Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Locomotive Records/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Tuomas Saukkonen - voce, chitarra, paino, batteria

- Lars Eikind - basso, voce

- Juho Räihä - chitarra

- Joel Mäkinen tastiera




Tracklist: 

1. Disappear

2. Repentance

3. Away

4. Scar

5. Angel's Tombstone

6. Black Dawn

7. Enemy

8. Stormbringer

9. Ghost Town

10. ...Nowhere

Before the Dawn

The Ghost

I Before the Dawn con il loro terzo album di studio, The Ghost, pongono un altro tassello fondamentale per la costituzione di un genere sempre più ampio, vario e mutevole, quale il Gothic finlandese, ormai ricchissimo di correnti interne che si contrappongono o si intrecciano nei loro elementi.
Masterizzato ai celebri Finnvox Studios tra il 2005 e il 2006 e pubblicato sotto la spagnola Locomotive Records, The Ghost si presenta come un album potente nel suo sound, compatto nel riffing delle chitarre e aggressivo nell’impostazione vocale in growl. Dieci le tracce che lo compongono, dieci sostenute canzoni all’insegna della chitarra distorta, dei cori clean e di un potente approccio timbrico.

Disappear
apre le danze con un Gothic parecchio influenzato da cadenze Death melodico, che rendono moderno e fresco il sound; ciò viene testimoniato da altri episodi notevoli, quali Repentance e Fade Away, non privi di un buon impiego delle tastiere come sottofondo coprente e capace di riempire gli eventuali spazi vuoti lasciati dalle chitarre. I Before the Dawn si dimostrano abili nello stendere strutture mature e architetture musicali non banali, confermando l’evoluzione subita in sei anni di attività attraverso ogni capitolo del concept The Ghost.
Alcuni stacchi acustici spezzano l’andamento, che si manifesta sempre attraverso mid-tempo convincenti e carichi di melodia gotica tipicamente nordica: l’atmosfera spesso si fa arcana e tanti sono i riferimenti a gruppi della scena svedese quali gli In Flames di Whoracle e gli Insomnium di Since the Day It All Came Down.
Pezzi come Angels Tombston appaiono maestosi nel susseguirsi dei cori clean, mentre altri come Black Dawn raffigurano il lato più gotico dei Before the Dawn, che non disdegna di un largo impiego di riff catchy, melodici e tipici del binomio Tristania-Sirenia.
Forse fin troppo poco incisive le tastiere, che non compaiono quasi mai sotto forma di pianoforti sfuggenti o di elettronica dominante (Black Dawn è infatti una rara eccezione), ma si tramutano solo nel substrato delle chitarre che delineano le ritmiche trascinanti.
La band finnica predilige i giochi delle chitarre distorte e pulite, descrivendo temi inusuali e a tratti sognanti, che trasportano l’ascoltatore in meandri misteriosi e, appunto, “spettrali”.
Anche la batteria si lega bene alle composizioni, alternando normali patterns leggermente pesanti a vere e proprie sfuriate in doppia cassa (la ritmata Stormbringer ne è prova).
Ghost Town è un altro momento differente ed insolito, molto più vicino alle sperimentazioni in campo Death Core o Crossover, poiché il riffing si può ricondurre alle opere dei Caliban mentre il fugace monologo rappato è figlio delle nuove produzioni americane. Nuova traccia e nuovo cambiamento: l’ultima …Nowhere esalterà gli appassionati del Gothic più diretto e provvisto di voci growl, dal sapore malinconico e nostalgico.

La registrazione eccellente è solo il coronamento di un lavoro discografico meditato in tutte le sue parti: i Before the Dawn hanno idee da vendere e questo The Ghost sembra colmo di spunti che, sebbene non unici ed irripetibili, costituiscono un’originale proposta musicale, da tenere assolutamente in considerazione per l’energia che sprigiona.

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