Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Paola Andriulo
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Hernan Hemida -  voce
- Chris Storey - chitarra
- Ben Orum - chitarra
- Mike Tiner - basso
- Matt Kuykendall - batteria

Tracklist: 


1. When Life Meant More...
2. Black Gold Reign
3. Never...Again
4. The Ones We Left Behind
5. Awaken The Dreamers
6. Memories Of A Glass Sanctuary
7. Stabbing To Purge Dissimulation
8. Gagged, Bound, Shelved And Forgotten
9. Until The End
10. From So Far Away
11. Misery's Introduction
12. Songs For The Damned

All Shall Perish

Awaken the Dreamers

Se vi approcciate a questo terzo lavoro degli All Shall Perish credendo di ascoltare un sound simile a quello dei due album precedenti (Hate Malice. Revenge e  The Price Of Existence) vi state sbagliando di grosso. La band californiana infatti lo scorso anno ci ha lasciato un prodotto nettamente differente rispetto ai precedenti; non sempre il cambiamento è direttamente proporzionale al miglioramento qualitativo, ma personalmente considero il cambiamento quasi sempre positivo (a meno che non sia dettato solo dal desiderio di seguire la moda del momento) per lo meno perchè equivale a mettersi in gioco, rischiare.

Detto questo, con Awaken The Dreamers gli All Shall Perish hanno rischiato davvero tanto, perchè davvero tanto si sono allontanati dalle lande percorse precedentemente.
I primi due lavori del gruppo erano un mix di death metal e deathcore che era stato apprezzato parecchio dal pubblico; con Awaken The Dreamers, i cinque non dicono basta al percorso fatto fino a quel momento, piuttosto intendono ampliarlo, aggiungendo altre influenze (in alcuni brani si respirano atmosfere Opethiane) e ammorbidendo il risultato.

Questo evidente cambiamento non si nota molto nel primo pezzo When Life Meant More, che resta un buon e classico esempio del sound aggressivo degli All Shall Perish e del buon incontro fra scream e growl. Le cose però iniziano a cambiare soprattutto a partire dal quarto brevissimo pezzo The Ones Who Left Behind, un intermezzo soft non particolarmente interessante; poi arriva la titletrack, troppo lunga e arricchita da cori che fanno perdere al pezzo la sua energia iniziale. Memories of a Glass Sanctuary è una ballata malinconica  (sì, vero, gli All Shall Perish han fatto una ballata) che non colpisce in maniera significativa, sembra quasi anch’essa un intermezzo, nulla di più; poi però col brano successivo Stabbing to Purge Dissimulation gli amanti del metalcore possono fare festa: quasi tre minuti di cattiveria piacevolissima in puro stile deathcore, con riff di chitarra grezzi, brevi,  privi di quei fronzoli che abbondano in altri brani dell’album. Il resto di Awaken The Dreamers in effetti, anche se non si tratta di brani originalissimi, riesce comunque nel suo intento principale, quello di svegliare i sognatori: metalcore, death metal, anche influeze prog metal tutte nello stesso calderone.

Il cambiamento non sempre è positivo, in questo caso probabilmente se fosse stato accompagnato da idee più originali e più verve sarebbe stato un cambiamento decisamente riuscito.
Nonostante tutto Awaken The Dreamers non è un prodotto di principianti, è un album diverso dai precedenti, non troppo maturo ma di sicuro quel che basta per far capire al pubblico che gli All Shall Perish sanno cambiare, sanno mettersi in gioco e creare brani complessi e ricchi di influenze.


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