Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Davide - chitarra
- Gianluca - chitarra
- Daniele - voce
- Mirko - basso
- Pierpaolo - batteria


Tracklist: 

1. Burning Lives (04:43)
2. The Vow (05:32)
3. The Dark Command (05:48)
4. Battering Ram (04:18)
5. Join The Legion (04:37)

Battle Ram

Battle Ram

Quando l’Epic Metal sembra ormai sepolto per sempre e pure i gruppi storici iniziano a tentennare ci pensano alcuni giovani musicisti italiani a risollevare le sorti di un genere musicale fin troppo trascurato. La band più celebre che favorisce la rinascita dell’Epic Metal si chiama Doomsword, un nome che diventerà presto sinonimo di musica di pregevole fattura. I complessi epici di questo periodo in Italia sono tuttavia numerosi e fra i tanti spiccano specialmente Wotan, Holy Martyr e Battle Ram. Questi ultimi si formano ad Ascoli Piceno nell’estate del 2001. Il complesso marchigiano ripropone inizialmente solo cover di brani storici della N.W.O.B.H.M. e soprattutto molte classiche canzoni epiche. Poco tempo dopo i membri dei Battle Ram decidono di iniziare a suonare pezzi propri ed hanno, in seguito, la fortuna di poter aprire una live date dei mitici Manilla Road. In questo periodo nasce anche un amicizia con i Doomsword, che li porta ad Atene in qualità di opener per un concerto del gruppo di Deathmaster e soci. Nel marzo del 2003 esce quindi Battle Ram, primo lavoro del complesso ascolano.

Il demo, composto da cinque tracce, di cui una cover, si apre con Burning Lives. Dopo qualche giro di basso davvero tenebroso si alza lentamente il suono della chitarra fino ad esplodere in un riff affilato come una lama. La voce di Daniele ricorda abbastanza quella di Marco Concorreggi, il singer dei Battleroar. Il cantante marchigiano sa essere sia elegante che, durante alcuni passaggi, veramente aggressivo. L’assolo centrale dimostra un’ottima capacità tecnica da parte dei due chitarristi e non è da meno neanche Pierpaolo, che, dietro le pelli, scandisce il ritmo incalzante con grande abilità. La bravura di quest’ultimo è riscontrabile specialmente nel pezzo successivo, The Vow, dove il connubio fra chitarre e batteria raggiunge livelli quasi sbalorditivi. La song è caratterizzata inizialmente da accelerazioni ritmiche improvvise che si contrappongono, in seguito, a sezioni decisamente più cadenzate. Daniele utilizza uno stile vocale più raffinato, accantonando per un attimo l’irruenza di cui è capace. Il ritornello non è molto trascinante, bensì alquanto insolito, a causa dell’eccessiva lentezza dell’incedere dello stesso. Un lungo assolo, tanto sontuoso quanto lineare, chiude The Vow in modo ineccepibile.

Dark Command
viene aperta dal suono tagliente di una chitarra a cui succede poi un ritmo di marcia trionfale. La batteria guida l’avanzata militare fino al refrain, dove la celerità aumenta notevolmente, in modo da risultare il più trascinante possibile. L’obbiettivo finale è raggiunto in modo perfetto, in quanto il ritornello di Dark Command, grazie anche ad un uso sapiente delle rime, appare come uno dei più riusciti dell’intero demo. In seguito pure l’impetuoso assolo si dimostra, se non il migliore, sicuramente uno dei più incisivi di tutto Battle Ram. Ascolto dopo ascolto Dark Command convince sempre di più, senza annoiare mai. In definitiva Dark Command rappresenta chiaramente la traccia più allettante di quelle fino a questo momento analizzate. L’ultima song scritta e composta dal gruppo si intitola Battering Ram e con i suoi quattro minuti e venti costituisce il pezzo più breve del demo. L’introduzione consiste nel suono minaccioso di un ariete da guerra che tenta di abbattere la porta di una fortezza. Quando poi i guerrieri hanno libero accesso all’entrata si scatena l’inferno: i due axemen si sbizzarriscono, Daniele esegue al microfono la sua migliore interpretazione di tutto Battle Ram, Pierpaolo conferma, attraverso un arduo lavoro alla batteria, la sua bravura e la costanza di Mirko al basso assicura alla song una certa pomposità. I cori durante il ritornello sono, seppur assai limitati, davvero efficaci. Battering Ram termina poi per lasciare spazio alla cover del demo. Si tratta di Join The Legion, famosissima canzone dei leggendari Cirith Ungol. L’originale risale al 1992, anno in cui uscì Paradise Lost, disco capolavoro della band americana. La song era già di suo un’autentica opera d’arte ed i Battle Ram riescono incredibilmente a riproporla in modo assolutamente divino. Il demo si conclude quindi nei migliore dei modi.

Battle Ram è un lavoro veramente ottimo, sia per quanto riguarda la tecnica di tutti i membri del gruppo, sia per quanto concerne la proposta musicale. La produzione è, per questo tipo di disco, ineccepibile ed anche questo giova alla valutazione finale del demo. Bisogna soltanto aspettare un album, su cui la band sta lavorando da parecchio tempo, per poter capire se questi giovani ascolani sapranno migliorarsi ulteriormente. Anche a distanza di qualche anno, comunque, Battle Ram risulta essere sempre godibile, una vera perla per gli amanti dell’Epic Metal ed un grande colpo per l’underground italiano.

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