dan Briggs - basso
- Blake Richardson - batteria

Guests:
- Adam Fisher - voce nella sesta traccia


Tracklist: 

1. Foam Born (A) The Backtrack (02:13)
2. (B) The Decade Of Statues (05:20)
3. Informal Gluttony (06:47)
4. Sun Of Nothing (10:59)
5. Ants Of The Sky (13:10)
6. Prequel To The Sequel (08:36)
7. Viridian (02:51)
8. White Walls (14:13)

Between The Buried And Me

Colors

Che i Between The Buried And Me non fossero una band convenzionale lo sapevamo fin da principio, fin da quando, cioè, il combo della North Carolina diede alle stampe il suo debutto discografico. Per chi ancora non li conoscesse, i Between The Buried And Me nascono nel 2000 a Winston-Salem, per volere di cinque ragazzi assolutamente fuori dal comune, amanti di sonorità particolari e spesso contrastanti. Di quella formazione, oggi, restano soltanto le menti, vale a dire il singer e frontman Tommy Rogers e l’estroso chitarrista Paul Waggoner. Nel giro di questi sette anni i Between The Buried And Me si sono meritatamente ritagliati un proprio spazio all’interno della scena statunitense, grazie soprattutto ad una serie di validissime pubblicazioni. Ultima in ordine cronologico è Colors, quinto studio album del complesso nordamericano che segue di due anni la pubblicazione del devastante Alaska. A cavallo fra i due full length, nel 2006, è uscita inoltre una raccolta di cover (di per sé non eccezionali) che ci ha permesso di conoscere quali artisti abbiano influenzato nel tempo la carriera dei Between The Buried And Me, giunti ormai alla definitiva maturità proprio con Colors.

Prodotto dall’onnipresente Victory Records, Colors si attesta fin da subito quale lavoro assolutamente unico. A partire dalla splendida copertina, passando per i titoli delle varie tracce, fino a quello che più conta: la musica. L’ascolto di Colors non è dei più accessibili, basti pensare alla durata di alcune tracce (otto, dieci, persino quattordici minuti), e ciò non può che rendere l’album un prodotto di nicchia, adatto soltanto a chi già possiede una certa dimestichezza con opere di questo tipo. I fan dei Between The Buried And Me sanno comunque cosa aspettarsi da Colors, anche e soprattutto perché la band americana, in questi anni, non ha mai rivoluzionato il proprio sound, optando invece per una crescita costante ed inarrestabile. Il primissimo approccio con l’album potrebbe portare quindi l’ascoltatore a ritenere Colors una bella copia di Alaska, tuttavia, con il passare del tempo, ci si accorge facilmente di quanto, al contrario, i due full lenght restino distanti dal punto di vista del songwriting.

Diversamente da Alaska, Colors si apre in modo lento e rilassato: un dolce pianoforte introduce Foam Born (A) The Backtrack e con esso l’intero album. Dopo circa un minuto, però, in sottofondo inizia a muoversi un fitto tappeto sonoro di tastiere, che poco ha a che vedere con la prima parte del brano: è l’indizio che qualcosa non andrà secondo i piani. E infatti basta attendere qualche ulteriore passaggio per averne la conferma: Colors non è un comune disco, è piuttosto una lunga ed epica odissea nei meandri della musica. Frazioni di puro Death Metal si alternano a momenti di Free Jazz e Progressive, sonorità dal sapore esotico interrompono le cavalcate della coppia Waggoner - Waring, passaggi di stampo sfacciatamente orecchiabile spezzano le ritmiche forsennate dell’album. A riguardo, (B) The Decade Of Statues risulta la traccia più accessibile del lotto, data anche la sua durata limitata. Con Informal Gluttony e soprattutto la successiva Sun Of Nothing, però, le composizioni raggiungono un livello di complessità davvero sbalorditivo. Non deve stupire perciò il fatto che, per descrivere Colors, sia stato addirittura coniato il termine Adult Contemporary Progressive Death Metal. Sebbene possa suonare come un’inutile esagerazione, questa è forse l’espressione più adatta per delineare le caratteristiche di Colors, un disco altresì veramente difficilissimo da analizzare, specie nei dettagli. Meglio limitarsi quindi a questa veduta d’insieme, consigliando comunque un ascolto più attento durante gli episodi migliori dell’opera, Ants Of The Sky e White Walls su tutti.

I Between The Buried And Me hanno stupito ancora, regalando a noi appassionati un album assolutamente unico, frutto di esperienza, ma soprattutto di grande creatività. Certo, per poter apprezzare Colors servono tempo e dedizione, elementi che purtroppo non tutti sono disposti a sacrificare. A prescindere da ciò, comunque, resta il fatto che il futuro della musica estrema sia oggi rappresentato da un numero molto esiguo di band. E i Between The Buried And Me, che voi lo vogliate o meno, sono fra queste.

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