Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Beppe Diana
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Matteo Babini - voce
- Mirko Guerra - chitarra
- Andrea Palli - batteria
- Gabriele Ravaglia - baso
- Alessio Mosconi - tastiere

Tracklist: 

1. Faded Dream
2. Storm Signal
3. Out From Your Life
4. Destination Unknown
5. How Many Tears
6. Where Is Your Heart?
7. Afraid Of You
8. Words In The Wind
9. No More Love
10. Sea Of Emotions

Bad Ambition

Storm Signal

Dopo un periodo di apparente silenzio artistico, tornano a farsi sentire anche i ravennati Bad Ambition, validi rockers della prima ora, nonché vecchia conoscenza del popolo underground che, con alle spalle la doppia pubblicazione dell'apprezzato Daydream di qualche anno addietro, stampato dapprima dalla stessa band come semplice autoproduzione, e succesivamente rimesso in commercio dalla misteriosa Midnight Records, erano riusciti a catalizzare l'attenzione nonché la stima di molti afecianodos del genere melodico, grazie ad un songwriting fluido condito di arrangiamenti curati e mai stucchevoili, ed un lotto di ottime composizioni che avevano posto le basi per un buon proseguio di carriera, carriera che, come detto in precedenza, ha dovuto subire uno stop forzato dovuto, com'è dato sapere, alla collaborazione fra il mastrmind della band, nonché chitarrista di ottime qualità Mirko Guerra, con la pop star Laura Pausini, motivo che ha indotto il nostro a mettere momentaneamente in standby la sua band principale, pianificando un ritorno in grande stile che, a quando pare, potrebbe portare la band in oggetto nel rooster di qualche etichetta di peso internazionale.
Una pausa che, da quel che si più evincere ascoltando il disco in questione, ha giovato, e non poco, ai nostri che, nel loro piccolo, sono riusciti a smussare le piccole imperfezioni ed indecisioni apparse sull'album di debutto, preferendo in quest'occasione focalizzare il proprio songwriting su composizioni più frizzanti e Melodic Rock oriented, lasciando più libertà espressiva al keyboard player Alessio Mosconi il quale, dopo la parentesi Last Divinity di qualche anno fa, riesce a dare vita a delle ottime architetture sonore, conferendo al sound della sua band quelle connotazioni stilistiche che avvicinano sensibilmente l'operato dei nostri alla tradizione svedese di band del calibro di Treat, Europe, Dalton e Cornestone.

Ma non finisce qui, anche perché nonostante tutto questo, Storm Signal continua ad essere un album dannatamente Hard Rock oriented, reso ancor più appprezzabile da un guitarwork solido e quadrato da parte del già citato maestro d'ascia Mirko Guerra che, assieme all'ugola d'oro dell'ex Empty Tremor Matteo Babini (Russel Arcara meets Goran Edman), e dell'ottima sezione ritmica formata da Gabriele Ravaglia e Andrea Palli, rispettivamente basso e batteria, riesce a dare vita ad un intenso ed emozionante viaggio musicale intriso di toccanti momenti melodrammatici come nel caso della struggente ballad How Many Tears, song che colpisce al cuore come un fendente.
Contornate da un'eccellente veste grafica, e da una produzione sfavillante e cristallina, elementi propri di un genere d'elite come quello preso in esame dai nostri, le dieci compozizioni che vanno a formare questo splendido comeback discografico, riescono soprattutto a farsi apprezzare per l'abilità con il quale i cinque musicisti riescono a passare da atmosfere pacate e sognanti, e questo il caso della suadente Afraid of You o della delicata No Words in the Wind che, grazie ad sezione d'archi riesce a possedere quel certo retaggio sinfonico, a brani nettamente piu' carichi d'energia ed elettricità come nel caso della bluesy No more Love che racchiude nel suo interno influenze che vanno dai seminali Whitesnake ai gods Deep Purple, delle atmosfere AOR pregne di propensioni melodiche ed airplay come nel caso di Out from your Life che miscela il Melodic Rock dei Bad English a quello dei Journey/Boston, alla title track Sorm Signal sano e puro Hard Rock Old sullo stile di Uriah Heep, Rainbow e Black Sabbath, baciata da un riff che sembra uscito dal song book di Tony Iommi.

Cosa poter aggiungere in più di quanto non detto ad un disco che, nonostante sia ancora una volta un'autoproduzione, è capace di competere a testa alta con la maggiorparte delle produzioni odierne in campo melodico? Un grande plauso va dunque ai Bad Ambition per aver tenuto fede alle nostre aspettative e per aver, nonostante tutto e tutti, creduto in se stessi ed in un genere musicale che, anche grazie a musicisti seri e preparati come loro, riesce sempre e comunque a rimanere vivo e a regalare da sempre le stesse emozioni. Caldamente consigliato.

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