Voto: 
9.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Ricordi
Anno: 
1973
Line-Up: 

- Vittorio Nocenzi - organo, clavicembalo, synths
- Gianni Nocenzi - pianoforte, tastiere
- Marcello Todaro - chitarra acustica, chitarra elettrica
- Renato D'Angelo - basso, chitarra acustica
- Pier Luigi Calderoni - batteria, percussioni
- Francesco Di Giacomo - voce

Guests:
- Rodolfo Maltese - chitarra acustica, chitarra elettrica
- Silvana Aliotta - percussioni
- Bruno Perosa - percussioni


Tracklist: 

1. Canto nomade per un prigioniero politico (15:53)
2. Non mi rompete (05:03)
3. La città sottile (07:10)
4. Dopo...niente è più lo stesso (09:54)
5. Traccia II (02:39)

Banco del Mutuo Soccorso

Io Sono Nato Libero

La rivoluzione dei Banco del Mutuo Soccorso passa attraverso Io Sono Nato Libero, il full-lenght più creativo mai tessuto nella carriera della formazione Progressive italiana. Dopo aver prodotto nella brevissima parentesi di tempo di un anno e mezzo i geniali Banco Del Mutuo Soccorso e Darwin, Di Giacomo e compagni giungono ad una maturità stilistica che sorprende ed affascina, poiché Io Sono Nato Libero è impeccabile per tutta la sua lunghezza.
La dipartita di Todaro alla chitarra, sostituito da Maltese (nonostante sull’album venga riportato solo come guest), non cambiò le architetture musicali della band, sempre costruite sull’intreccio di organi e pianoforti: nel disco tuttavia convergono influenze disparate e poliedriche, che variano dal Progressive Rock inglese (la pubblicazione di Io Sono Nato Libero porterà i Banco a firmare con la Manticore di Greg Lake) fino alla tradizione melodrammatica italiana, che la band mantiene costantemente come riferimento.

L’attacco di Io Sono Nato Libero si può considerare come l’apice della produzione del Banco: Canto Nomade Per un Prigioniero Politico è una canzone che rapisce l’ascoltatore e lo fa volare con ali leggerissime sulla dimensione del Banco. La melodia si lega in modo elegante al contesto politicamente impegnato del brano, dedicato alla vicenda del golpe avvenuto in Cile nello stesso 1973. La traccia riunisce tutti gli elementi che hanno distinto il Banco nei due precedenti album, plasmando le sonorità da struggenti e meditative parti di pianoforte ad esplosioni progressive che sono sempre frutto di una preparazione razionale e ricercata.
La delicatissima ballata Non Mi Rompete trasforma il tuonante timbro degli organi in un’atmosfera intima che prima culla e poi sospinge l’ascoltatore con il suo ritmo particolare ed altalenante.
Ben più complessa è La Città Sottile, che rivisita gli aloni di Il Giardino del Mago e di Darwin con la sua atmosfera oscura, fatta di freddi pianoforti e di uno sperimentale tono vocale: con questo episodio si riesce a comprendere a quale versatilità stilistica sia giunto il song-writing dei fratelli Nocenzi, capace di unire roboanti sinfonie a silenzi, intervalli acustici a riff tenebrosi.
Dopo...Niente è Più lo Stesso, dall’incipit giocoso, si sviluppa via via in modo spettrale per raggiunge drammaticità e tragicità recitativa nell’evoluzione centrale: il melodramma è evidente nella condanna alla guerra, mentre temi di stampo medievale vengono reinterpretati in chiave progressiva, regalando emozioni uniche.
Traccia II chiude in modo egregio Io Sono Nato Libero, con la sua melodia quasi fanciullesca, che fa denotare l’abilità del Banco a conservare capitoli meno complessi dove manifestare apertamente il proprio spirito “libero”.

I testi suggestivi forse sono l’aspetto fondamentale di Io Sono Nato Libero, per l’incisività con cui le parole penetrano nella mente dell’ascoltatore, stampandosi come brevi sentenze: il tema della libertà è trattato in modo colto e maturo da parte di un gruppo che in due soli anni ha saputo cambiare il panorama italiano con acts quali Premiata Forneria Marconi e Il Balletto Di Bronzo: tuttavia sarebbe riduttivo limitare Io Sono Nato Libero alla scena della Penisola, poiché tutto il Progressive europeo è stato toccato e scosso dalla fluidità di un album che trasmette immagini e produce passione costantemente.

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