Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione/Kick Agency
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Max L - Voce
- Adriano V.E.G.A. - Chitarra
- Malibu - Chitarra
- Funboy - Basso
- Giusto Libidine - Batteria

Tracklist: 

1. Look at my Lips
2. In my Brain
3. Horny Dogs
4. Peep Show
5. What I Like

Badmash

Badmash

I Badmash sono un gruppo nostrano che vanta un grosso seguito per quanto riguarda i propri concerti. Sono, quindi, una di quelle band che puntano più sulla performance dal vivo, che sul prodotto registrato come può essere un cd.

Nonostante questo, però, già dal primo ascolto Badmash riesce a incuriosire e prendere in modo accattivante il fortunato ascoltatore. Il loro sound non bisogna immaginarselo come un classico Punk Rock, ma piuttosto come una sorta di Rockabilly con chitarre leggermente più arrabbiate e decise. In effetti è proprio questo che si evince nell'ascolto del primo brano Look at my Lips. Sembra quasi di essere proiettati in territorio londinese in cui, nel periodo dei famosi anni '70, ogni persona poteva vantare di aver imbracciato la chitarra almeno per una volta. Decisamente più Stoner e lineare è In my Brain, dove la batteria usa per la maggior parte timpano e gran cassa, lasciando i passaggi sui piatti solo nel ritornello in cui, le stesse chitarre, si abbandonano a qualche breve assolo come contorno. La voce è piuttosto duttile, passando da un tono grigio e sgraziato ad un altro più melodico e deciso. Queste, quindi, sono le caratteristiche principali che i Badmash vantano e che risalteranno per tutta la durata del mini cd. Non a caso, Horny Dogs non fa altro che ripetere le sonorità presenti nel brano precedente, mischiando un pò le carte e schiacciando l'acceleratore sulla velocità di batteria e chitarre che, però, rimangono sempre improntate su standard marcati e decisi dettando così una linea guida solida e trascinante. Una cosa che è molto piacevole e che non è difficile trovare nei pezzi di Badmash, sono gli assoli presenti per la maggior parte nel mezzo delle canzoni; riescono a dare un buono slancio ai brani e tengono l'ascoltatore sempre sull'attenti. Continuando a parlare di chitarre, pur non adottando complicati giri di scale o pentatoniche, attraverso la semplicità e un buon senso del ritmo, possiamo dire che riescono a raggiungere lo scopo dell'efficacia che solitamente in questo genere si richiede.

Un buon lavoro quindi, che lascia intendere quanto i nostri romani Badmash possano ambire a scopi più alti e professionali. Ovviamente questo è solo un breve assaggio di quello che i Badmash possono essere; aspettiamo quindi un full-lenght per poter capire se le nostre aspettative vengono confermate e, ulteriormente, migliorate.

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