Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Gregori
Genere: 
Etichetta: 
Osmose Productions/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Julien Truchon - voce
- Eric Lombard - basso
- Olivier Gabriel - chitarra
- Liem N'Guyen - chitarra
- Kikou - batteria


Tracklist: 

1. Complete Exanguination
2. Slut
3. Grind Wit
4. Saw It All
5. Forsaken
6. Smile Than Bleed
7. Pledge of Retaliation
8. Icon
9. Human Circles
10. Invoxhate
11. The Underneath
12. Blindfolded Centuries

Benighted

Icon

Sono ormai alcuni anni che la scena Brutal francese si distingue nel panorama estremo europeo, proponendo bands come Gorod, Kronos e Carcariass, spesso e volentieri dedite a un Death di stampo moderno e fortemente tecnico. In questo filone si inseriscono nel 2000 i Benighted con l'omonimo album, release che tramortì gli ascoltatori non tanto per la sua violenza ma piuttosto per la varietà di influenze che confluisce nel loro sound, nonché per la loro ottima tecnica. Queste due caratteristiche non devono trarre in inganno chi intende avvicinarsi a questo gruppo, la musica prodotta dal quintetto francese è infatti di facile assimilazione, in quanto in essa non convergono spunti estranei alla musica estrema: Hardcore, Grindcore, Melodeath e Slam Death si fondono in maniera del tutto omogenea, creando una miscela estremamente facile da digerire.

Dal punto di vista della tecnica i Benighted non scadono né nell'abuso di scale e arpeggi neoclassici, tipici dei tanto osannati Necrophagist, né in forzature ritmiche e spunti jazz, anche questi molto comuni nel Technical Death moderno. L'aggettivo Technical, infatti, i Benighted se lo sono guadagnato proponendo un songwriting molto complesso e articolato, e sfornando un'enorme quantità di riffs.

Con Icon i Benighted si collocano sulla scia del precedente Identisick, proponendo essenzialmente la stessa formula, senza tuttavia risultare poco ispirati o ripetitivi. La varietà è infatti il punto forte dell'album, e le prime due tracce ne sono la prova schiacciante: la prima, Complete Exanguination, colpisce in piena faccia l'ascoltatore con trenta secondi di puro Grindcore di vecchio stampo, mentre la seconda, con i suoi frequenti breackdowns, rallenta il ritmo, dando prova inoltre della grande abilità vocale di Julien Truchan, che spazia da un growl ultragutturale al pig squeal, passando per uno screaming più orientato verso l'hardcore. Le tracce si susseguono, ognuna caratterizzata da un elemento distintivo, come i riffs orientaleggianti di Smile Then Bleed, o l'ottimo giro di basso di Forsaken. Non mancano tracce contraddistinte da una sezione ritmica più forsennata, come ad esempio Pledge of Retaliation e Grind Wit, traccia in qui è presente forse l'unica forzatura dell'album: un intermezzo di rap francese che suona veramente fuori luogo nel contesto della canzone.

La seconda metà del disco purtroppo non si attesta sugli stessi livelli della prima: non riesce infatti a coinvolgere l'ascoltatore e, basandosi più sul groove che sul riffing intelligente che aveva contraddistinto le tracce precendenti, rende addirittura difficile distinguere un brano dall'altro. Questo difetto è forse sintomo di una release troppo affrettata la quale, se fosse stato concesso più tempo alla sua realizzazione, avrebbe molto probabilmente raggiunto livelli di eccellenza.

Ci troviamo comunque di fronte a un buon album, che unisce melodia e brutalità alternando ritmiche forsennate e aggressive a momenti carichi di groove ed atmosfera. Il tutto è reso possibile da ottimi musicisti, ognuno dei quali dotato di autonomia e mai posto in secondo piano, cosa che troppo spesso accade nel caso del bassista. Al contrario Eric Lombard si rivela un elemento indispensabile del gruppo, uscendo dal ruolo prettamente ritmico a cui di frequente è relegato il quattro corde. Icon quindi, pur essendo leggermente sottotono rispetto alle precedenti release dei Benighted, resta un ottimo acquisto per chi ama sonorità varie e moderne e, soprattutto, per tutti coloro che sono insofferenti alla monotonia e alla staticità.


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