Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Century Media
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Angela Gossow - voce
- Michael Amott - chitarra
- Christopher Amott - chitarra
- Daniel Erlandsson - batteria
- Sharlee D’Angelo - basso

Tracklist: 

1. Tears Down The Wall
2. Silent Wars
3. We Will Rise
4. Dead Eyes See No Future
5. Instinct6. Leaders Of The Rats
7. Exist To Exit
8. Marching On A Dead End Road 9. Desplicable Heroes
10. End Of The Line
11. Dehumanization
12. Anthem
13. Saints And Sinner

Arch Enemy

Anthems of Rebellion

Gli Arch Enemy sono una band attiva da anni che ultimamente, grazie al talento dell'ex Carcass Amott e alla presenza carismatica della Gossow, si è imposta a livello internazionale proponendo un sound deciso e allo stesso tempo orecchiabile.

Nel 2003 esce dunque Anthems Of Rebellion, il secondo capitolo del dopo Liiva. Venendo al disco, dopo l'intro bellicoso di Tear Down The Wall, la band ci presenta l'album con Silent Wars, dove la "vorace" singer smette i panni di bella ragazza e tira fuori il meglio dalle sue corde vocali. A seguire, il primo singolo We Will Rise, canzone tenace e cadenzata, arricchitta da intrecci di chitarre molto accurate e dai costanti ruggiti vocali di Angela. Dead Eyes See No Future é il secondo brano di punta del disco, tanto che la band lo farà in seguito uscire in versione Ep: fin dalle prime note, infatti, appare una canzone sicura e fortemente ispirata, grazie ai fratelli Amott e ad un Erlandsson dietro le pelli in vero spolvero. La quinta Instinct rallenta decisamente il ritmo del full, e apre le porte alla groovy Leader Of The Rats, nella quale l’ispirazione all´american sound appare chiara. Exist To Exit crea una strana atmosfera iniziale, facendo credere si tratti di un mid-tempo; in realtá il brano presenta cadenze di quel tipo, ma alternate a momenti piú carichi e tipici della band. Insieme alla precedente, questo duetto di canzoni sembrano particolarmente studiate per il nuovo mercato statunitense, mercato che la Century Media non vuole farsi mancare. Un tocco di malinconia è Marching On A Dead End Road, scritta ed esegiuta da Christopher. Breve ma intensa, la canzone si dissolve per far largo alla prorompente Despicable Heroes, che riprende il filo dopo la parentesi strumentale con quella verve di cui gli svedesi ci hanno abituato. Qualora esistesse un terzo singolo, sarebbe certamente la decima End Of The Line, personalmente la migliore dell’album. Veloce quanto serve, ma molto incalzante, la traccia vede inoltre la presenza di Michael come back vocalist nella fase chorus; ed é lo stesso Michael che ci regala l’assolo, molto breve ma estremamente indicativo del brano. Dehumanization si apre con la batteria di Daniel, per poi intonare una canzone decisamente atmosferica nelle parti rallentate. Anche questa canzone vede la partecipazione dell’inglese come back-singer. La fine del disco sembra tutta per lui, anche l’undicesima traccia sancisce il turno dell’ex Carcass, che si cimenta per la seconda traccia strumentale del disco; Anthem peró suona come un maestoso inno trionfale, a differenza della song del fratello. La closer track é Saints And Sinner, brano che chiude il disco in modo forte, riprendendo peró un pó lo stile della settima traccia.

La limited edition dell’album comprende un DVD, solo audio, con tre canzoni live (Lament Of A Mortal Soul, Behind The Smile e Diva Satanica) piú tre versioni "mix" di tracce presenti nell’album stesso (Exist To Exit, Leader Of The Rats e Dead Eyes See No Future).
Un discreto lavoro questo Anthems Of Rebellion, seppur non eccelso, e leggermente piú cadenzato e lento del precedente Wages Of Sin; ma nonostante le performance dei fratelli Amott siano decisamente sopra la media, gli Arch Enemy hanno perso la verve che li contradistingueva agli esordi, quando un John Liiva era dietro al microfono e le canzoni graffiavano come la sua voce. Il combo svedese sembra aver smarrito le idée, e non riesce ad eguagliare i fasti del passato. Questo album é si decisamente sufficiente, ma i capolavori erano altri.

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