Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Prophecy Productions
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Neige – Voce, Chitarra, Basso
- Winterhalter – Batteria
- Audrey – Voce femminile

Tracklist: 


1. Écailles de Lune (Part I)
2. Écailles de Lune (Part II)
3. Percées de Lumière    
4. Abysses        
5. Solar Song        
6. Sur L'Océan Couleur de Fer
       (Total playing time: 41:47)

Alcest

Écailles de Lune

Torna l'indaffaratissimo Neige, e soprattutto torna il suo progetto più intimo e personale: Alcest. L'uscita dell'LP di debutto “Souvenirs d'un Autre Monde”, tre anni fa, suscitò uno scalpore non indifferente in ambito Rock e -ancor più- in ambito Metal, scena messa di fronte a sonorità Shoegaze cui era sempre stata estranea, e diversi meticciamenti interessanti sono nati negli ultimi tempo proprio sull'onda di quel disco.

Con questo nuovo “Écailles de Lune”, Neige rimescola però le proprie carte, realizzando un particolare ibrido tra le sonorità Metal/Shoegaze di “Souvenirs” e quelle ancora Black Metal del suo EP “Le Secret”, riunendo in un sol colpo tutte le caratteristiche passate del suono Alcest: ci si trova quindi di fronte un disco dai toni nettamente più aggressivi e impetuosi (quasi Amesoeurs-iani) rispetto al più etereo “Souvenirs”, e contemporaneamente dalle inflessioni sicuramente più dolci e quiete rispetto al Black Metal (per quanto addolcito e contaminato) del bel “Le Secret”.
Una via di mezzo tra le due anime del progetto, quindi, un intreccio che rende “Écailles de Lune” un disco mescolante Indie/Alternative Rock, Shoegaze e Black Metal, e finanche Ambient (il brevissimo e francamente inutile intermezzo “Abysses”).

La title-track, com'è giusto che sia, risulta ottimamente rappresentativa di quanto detto. Divisa in due parti per un totale di quasi venti minuti (mezzo album, in pratica), essa mostra tutti lati di Alcest: la prima traccia presenta sia una lunga sezione morbida e ammaliante nella prima metà, sia un'accelerazione strumentale di stampo Black nel finale, preludio ai feroci screaming e ai tumultuosi assalti che aprono il secondo capitolo, che poi digraderà dolcemente fino a tornare ad una calma e pacifica quiete marina dai colori bluastri splendidamente anticipati dall'atipica copertina. Un paio di transizioni risultano forse troppo brusche, ma questa era una situazione da mettere preventivamente in conto considerata l'operazione concettuale che sta alla base del disco, di unione di due generi certamente non vicinissimi tra loro.
Tra l'altro, in questi due brani vi è una meravigliosa compenetrazione tra il mood Indie Rock e i suoni Black Metal e, viceversa, tra il mood Black Metal e i suoni Indie: quello di “Écailles de Lune” è un Black Metal che non taglia né ferisce, bensì avvolge e culla dolcemente, nonostante la batteria corra spedita a tutta velocità e le chitarre ronzino tremolo riffs uno dopo l'altro. Allo stesso modo, le sezioni più rock-oriented (sia esso sfumato Shoegaze o intimo Alt-Rock) si portano dietro sensazioni di malinconia, isolamento e lontananza che possiamo ritrovare in capisaldi del Black come “Filosofem” o “Bergtatt”.

Il resto del disco continua su binari non dissimili: di “Percées de Lumière” vi ha già parlato Paolo nella sua recensione dello split Alcest/Les Discrets, mentre “Abysses” è, come già anticipato, sostanzialmente tralasciabile; infine, il tratto finale del disco è orchestrato sulle tonalità più dolci e angeliche tra quelle in possesso di Neige, a cominciare da “Solar Song”, un discreto brano sullo stile di “Souvenirs...”, ma non altrettanto efficace.
Incantevole, invece, la conclusiva “Sur L'Océan Couleur de Fer”, in cui l'omonima poesia del poeta francese Paul-Jean Toulet (1867-1920) viene pacatamente sussurrata e recitata da dolcissime voci maschili e femminili, a loro volta affettuosamente coccolate da lenti, liquidi, tintinnanti arpeggi di chitarra, che portano accuratamente a compimento le atmosfere oceaniche e notturne di cui è intriso tutto l'album.

“Écailles de Lune” risulta dunque un disco stilisticamente meno compatto e coeso del debutto, per i motivi già elencati presentando questa pubblicazione; tuttavia, la magia rimane sovente intatta e la qualità del progetto viene confermata senza particolari remore grazie a composizioni di buon livello e a momenti melodici di grande pregio, sia nelle situazioni più impetuose che in quelle più riflessive: così come il mare può mutare rapidamente da una liscia macchia d'olio ad un tempestoso e terrificante inferno d'acqua mantenendo la sua grandiosa bellezza, allo stesso modo la musica di “Écailles de Lune” si trasforma e si altera continuamente, evitando però d'intaccare la propria riuscitissima armonia.


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