Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Sony Music
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Chris Cornell - Voce
- Tom Morello - Chitarra
- Tim Commerford - Basso
- Brad Wilk - Batteria


Tracklist: 

1. Revelations
2. One and the same
3. Sound of a gun
4. Untill we fall
5. Original fire
6. Broken city
7. Somedays
8. Shape of things to come
9. Jewel of the summertime
10. Wide awake
11. Nothing left to say but goodbye
12. Moth

Audioslave

Revelations

Ultima uscita dei famosi Audioslave che, in giro per il mondo, hanno fatto parlare parecchio di sè, soprattutto per quanto riguarda le vicissitudini che hanno accompaganto la loro nascita e che, da molti, erano viste in modo non molto positivo. Bisognava infatti cercare di non deludere i fans dei due gruppi che, dopo lo scioglimento, hanno dato vita, appunto, agli Audioslave: parliamo di Rage Against The Machine e Soundgarden. Con il senno di poi, possiamo tranquillamente dire che l'esperimento è riuscito alla grande anche se i primi album, pur essendo ben fatti e raggiunto livelli livelli di vendita altissimi, non hanno mai convinto appieno i veri nostalgici.

Questo nuovo prodotto, Revelations, segna una sorta di svolta nel sound del gruppo che, dopo diverse sperimentazioni, sembra aver raggiunto un filo conduttore comune. L'inizio è più che promettente: la title-track sprigiona un gran senso del ritmo con giri melodici semplici, decisi ed efficaci lasciando nell'ascoltatore un vago sentore funky. La voce di Cornell è sempre la stessa, ben impostata, acuta ed aggrazziata, sposandosi benissimo con le sonorità ricercate da una parte ma tradizionali dall'altra. Andando avanti, l'album risulterà sempre più convincente fino ad arrivare a un punto in cui lo spirito positivo iniziale va scemando. Andiamo comunque per gradi. Per riuscire a sentire un po' quelle che sono le preferenze musicali di Morello, basta passare alla traccia successiva One and the Same dove la rozzaggine dei power chord si mischia con del vintage sonoro e stilistico. Ritmiche spudoratamente funky, sia per quanto riguarda la chitarra ma anche per tutto ciò che concerne la costruzione della song. In Revelations abbiamo anche la presenza di brani più calmi e tendenti al lento o, per lo meno, inclini a quelle che potrebbero essere definite Ballad. Un esempio è Untill We Fall la quale, pur non essendo una ballad tradizionale, riveste comunque un ruolo calmante e di volta pagina rispetto alle tracce precedenti: i ritmi sono blandi, la chitarra è poco più che accarezzata e la voce si diletta in passaggi tra l'acuto e l'appena accennato.
Per fortuna con Original Fire, tutto questo viene spazzato via; questa canzone è, probabilmente, una delle più belle dell'intero album, essendo caratterizzata da un minimalismo a regola d'arte che colpisce proprio nel centro del petto. Meglio di così non si poteva fare, soprattutto per quanto riguarda la chitarra di Morello che, pur non facendo niente di particolare, riesce a sprigionare la vera potenza che la sua penna musicale vuole esprimere, ovvero del puro funky.

Il disco è senz'altro un buon prodotto che, però, pecca in alcuni punti. Non stiamo parlando sotto il punto di vista stilistico o delle capacità dei singoli elementi. Si tratta più che altro della scelta di alcuni brani e della loro disposizione all'interno del disco. Questo perchè, dopo una botta di adrenalina e carica esplosiva che si ha nelle prime tracce, si passa poi a ritmi più blandi e meno accattivanti che lasciano un pò l'amaro in bocca. Bastava disporle in modo diverso per far sì che il tutto assumesse un aspetto migliore e maggiormente incisivo. Comunque Revelations risulta essere forse uno dei prodotti migliori degli Audioslave che, quest'anno, si prenderanno parecchie soddisfazioni.


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