Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Etichetta: 
Spinefarm/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Hakim Hietikko - voce
- Mikko Merilinna - chitarra, pianoforte
- J. Fatal - chitarra
- Jaakko Pulkki - basso, backing vocals
- Mikko Huovila - batteria

Guests (in Fading):
- A.Kiiski - violino
- H.Niemela - viola
- T.Helminen - violoncello

Tracklist: 

1. The Power Of One
2. First Blood
3. Stain
4. Soul Of Elimination
5. Colourblind
6. Dead Man Walking
7. Weakened To Speak
8. Time Is Up
9. Two Steps (For A New Revolution)
10. Fading

April

Tidelines

La storia degli April è il classico "dream comes true", un sogno che ogni demo band vorrebbe si realizzasse per se. Ancora non scritturati sono stati partecipi dei principali due festival in Finlandia, il Sauna Open ed il Tuska, mostrando una confidenza on-stage da veterani delle scena. Segue addirittura la possibilità di aprire i concerti dei Bullet For My Valentine, più un curriculum quasi interminabile in terra scandinava come headliner o opener a tutte le principali band finlandesi e svedesi. La band cattura l'interesse di Tero Kinnunen, già coi Nightwish, che si offre personalmente di curare la produzione del primo album. Contratto con la Spinefarm, e tutti in studio, per dar vita al debut Tidelines.

Il combo di Helsinki ha il compito difficile di bissare i consensi dopo i Brothers Firetribe in una label che si dedica maggiormente a sonorità estreme; gli April invece propongono un frizzante rock carico di elementi heavy metal e dalla immediatezza della musica pop. La stessa durata dei brani, e la velocità in cui trascorrono le dieci tracce fa ricondurre in effetti ad una band che punta tutta sull'impatto, cercando di far interagire più meccanismi tra loro, in grado che sappiano dare la giusta rabbia quanto semplicità e scorrevolezza. Da notare come è la stessa struttura del platter: una ballad come Weakened To Speak inserita dopo un brano decisamente heavy come Dead Man Walking, che suona a tratti come i Gallesi Bullet For My Valentine (evidentemente il tour con loro ha notevolmente inspirato e giovato). La voce di Hakim è davvero incisiva in fase live, in studio discutibile. Soprattutto nel corso dell'opener The Power Of One, dove onestamente sembra azzeccarci ben poco col brano. Lo scream del front-man matura e cresce nel corso della release, come se le prime canzoni fossero un warm-up, per trovare in Time Is Up la massima performance nelle sue parti veloci; le parti clean invece non sono così congeniate, e la resa è nettamente inferiore. Un miscuglio di stili nel complesso ben riuscito, che fanno capolino nella conclusiva Fading, brano che vede la presenza di archi ed è una lenta e coinvolgente love-song, ribadendo la volontà di fare un album popolare.

Togliersi ogni canone stretto di "rock"e "metal" è il primo passo per poter apprezzare questo esordio. Gli April forse non saranno i traghettatori del nuovo millenio, ciò nonostante questi minuti di musica sono ben congeniati tra loro.

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