Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Century Media
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Nicke Borg - voce, chitarra
- Dregen - chitarra
- Johan Blomquist - basso
- Peder Carlsson - batteria


Tracklist: 

1. People Like People Like People Like Us
2. Cockblocker Blues
3. Dysfunctional Professional
4. We Go A Long Way Back
5. Roads
6. Blitzkrieg Loveshock
7. The Mess Age
8. I Got Spades
9. Hold ‘Em Down
10. Heroes & Heroines
11. You Cannot Win
12. Things To Do Before We Die

Backyard Babies

People Like People Like People Like Us

Certo che di questi tempi per sentire un po' di buon Hard Rock bisogna spostarsi verso la Scandinavia, dove si verifica sicuramente il maggior fermento in un genere che sta conoscendo un lungo periodo di stallo, iniziato nel decennio precedente con l'ascesa di Grunge e Post Grunge. Ma ultimamente qualcosa si muove nelle fredde terre nordiche, dove stanno nascendo parecchie e promettenti bands dedite al "Duro Rock", come i finlandesi Lordi, i norvegesi Wig Wam, ed il promettente esordio degli svedesi Poodles, ed accanto a questi gruppi possiamo anche annoverare i Backyard Babies, anch'essi svedesi ed attivi da un pò di tempo, tanto da poter già presentare come biglietto di visita un paio di buoni album, come Making Enemies Is Good e Stockholm Syndrome. Adesso in questo 2006, forti anche di un nuovo contratto con la potente Century Media, si ripresentano con il loro ultimo album studio dal titolo lunghissimo, People Like People Like People Like Us, dove gli svedesi ci propongono un Hard Rock che affonda le sue radici nel Glam degli Hanoi Rocks e nel Punk dei Ramones, infatti dominanti ed evidenti sono le influenze succitate sul loro sound, che sembra un pò distaccarsi dalla precedente storia musicale del combo scandinavo.

Il breve e veloce Punk/Rock anthemico ed orecchiabile della title-track apre l'album in maniera piacevole, grazie anche al suo chorus ruffiano e radiofonico, ma si cambia subito direzione sterzando, lo si intuisce dallo stesso titolo, verso il Blues grezzo di Cockblocker Blues, anche se trattasi solo di una breve pausa, visto che con la bellissima Dysfunctional Professional si riprende quel Punk/Rock anthemico già presente nell'opener, facendo affidamento su schitarrate esagerate e chorus orecchiabili. L'album prosegue in maniera gradevole con We Go A Long Way Back, omaggio al Glam ottantiano dei vari Motley Crue e simili, arrivando così ad uno dei momenti più felici del platter, la stupenda ballad Roads, brano di cui vi innamorerete dopo pochi ascolti, dove anche la voce di Nicke Borg sembra perdere quella ruvidità che l'aveva contraddistinta nelle precedenti releases, avvicinandosi ad un'interpretazione alla Michael Monroe, rendendo ancor più visibile l'influenza degli Hanoi Rocks, mentre il Punk di Blitzkrieg Loveshock, altro pezzo tra i più apprezzabili contenuti nel lotto, non può non riportarvi alla mente i mitici Ramones. The Mess Age, nonostante il successo ottenuto e nonostante il suo video sia in rotazione su molti canali televisivi, non mi ha personalmente colpito positivamente, così come Hold'em Down, molto meglio invece I Got Spades e Heroes & Heroines, due pezzi dal ritmo sostenuto ma melodici ed in possesso dei soliti orecchiabili e delle volte radio-friendly refrains. Ottima anche You Cannot Win, che presenta il contrasto tra il suo ritmo incalzante e potente e la sua melodia malinconica, che ne fanno una song di Hard Rock grezzo ed elettrizante come non se ne sentivano da tempo, ed infine la bellissima closer Things To Do Before We Die, una semi-ballad dove ancora una volta sono l'interpretazione del buon Borg e le schitarrate distorte di Dregen a dar vita ad un pezzo davvero fantastico.

People Like People Like People Like Us è un album che scorre via veloce e piacevole e da ascoltare tutto ad un fiato, pur presentando momenti altalenanti tra buone song e modeste composizioni un pò troppo tendenti ad un Punk/Pop/Rock ruffiano e da classifiche, ed infatti risultano molto migliori quegli episodi maggiomente legati alla tradizione Hard Rock ottantiana, come ad esempio Roads o Things To Do Before We Die. Bisogna poi dire che è inevitabile, a causa delle troppe e varie influenze di TigerTailz, Hanoi Rocks, Dogs D'Amour e Ramones, cadere in alcuni frangenti in una sorta di deja-vù del già sentito.


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