Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
- Tomi Joutsen - voce
- Tomi Koivusaari - chitarra
- Esa Holopainen - chitarra
- Niclas Etelavuori - basso
- Santeri Kallio - tastiera
- Jan Rechsberger - batteria
- Marco Hietala - cori
       

Tracklist: 

:
1. Sampo (06:08)
2. Silver Bride (04:13)
3. From The Heaven Of My Heart (05:20)
4. Sky Is Mine (04:20)
5. Majestic Beast (04:19)
6. My Sun (04:04)
7. Highest Star (04:44)
8. Skyforger (05:15)
9. Course Of Fate (04:15)
10. From Earth I Rose (05:04)

Amorphis

Skyforger

A 2 anni di distanza dal giustamente acclamato Silent Waters, che proseguiva l’opera discografica dedicata al poema epico nazionale intitolato Kalevala inaugurata l’anno precedente con l’esplosivo Eclipse, i finlandesi Amorphis completano finalmente la loro personale trilogia nel segno della più ispirata continuità: Skyforger, infatti, non fa che confermare appieno le immense qualità dimostrare dalla formazione scandinava, esprimendo una maturità tecnica e una personalità artistica a tratti davvero imbarazzanti che, sebbene si guardino attentamente dal rivoluzionarie troppo il loro stile già unico e oramai consolidato, ancora non sembrano avvertire i benché minimo segno di cedimento, manifestazione evidente di come la qualità musicale possa sopravvivere tanto alle esigenze economiche del mercato discografico quanto ai pruriti innovatori di certa critica benpensante. E’ veramente un sollievo dover ammettere che il super singolo Silver Bride, la cui essenza dannatamente catchy aveva sollevato le più alte aspettative nei confronti di una formazione comunque già ampiamente stimata e consolidata, non era che un mirabile specchio per le allodole, mentre la sostanza del nuovo capitolo discografico firmato Amorphis trovava la sua più naturale espressione nella sorprendente b-side Separated. In effetti, un approccio di tipo esclusivamente emotivo, per certi versi infantile, che ricerchi in Skyforger hit di facile impatto e di immediato coinvolgimento, è quanto di più deleterio si possa mettere in pratica, essenzialmente da parte di chi ancora (e sono pochi, evidentemente) non conosca questa eminente realtà della musica metal: Skyforger, infatti, è un album difficoltoso, reticente, intricato, estremamente complesso e raffinato nelle sue partiture, fitte, dense, voluminose quanto le pallide foreste invernali della terra dei laghi. Il primo ascolto è, paradossalmente, quello in assoluto più foriero di delusione: a parte la già citata Silver Bride, singolo martellante e dannatamente ipnotico, tutte le altre tracce sembrano scivolare via dal lettore nella più totale insignificanza, macinando riff sempre uguali e ugualmente ritriti, il cui sostegno va a choruses ben poco pragmatici ed incisivi.

Quel che si tende a dimenticare troppo in fretta, purtroppo, è che Skyforger è il terzo concept album di un’articolata trilogia discografica ispirata alla più famosa opera narrativa finlandese, ragion per cui non è alimentare fuochi fatui di popolarità giovanile l’intento degli Amorphis, né soprattutto lo è mai stato: ancora una volta, se già non fosse stato evidente all’epoca del roccioso e infuocato Eclipse o del più cupo e intimista Silent Waters, la formazione capitanata dal funambolico Tomi Joutsen si riserva il compito di tradurre, interpretare e riprodurre in musica i passaggi lirici di un’opera letteraria tanto originale quanto complessa. Pertanto, le medesime difficoltà che incontreremmo nella lettura e nella comprensione del Kalevala le ritroviamo intatte, inalterate e quanto mai sincere nell’ascolto di Skyforger, il quale incrementa in noi, ascolto dopo ascolto, la curiosità e la voglia di svelarne i segreti, coglierne le sfumature, addentrarci nei suoi pentagrammi angusti ma allo stesso tempo essenziali, fra melodie soffuse e contemporaneamente squillanti, in grado di ammaliarci passaggio dopo passaggio con una naturalezza e una leggerezza che soggiacciono in maniera sorprendente ad una consapevolezza compositiva e ad una perizia tecnica veramente invidiabili. E’ per questi motivi che le contrizioni iniziali spariscono nel tempo trasformandosi in un lontano ricordo indistinto, è per queste ragioni che lo stupore più dirompente e gioioso lentamente comincia a prendere possesso dei nostri sensi facendoci apprezzare lentamente ma progressivamente un lavoro misterioso, ragionato, metodico eppure ammaliante, come nel caso della fragrante From The Heaven Of My Heart o l’eterea ballad My Sun, in grado di armonizzare con disarmante semplicità la potenza elettrica delle 6 corde con la morbidezza cristallina dei fiati e la dolcezza più concreta delle tastiere. L’ormai consueta miscela di progressive metal (dalla meravigliosa Sampo all’avvenente From Earth I Rose) e melodic death metal (Majestic Beast, dal sound così intensamente noir, o la più dinamica, anche se ben poco death, Sky Is Mine), ispessita dai soliti raffinatissimi inserti acustici (la deliziosa introduzione alla dinamitarda titletrack Skyforger), senza tralasciare quei passaggi più appropriatamente folk (la sognante Highest Star, con quel suo inatteso e trascinante cambio di tempo centrale) e un mood piacevolmente gothic (la ferina Silver Bride), non sembra ancora cedere allo scorrere degli anni, ma ripropone gli Amorphis come i padroni assoluti del panorama alternative metal mondiale.

Infine non si può non sottolineare uno degli elementi essenziali del combo finlandese, soprattutto in relazione alla crescita esponenziale avuta negli ultimi anni a partire dalla pubblicazione di Eclipse: la strabiliante voce di Tomi Joutsen. Questo carismatico singer scandinavo, brillantemente accolta e superata la prova confronto con Pasi Koskinen, è ad oggi una delle personalità di maggior rilievo in ambito metal e affini: per nulla intimorito dalla pesante eredità lasciatagli dal suo predecessore, Tomi Joutsen ha saputo calarsi perfettamente all’interno della band aggiungendo uno spessore vocale mai sperimentato prima, oltreché un contributo, in termini di songwriting e immagine, davvero ragguardevole. Skyforger può certamente dirsi l’ennesimo capolavoro di un vero artista del microfono, la cui ecletticità è pari solamente alla padronanza del proprio strumento vocale: cavernoso e oscuro nelle parti in growls, caldo e accogliente nei momenti di clean, graffiante e dinamico nelle sezioni più heavy, trascinante ed effervescente negli stacchi più rock, Tomi Joutsen rappresenta l’essenza stessa del vocalist moderno, la definizione più tangibile di leader musicale. 

Per concludere, un interrogativo perfettamente inutile: per quale motivo la cover di Skyforger, per altro esteticamente molto ben realizzata, è così maledettamente somigliante a Faso Latido degli A Static Lullaby? Omaggio o dimenticanza, a voi l’ardua sentenza.

Giudizio finale, 8- : l'unico neo è la sezione ritmica di Sky Is Mine, con quel controtempo molto power tutt'altro che entusiasmante, per il resto impeccabile album conclusivo di una trilogia da leggenda. Ora, però, è tempo di cambiare. 

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