Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Genere: 
Etichetta: 
Capitol
Anno: 
1981
Line-Up: 

- Myles Goodwyn - Voce solista, Chitarra
- Gary Moffet - Chitarra
- Brian Greenway - Chitarra, Voce
- Steve Lang - Chitarra Basso
- Gerry Mercer - Batteria

Tracklist: 

1. All over town
2. Tellin' me lies
3. Sign of the Gypsy queen
4. Just between you and me
5. Wanna rock
6. Caught in the crossfire
7. Future tense
8. Big city girls
9. Crash and burn
10. Bad boys
11 One more time

April Wine

The Nature Of The Beast

Canadesi, gli April Wine sono ricordati dalle nostre parti principalmente per questo disco, che ebbe la fortuna di contenere una delle ballad che più ha fatto breccia nel cuore dei rock fans di inizio anni 80.
Ed in effetti "Just between you and me" diventò una specie di tormentone, era il brano per il quale si difendeva il nostro genere preferito affermando che in fondo anche i duri sanno suonare, cosa da sempre accertata, ma chissà perchè all'inizio degli anni 80 ci si sentiva in uno stato di inferiorità rispetto a coloro che amavano le sonorità new wave, pompati alla grande dalle riviste specializzate e che riempivano di titoli le classifiche di vendita, nonostante le sonorità dure godessero di ottima salute grazie all'ondata proveniente dall'Inghilterra che nel giro di pochi mesi aveva sfornato gruppi storici come Iron Maiden, Def Leppard e altri ancora.
Ben diversa la situazione al di la dell'oceano, dove il genere soffriva una crisi pressochè irreversibile, con tutti i grossi nomi (ad eccezione dei Van Halen) alle prese con periodi di transizione più o meno lunghi, (gli Aerosmith senza le loro asce storiche, i Blue Oyster Cult lontanissimi dalle gemme proposte negli anni precedenti, i Kiss irriconoscibili ed alle prese anche loro con una serie importanti di cambi di line up), tuttavia stava prendendo piede un tipo di musica che se da un lato manteneva una discreta aggressività di fondo, dall'altro miscelava forti dosi di melodia, preparando il terreno al fenomeno poi denominato mainstream, uno stranissimo incrocio tra pop, hard rock e class metal.
Nel 1981 gli April Wine non erano certamente dei novellini, avendo già pubblicato ben otto album da studio e due raccolte live di cui una "Live at the Mocambo", aveva fatto conoscere anche in Europa il loro sound, una eccitante miscela di rock'n'roll dai toni pacati, che prendeva a piene mani dalle cose più dure dei Kansas e dall'arena rock dei Toto.
La vera grande differenza stava nelle composizioni del gruppo che lasciavano poco spazio alle tastiere, concentrando l'attenzione su un suono di grande impatto chitarristico, oltre che naturalmente su brani meno prolissi rifuggendo totalmente da tentazioni progressive che avrebbero snaturato non poco la loro proposta musicale.

Il gruppo si formò nel 1969 ad Halifax, nella Nuova Scozia, Canada e il nome scelto non deve fare pensare ad una combriccola di ubriaconi; April Wine, (il vino di Aprile) per i membri della band, dove già allora primeggiava il cantante chitarrista Myles Goodwyn, suonava bene per cui si poteva andare avanti alla ricerca di un contratto discografico che arrivò ben presto grazie all'interessamento della Aquarius records, che pubblicò nel 1971 il disco di esordio che portava come titolo il nome della band.
Quasi tutti gli album della band ebbero un buon successo in Canada, tanto che alcuni singoli arrivarono ai primissimi posti delle classifiche locali, e di riflesso, vista la vicinanza, anche negli Stati Uniti.
Con il passare degli anni, i Wine elettrificarono maggiormente il loro sound con l'ingresso in pianta stabile di un terzo chitarrista (Brian Greenway) ed ebbero la possibilità di andare in tour con nomi del calibro di Rolling Stones, Styx e Rush, cosa che permise al sestetto di farsi conoscere anche in altri paesi e gettando le basi per il grande successo internazionale, anticipato dall'album "Harder...faster".

"
The nature of the beast", prodotto dal leader della band Myles Goodwyn, in compagnia di Mike Stone, presenta il gruppo in forma smagliante pronto ad incendiare le arene sempre più piene di fans, grazie ad un hard rock scoppiettante reso ancora più eccitante dalle tre asce che sanno bene come muoversi, creando veri e propri muri sonori come nella durissima per i tempi "Crash and Burn", dove valanghe di feedback distorcono il suono delle chitarre, o in una serie di mid tempo ammalianti e pieni di feeling come "Bad Boys".
Ma è il livello totale dei disco a mantenersi straordinariamente alto, se pensiamo che delle undici tracce proposte non ve ne è una che sia usata come riempitivo, sia quando il gruppo si cimenta in brani all'apparenza più semplici ("All over town", "Tellin' me lies"), sia quando si affrontano tematiche musicalmente più aggressive come l'ipnotica "Future tense" o ancora la sofferta "Caught in the crossfire".
Tuttavia i brani più conosciuti dell'album sono la già citata ballad Just between you and me, che al suo interno è impreziosita da un notevole lavoro chitarristico, brano questo che ha catapultato il gruppo in vetta alle classifiche di mezzo mondo e la versione di "Sign of the gypsy queen" brano composto qualche anno prima da Lorence Hud, caratterizzato da una doppia chitarra solista alla maniera dei Thin Lizzy, anche se il brano risulta molto più melodico del materiale composto da Lynott e compagni.
Nonostante l'evidente indurimento generale del sound, la voce di Myles Goodwyn, si mantiene lineare con quanto proposto in precedenza dal gruppo, quindi toni puliti anche nelle canzoni più grintose, solo qualche effetto filtro in "Wanna rock"; grande importanza hanno invece gli arrangiamenti che vedono sugli scudi i tre chitarristi i quali mostrano un affiatamento tipico delle band di southern rock, pur suonando qualcosa di completamente diverso.
Ottima la produzione che rende il suono cristallino e potente, giustificando in pieno l'importanza di un disco che ha avvicinato molti rock fan europei agli April Wine e che influenzerà non poco bands come i Loverboy, in pratica i veri successori del gruppo, che tuttavia accentueranno le caratteristiche melodiche diventando uno dei gruppi più importanti della scena AOR mondiale.

Purtroppo, la qualità di "The Nature Of The Beast" non sarà più ritrovata negli album successivi degli April Wine, i quali vivranno di rendita pubblicando ancora diversi album, l'ultimo dei quali, "Roughly speaking" è uscito nel 2006, ma non sarebbe male per ogni rock fan trovare il tempo per dargli un ascolto, in quanto si tratta di un disco che richiama alla memoria il rock melodico che fu, anticipando di qualche anno sonorità rese ancora più fascinose da nugoli di tastiere.
Un album sincero, proposto da gente sincera che ha trovato dopo dodici anni il successo che meritava, ma si sa, il vino vecchio.....

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