Voto: 
6.1 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
My Kingdom Music
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Giovanni Trotta - voce, batteria
- Angelo Cerquaglia - basso
- Diego Corini - chitarra
- Francesco Di Verniere - tastiera


Tracklist: 

1. At Opened Eyes
2. A New Life
3. The Lord Of Time
4. I Will Be There For You
5. A Different View From The Same Side
I. Promenade
II. Rose Garden
6. Pray
7. Feelings
8. The Wait (traccia nascosta)

Aura

A Different View From The Same Side

Aura è il nome di una band Prog Metal della provincia di Salerno che intende (tentativo di molti) rispolverare le vecchie lezioni dei grandi fautori del genere (su tutti Dream Theater, Queensryche nonché Rush, Yes, Genesis per le parti più progressive rock) al fine di cercare di valorizzare un filone musicale che potrebbe ancora avere altro da dire. A ben vedere, anzi ascoltare, questo A Different View From The Same Side appare come una classica situazione di una valida band esordiente ma molto acerba: per dirla in altri termini molte sono le idee ma pochi sono gli strumenti a disposizione.

Infatti nonostante attraverso queste otto tracce che sezionano 67 minuti di musica confluisca un Prog Metal poco originale ed innovativo (le trame seguite sono quelle canoniche), l’intreccio delle diverse parti dei singoli brani con svariati assoli evidenzia qualcosa di davvero interessante all’interno della proposta Aura. Limpido è questo quadro nelle prime due tracce, At Opened Eyes e A New Life, nelle quali i vari cambi di direzione e soprattutto le parti strumentali rappresentano il fiore all’occhiello di questo combo penalizzato però, e questo è il grosso difetto, da una produzione abbastanza confusionaria per il genere che invece esige una pulizia dei suoni ai massimi livelli. Un altro punto a sfavore è la lingua: un inglese abbastanza scolastico e con errori sparsi che svaluta le linee vocali del singer (belle, a tratti somiglianti a quelle di Nick Fortarezza ex dei Time Machine) e fa davvero sorgere il dubbio se un cantato in lingua italiana fosse stato più efficace rispetto ad un inglese approssimativo.

Notevole il contributo delle tastiere, sempre di una spanna rispetto alla melodia della sei corde e da annoverare sono anche gli effetti scelti, capaci di dare forma agli arrangiamenti e contenuto all’offerta di questa band.
Purtroppo con la noiosa I Will Be There For You, nella quale non riesce a prodursi quel feeling unico tra testi e musica essenziale per innalzare il valore di una ballad, e con la troppo scontata Pray, gli Aura perdono parecchi punti che in parte riescono a recuperare con la bellissima title-track, strumentale di 10 minuti in cui tutte le doti tecniche ed il coraggio musicale si mettono in mostra senza timore di essere giudicati.

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