Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Northern Silence
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Neige – Voce, Chitarra, Basso, Effetti
- Winterhalter – Batteria
- Audrey Sylvain – Voce femminile

Tracklist: 


1. Bonheur Amputè (4.33)
2. Ruines Humaines (6.28)
3. Faiblesse des Sens (5.02)

Amesoeurs

Ruines Humaines

Ultimi rampolli della tanto prolifica quanto straordinaria scena Black Metal francese, gli Amesoeurs sono un trio che ruota attorno alla figura del polistrumentista e vocalist Neige, già mente degli originali e talentuosi Alcest; la formazione che ha registrato “Ruines Humaines”, EP di debutto (e finora unica release) degli Amesoeurs, è completata dal batterista Winterhalter (membro dell’altra band di Neige, i tradizionalisti Peste Noire) e dalla vocalist Audrey Sylvain.
Uscito nel tardo 2006 per la Northern Silence, questo quarto d’ora di musica è stato salutato da elogi e consensi trasversali, tanto da far interessare la nostrana Code666, che si è affrettata ad offrire un contratto agli Amesoeurs; aspettando quindi il debutto sulla lunga distanza della band, attualmente in fase di creazione, non mi resta altra scelta se non il segnalarvi questo magnifico disco.

“Ruines Humaines” è, in realtà, un capitolo che di Black Metal ortodosso ha proprio poco, ed anzi sonorità prettamente legate a quello stile si possono riscontrare solo nel cantato di Neige, fatto di laceranti e strozzate grida, oltreché nel furioso drumming di Winterhalter, il cui retaggio estremo dona un taglio piuttosto aggressivo ad un lavoro che è altrove mitigato nella propria ferocia da influssi di ben altra provenienza.

Le atmosfere proposte si alternano fra paesaggi decadenti (la tagliente e dolorosa “Bonheur Amputè”), industriali (“Ruines Humaines”, dotata di uno straordinario equilibrio), malinconici (la nostalgia finale di “Faiblesse des Sens”): attori principali sono le chitarre elettriche – solo raramente spodestate dalle proprie controparti acustiche (comunque ottime nel dare un volto più intimo ad alcuni fraseggi) – che incorporano una varietà sorprendente di suoni diversi, pur partendo da un solido background metallico: nei panorami chitarristici di questo EP possiamo infatti ascoltare lontani echi che ricordano gli arpeggi liquidi degli Explosions in the Sky e le loro lente costruzioni Post-Rock, o ancora meccanici assoli che paiono estratti da una versione Indie-Alternative degli Jesu, mischiati con la maleodorante depressione che impregnava gli esperimenti dei Bethlehem di metà carriera o dei Silencer più alienati; su tutto ciò, aleggia inquieto l’oscuro fantasma della DarkWave ottantiana, una fonte a cui Neige attinge copiosamente per ricavarne momenti sonori che si integrano intimamente al suono Amesoeurs.

La title-track è l’emblema di tutto ciò: gli arpeggi, calmissimi, che introducono la song sono poco dopo sostituiti da un mid-tempo a metà tra il Depressive Black e il Dark; il tutto presto sfocia in un attacco frontale di rara espressività che qualche attimo dopo rientra nei ranghi, su sentieri emozionali, racchiusi tra il sordo rimbombare del basso, languide chitarre ed una sofferente interpretazione vocale – il finale è affidato ad un meccanicistico rituale Industrial, e lascia spazio alla delicatezza perversa instillata nell'innovativa “Faiblesse des Sens”, che con quel suo tanto dolce quanto mortifero cantato femminile ricorda i tentativi fatti anni orsono, in questo genere, da Vordven e Bak De Syv Fjell: ma a differenza dei due acts scandinavi citati, gli Ameoseurs rigettano romanticismo ed epicità, focalizzandosi su momenti più tristi e riflessivi: poca poesia e tanto realismo per questo brano, che tuttavia emoziona non solo per la propria sincera incisività, ma anche per la sua silenziosa, sognante finezza.
Prima di chiudere, due parole anche sull’opener “Bonheur Amputè”, tragicamente malinconica, altro gioiello che permette a questo “Ruines Humaines” di brillare con nerissima intensità, rigonfio di una grigia monotonia metropolitana, permeato da un’angosciosa mancanza di speranza: la batteria alterna momenti cadenzati a sfuriate in doppia cassa, gli strilli di Neige sono più efficaci che mai, mentre i ricami acustici donano una grazia stridente ad un brano così decadente: sono i contrasti di queste ‘rovine umane’, sono gli sprazzi d'emozione della vita abitudinaria di tutti i giorni, sono le qualità degli Amesoeurs.
Se vi piace quando il Black Metal esce dagli schemi per affrontare un discorso inedito, personale, fresco, troverete in questa band una miniera d'oro.

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