Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Moribund Records
Anno: 
2009
Line-Up: 



Narqath – Chitarra, basso, voce
JL Nokturnal – Chitarra, basso
Chernobog – Batteria
Niflungr – Basso, voce
Varjoherra – Voce 
 

Tracklist: 



1. Elilum - Suuri Tyhjyys 04:41 
2. XI Omega 03:33 
3. Filosof 04:18 
4. Teraphim - Puhdistava Tuli 05:07 
5. Hänen Musta Liekkinsä 06:48 
6. Helvetin Ikuisessa Loistossa 04:15 
7. Uhrattu 05:35 
8. Pimeyden Kutsu 07:29 
9. Samaelin Kuiskaus 03:27  
10. Kyy 02:16 

Azaghal

Teraphim

I finlandesi Azaghal sono sempre stati molto produttivi tra split, albums e mini CD. Teraphim è l’ottava uscita discografica in formato full-length nella loro carriera iniziata nel 1995. In tutti questi anni, i nostri pazzi musicisti si sono guadagnati una bella fetta di notorietà, cosa non facile per una band black metal in un momento di stagnamento musicale. Certo, i mezzi passi falsi non sono mancati, vedesi Codex Antitheus, tuttavia pur avendo una discografia così vasta, gli Azaghal furono capaci quasi sempre di buone cose. L’irruenza del black metal più scarno e veloce spesso e volentieri si miscela con influenze thrash metal, creando un riffing schizzato, indomabile ed assolutamente riconoscibile tra decine di altre bands. Se si parla di album recenti, è difficile battere un macigno del calibro di Perkeleen Luoma, tuttavia anche il nuovo album ha delle frecce al suo arco, senza proporre nulla di eclatante o nuovo.  

Il passaggio alla Moribund Records avvenuto con il precedente Omega sembra aver donato nuova linfa al sound di questi folli. Elilum - Suuri Tyhjyys ci si presenta come un devastante assalto fatto di blast beats e riffs incredibilmente gelati, molto legati ai vecchi Immortal. Una peculiarità da notare è l’impronta sempre un minimo epica o “melodica” (parola da prendere con le pinze visto il contesto) che aiuta la memorizzazione del pezzo. Sovente gli intermezzi a base di riffs thrash metal o cadenze doom aiutano a dare varietà mentre Narqath e Varjoherra si alternano sempre in modo giusto alla voce. Altri pezzi tirati sono XI Omega o Teraphim - Puhdistava Tuli i quali, tra l’altro mostrano anche delle strutture abbastanza varie, con puntuali digressioni in territori leggermente più progressivi e calmi. Vera e propria sorpresa la lunga, cadenzata Filosof la quale prende a piena mani sia dal funeral black metal che dal black ‘n’ roll per alcune, brevissime sezioni al fine di creare un ibrido magico. Forse il pezzo migliore del disco. 

Hänen Musta Liekkinsä mostra nuovamente la potenza della band nel creare momenti che non puntano assolutamente sulla velocità, ma semplicemente sul creare atmosfere da brividi. Sapiente l’uso delle tastiere in questo caso e qui l’influenza dei vecchi Judas Iscariot è veramente palese. Il pezzo migliore di quest’album per quanto riguarda quelli che viaggiano su binari veloci è Uhrattu che fa rivivere la fiamma dei vecchi Azaghal attraverso un riffing schizoide, incredibilmente catchy ed un refrain fantastico, con chiare influenze folk. Di qui in avanti l’album cala leggermente in termini di idee ma con la finale Kyy c’è da divertirsi per le influenze thrash e gli stacchi epici, molto più melodici del ritornello. Altra ottima song per completare un gran bel ritorno da parte degli Azaghal. Questi musicisti forse sono tra i pochi rimasti a credere veramente in quello che fanno nell’ambito del black metal e questo non può che farmi piacere.   

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