Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Genere: 
Etichetta: 
Sub Pop
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Sheridan Riley - drums
- Avigdor Zahner-Isenberg - guitar and vocals
- Arin Fazio - bass

Tracklist: 

1. Truth Sets In
2. What's In It For?
3. Coaxed
4. Five Little Sluts
5. Jessica
6. Summer Cum
7. One Last
8. Can't I Know?
9. Remember Last Time
10. Where's Your Dirty Mind?
 

Avi Buffalo

Avi Buffalo

L’indie-pop è un pò come il sangue di san Gennaro: ad ogni issue si grida "al miracolo".
Questa volta tocca ai californiani Avi Buffalo farci ritirare fuori i soliti aggettivi della festa: "arioso e melodioso, cristallino e solare, romantico ed adolescenziale..." e così via.

L’età media dei componenti ancora una volta molto bassa, la qualità della composizione (parlando pop) decisamente alta, la perizia strumentale (parlando pop) invero notevole. Certe emozioni e certi buoni sentimenti, si sa, albergano nei cuori giovani; certi ascolti, poi, forgiano ed  ispirano - quanto poi duri tutto questo non è dato sapere.
In ogni caso è estate e fa caldo e si cerca la leggerezza anche nei pensieri: mettere su il cd omonimo degli Avi Buffalo viene naturale. Il 18enne californiano Avigdor Zahner-Isenberg cesella di fino con la chitarra, rivelando un gusto maturo sotto quelle cascate di armonici, e poi come non restare disarmati a sentire che "le sue labbra sono come due pezzi di bacon"?

Molti han parlato di folk e suggestioni psych per quest'album: io penso che la gente dovrebbe dedicare più tempo ed attenzione all'ascolto (e riscoperta) della musica e delle bands e lasciar perdere un po' giudizi ed opinioni di webzine e riviste, tv e gossip. Forse la bella Summer Cum, brano sfuggito al repertorio del miglior Devendra Banhart, o l'intrinseca qualità "campagnola" di One Last hanno ingannato qualche fervida penna.
E' la forma "pop" a predominare in tutto l'abum. Languido e svogliato l'incipit di Truth Sets in con  Rebecca Coleman alla voce, mentre Avi ci racconta di quante note ci possano essere lungo il manico di una chitarra; What's in It for, vero inno alla gioia e papabile tormentone radiofonico, tramite il  video ricco di elementi vegetali-alieni allude ad una possibile psichedelia dell'innocenza. La coda di "elettrica" di Remember Last Time addirittura supera l'ambito stesso in cui il disco si adagia, glorifica l'incoscienza e la curiosità della gioventù e sfiora la caduca eternità del pop.
Buono quindi se vi piace rintanarvi in quelle atmosfere da fiction americana "college oriented". Buono se avete bisogno di dimenticare. Buono se avete bisogno di ricordare cosa provavate nella gloriosa era dei Pixies e dei Superchunk, quando il sovrappeso non aveva ancora incrinato le vostre poche certezze.

Uno di quei dischi da far girare adesso. Alla fine dell’estate, forse anche qualche settimana prima, sarà messo - e ci resterà a lungo - nella pila ‘pop’ del vostro scaffale, almeno fino alla prossima estate. Nel frattempo potreste rispolverare nomi come I Am Kloot e Magic Numbers, Clientele e New Pornographers e - i più audaci – addirittura i Byrds.

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