Voto: 
5.2 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
EMI
Anno: 
1996
Line-Up: 


- Jas Mann - voce, chitarra, programming


Tracklist: 


1. Animal Army
2. Spaceman
3. Zodiac Sign
4. Paris Green
5. Confused Art
6. Caffeine
7. The Boy With The X-Ray Eyes
8. Don’t Feed The Animals
9. Fire Guided Light
10. Is Your Soul For Sale?
11. I’m Cracking Up I Need A Pill

Babylon Zoo

The Boy With The X-Ray Eyes

I Babylon Zoo altro non sono il progetto nato dalla mente di Jas Mann, ragazzo inglese dalle chiare origini indiane. É infatti lui che scrive tutti i testi, le musiche e si autoproduce aiutato dall’amico Steve Power. Esordisce ufficialmente sotto EMI nel 1996, con l’album The Boy With The X-Ray Eyes, aggettivo autobiografico che gli venne assegnato per il colore celeste acceso dei suoi occhi. Parteciparono anche al Festival di San Remo come ospiti internazionali, con la canzone Spaceman.

Il lavoro di Mann é un rock elettronico, ricco di significato, minimalista ed ermetico nei testi, molto ispirati al mondo ultraterreno, concetti religiosi, politiche sociali, temi mitologici e ancestrali. Le sue origini sicuramente lo portano a sviluppare percorsi introspettivi e ad analizzare il mondo della natura e come influenza la nostra quotidianeitá, ed é una tematica che rievoca il film Jumanji che apre il full: Animal Army é un pezzo decisamente rock, stretto e diretto, condito da accurate giri di chitarra. La canzone che ha reso famosi, o meglio, famoso, i Babylon Zoo é Spaceman, alla seconda posizione. Un intro techno da il via ad un brano che parla di tematiche sociali, richiami al fascismo e alla religione, in questo viaggio dell’uomo verso lo spazio, uomo che deve trovare nell’universo ignoto le risposte alle sue frustrazioni quotidiane. I brani sono mixati tra loro, quindi mentre scivolano le ultime note, ecco entrare in scena Zodiac Sign, caratterizzata da un pregievole riff di chitarra che fa spalla alla predominante parte elettronica, punto di forza e costante del sound di Mass. Purtroppo peró, in pratica.il disco finisce qui.I successivi otto brani presentano qualche buon elemento, musicalmente parlando, ma nel complesso sono una ripetizione di souni giá sentiti nel disco stesso e da altri artisti, come Queen (le prime note di Paris Green rievocano abbastanza chiaramente la celebre Bohemian Rhapsody, ad esempio) e David Bowie; inoltre le tematiche, seppur siano interessanti e ben sviluppate, sono sempre le stesse, e a volte forzate, come in Don’t Feed The Animals, dove questa é l’unica frase dell’intero breve pezzo. Si dinstingue dalla massa solo la decima Is Your Soul For Sale?, brano al pianoforte dove il buon Jas regala un ottimo pezzo alla Elton John, ma niente, o molto poco, di rock qui.

Il progetto Babylon Zoo non é mai stato abbandonato da Mann, ma non é nemmeno mai diventato veramente popolare, se non per il singolo apripista Spaceman, brano tra l’altro coverizzato dai norvegesi The Kovenant e presente nell’ultimo Animatronic.

Nel complesso l’album é decisamente mediocre, interessanti spunti, una canzone molto buona piú tre valide, ma difficilmente lo si regge per i suoi cinquantacinque minuti complessivi. Ulteriore nota (personalmente) negativa é il libretto assolutamente non curato, una monopagina, dove oltre ai testi manca ogni possibile citazione se non quelle strettamente legali.Per i cultori del rock alternativo ed elettronico é anche consigliabile un ascolto, per chi non ne ha mai sentito l’esigenza, ivece, questo é un prodotto decisamente trascurabile.

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