Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Utter East
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Steve Swartz - Chitarra, Basso, Tastiere, Percussioni
- Stephanie Halpert Mc Walters - Voce
Guests:
- Jessica Bailiff - Voce
- Anna-Lynne Williams - Voce

Tracklist: 

1. The Winter Room
2. Dark Western
3. The World Is Too Much With Us
4. Bella Ballerina
5. By The Stream
6. Art Of Film
7. Genius Of The Escape Who Will Startle & Amaze
8. Stella, My Brightest Star
9. The Key
10. Breeze In The Tree
11. Maps Of The Sky
12. After The Snowstorm

Au Revoir Borealis

Dark Enough For Stars

Dopo sette, interminabili, anni di attesa, l'eclettico polistrumentista statunitense Steve Swartz ha ben pensato di rimettersi al lavoro con i suoi Au Revoir Borealis con l'obiettivo di riproporre e rievocare la brillatezza melodica e la sensibilità atmosferica incastonata nel precedente Tienken del 2001. Sette anni che dividono due gioielli in cui il suono ha saputo raggiungere un'elevazione emotiva quasi metafisica: Dark Enough For Stars non cambia rotta rispetto al predecessore, ma ne aumenta lo spessore evocativo, disegnando intrecci strumentali sempre più fragili, intimi e soffusi: si tratta infatti di un disco in cui l'atto compositivo non è più solo una ragionata mimesi artistica ma un rapporto dialettico in cui la rappresentazione dell'inconscio e del sentimento astratto diventa un processo estremamente fluido e naturale.
Probabilmente, di fronte a tutto questo, i Cocteau Twins , o i Low, o ancora gli Slowdive avranno scavato i loro volti di un sorriso malinconico e di consapevolezza, quello di aver trovato dei degni successori: ma non si vedano gli Au Revoir Borealis solo come l'ennesima ripresa del pop-rock più fumoso e onirico, perchè in queste note vi è celata una sua poetica ed originale rielaborazione.

Dark Enough For Stars non fatica nel tentativo di colpire l'ascoltatore già dai suoi primi, timidi vagiti: la straordinaria opener The Winter Room è un incantesimo di inaudita e incorrotta bellezza grazie ai fini intrecci strumentali sapientemente manipolati da Swarz e alla suadente voce di Stephanie Halpert Mc Walters, che si impone in tutta la sua poesia anche nella successiva Dark Western in cui gli arrangiamenti cominciano lentamente a svanire: da qui le chitarre elettriche implodono donandosi ad un'atmosfera più naturale e per certi versi primordiale (la stupenda Bella Ballerina), i raffinati contorni ambient si assottigliano costantemente, ma più in generale è l'intero mood del disco che decresce in impatto senza però perdere quell'inesauribile intensità emotiva che percorre tutte le sue dodici canzoni.
Così la più tipica matrice dream pop, deliziosamente espressa nel finale da Maps Of The Sky, a tratti si esaurisce muovendo in continuazione l'ambiente onirico attraverso atmosfere ora più distese (By The Stream) ora più fitte e possenti (Art Of Film), senza tralasciare fraseggi che in un batter di ciglia passano dall'arioso e il solare (Genius of Escape Who Will Startle & Amaze) ad una sorta di disincantato post rock acustico (le eccellenti The Key e Breeze In The Tree).

Gli Au Revoir Borealis hanno per questo confezionato un prodotto eccelente sotto più punti di vista, a partire da quello poetico grazie ad un tessuto melodico sempre coinvolgente, fino a quello stilistico perchè, nonostante i (comunque sporadici) richiami alle origini del genere, il disco sa evolversi egregiamente esprimendo tutto il suo splendore evocativo attraverso armonie sempre equilibrate. Post rock, folk, dream pop, ambient: in Dark Enough For Stars c'è tutto questo ma anche dell'altro, perchè il viaggio che si compie per cogliere nel profondo la sua più intima bellezza è l'inizio della vita e la sua fine, è il concreto e l'astratto, è il fugace ricordo di un sogno e al contempo il suo nostalgico termine.
Una delle migliori uscite dell'anno.


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