Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Metal Blade/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Johan Hegg - voce
- Olavi Mikkonen - chitarra
- Johan Söderberg - chitarra
- Ted Lundström - basso
- Fredrik Andersson - batteria
 

Tracklist: 

1. Valhall Awaits Me (04:43)
2. Runes To My Memory (04:32)
3. Asator (03:04)
4. Hermod's Ride To Hel (Lokes Treachery Part 1) (04:40)
5. Gods Of War Arise (06:02)
6. With Oden On Our Side (04:34)
7. Cry Of The Black Birds (03:49)
8. Under The Northern Star (04:17)
9. Prediction Of Warfare (06:36)

Amon Amarth

With Oden On Our Side

Sono passati solamente otto anni da quando, nel 1998, gli Amon Amarth mostrarono al mondo ciò di cui erano capaci. Once Sent From The Golden Hall si rivelò un autentico capolavoro, un disco allo stesso tempo fresco e devastante. Da allora la band di Tumba si è evoluta: di album in album ha mutato il proprio stile, passando dal potente Death melodico degli esordi ad un Metal più epico, lento e spesso ossessivo. Fate Of Norns non convinse però numerosi fan della prima ora, i quali si auguravano invece un ritorno ai fasti, e alle velocità, di un tempo. Il 2006 doveva perciò essere per gli Amon Amarth l’anno della riscossa, e così è stato. Come una macchina sterminatrice, i cinque vichinghi svedesi hanno rifilato in breve tempo un mastodontico ed eccezionale DVD, una breve ma indimenticabile tappa in terra italica ed ora, quasi a formare un triscele magico, un album finalmente degno di questo nome. Signore e signori, ecco a voi gli Amon Amarth, ecco a voi With Oden On Our Side.

L’impatto con il disco è veramente micidiale e bastano pochi secondi per capire che aria tira. Valhall Awaits Me, dopo un breve fraseggio di batteria, esplode in un riffing tanto elementare quanto efficace. I ritmi sembrano tornare ad essere quelli di una volta, le chitarre volano sull’acqua come due drakkar a vele spiegate, il tutto mentre Johan conferma la buona impressione di quest’estate, quando, insieme ai suoi fidati compagni, mise a ferro e fuoco il palco dell’Evolution Festival. La voce del singer scandinavo, capace di variare da uno stile gutturale ad uno screaming indemoniato, si rivela infatti una della armi vincenti dell’intero disco, alla pari del drumming furioso operato dal buon Fredrik Andersson. Il paragone con il lavoro svolto da Martin Lopez in Once Sent From The Golden Hall rimane improponibile, tuttavia il batterista svedese, pur non avendo nel dna la classe dell’ormai ex Opeth, esegue al meglio il compito a lui affidato. Si prosegue quindi con Runes To My Memory, brano meno feroce se paragonato al precedente. La seconda track di With Oden On Our Side presenta i tradizionali riff monolitici targati Mikkonen - Söderberg e, sebbene non si discosti poi molto dai lavori passati della band, offre una buona dose di adrenalina, mista a quella rabbia nordica che, da sempre, caratterizza il Death Metal degli Amon Amarth. Da notare, inoltre, che sulle note di Runes To My Memory è stato girato anche un videoclip, divertente seppur pacchiano.

Asator si apre con un riff repentino per poi proseguire sulla scia di Valhall Awaits Me. Si tratta, in questo caso, della traccia più tirata in assoluto di With Oden On Our Side, album che predilige perlopiù mid tempo in stile Death In Fire. Ad ogni modo, tanto per essere chiari, Asator farà la felicità di chi ama pezzi memorabili come Ride For Vengeance, Without Fear e Bleed For Ancient Gods. In aggiunta, va considerato il netto miglioramento di Hegg dietro al microfono, il quale impreziosisce così una canzone di per sé eccezionale. Più vicina a Fate Of Norns è invece Hermod's Ride To Hel (Lokes Treachery Part 1), evocativo brano dal forte sapore malinconico, caratterizzato da un incedere possente e flemmatico. Meritano ora di essere analizzati i testi del disco, intrisi di odio verso il cristianesimo, ma anche di fratellanza e spirito guerriero. Nelle liriche di With Oden On Our Side si possono trovare diversi riferimenti alla mitologia nordica, buon motivo questo per approfondire la storia dei popoli vichinghi e le loro tradizioni. Gods Of War Arise prosegue poi ottimamente sulla falsa riga di Runes To My Memory, così come la successiva With Oden On Our Side, dotata di passaggi chitarristici davvero avvincenti, e la conclusiva Prediction Of Warfare. Quelli nominati sono tutti pezzi piuttosto lunghi, con una struttura ben più articolata rispetto alle mediocri tracce di cui Fate Of Norns era composto. Discorso a parte merita invece Under The Northern Star, apice emotivo del platter, brano che, attraverso le sue facili ed orecchiabili melodie, riesce ad incantare anche l’appassionato più intransigente. All’appello manca infine Cry Of The Black Birds, suggestivo inno battagliero, abile nel conferire all’opera un tocco di fascino in più.

Valido e maturo, questo With Oden On Our Side va ben oltre il discreto Fate Of Norns, offrendo nel giro di circa quaranta minuti un’ampia panoramica di quelli che sono oggi gli Amon Amarth. Non solo, l’album, dotato oltretutto di una produzione pressoché perfetta, pesca infatti nel passato del combo scandinavo per riproporre sonorità che sembravano ormai perdute. With Oden On Our Side risulta quindi un lavoro imperdibile per i fan del gruppo, ma può essere anche un buon modo per avvicinarsi ai cinque vichinghi più spietati di Svezia. In alto i boccali, i figli di Odino sono tornati!

“Under winter skies
We stand glorious
And with Oden on our side
We are victorious!”

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