Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
The End Records
Anno: 
2004
Line-Up: 

AGALLOCH:

- J. Haughm - chitarra acustica

- D. Anderson - chitarra classica, mandolino

- D. Norton - violoncello




LINE UP NEST:

- A. Tolonen - kantele, soundcrafting, lapland drum, testi

- T. Saxell - basso

Guest musicians:

- J. Haughm - voce

- D. Anderson - chitarra acustica



Tracklist: 

1. Agalloch - The Wolves of Timberline (04.28)

2. Nest - Last Vestige of Joy (05.18)

Agalloch

The Wolves of Timberline

Gli Agalloch, reduci dalla pubblicazione di due ep non abbastanza convincenti (Tomorrow Will Never Come e The Grey) decidono alla fine del 2004 di ideare un nuovo esperimento musicale, spostando le sonorità già Folk di The Mantle a livelli ancor più atmosferici e ambientali; questa influenza è stata conferita dalla presenza dei Nest, band finnica Neo Folk, all’interno dell’opera split denominata The Wolves of Timberline - Last Vestige of Old Joy. Lo split-cd è stato pubblicato dalla The End Records, casa discografica della formazione americana, in un solo formato, quello del 10’’ picture lp, limitato a 1000 copie in tutto il mondo e oggetto da collezione solo per gli appassionati fans dei due gruppi.

Sia gli Agalloch che i Nest si esibiscono un una canzone ciascuno, per un totale di due tracce che sono le più vive testimonianze del Neo Folk moderno: completamente spinte su timbri ambient, se non quasi New Age, The Wolves of Timberline e Last Vestige of Old Joy si sviluppano entrambe attraverso il sapiente impiego di strumenti acustici o tradizionali sella cultura scandinava.

Gli Agalloch si ripresentano notevolmente diversi dal celebre The Mantle, le acustiche non si fermano mai durante i quattro minuti e mezzo che compongono la ballata strumentale; i colori acustici usati fanno profumare di montagna e di freddo The Wolves of Timberline, ricollegandosi al suono gelido di Pale Folklore e creando un’atmosfera nordica particolare, in cui il mandolino suonato da Anderson e il violoncello di Norton spezzano la monotonia degli arpeggi costanti di Haughm.
Né un clean vocal né uno screaming si odono durante la ninna-nanna prodotta dalla melodia raffinata degli Agalloch, non virtuosismi e giochi di intrecci complessi ma semplicità che trasporta l’ascoltatore sospingendolo con gli archi di sottofondo.

Rinnovatasi completamente dalle uscite precedenti, la formazione statunitense getta qui le basi per la realizzazione del terzo full-lenght, che cercherà di discostarsi sì dalle uscite precedenti, ma continuando sulla scia di quel filo conduttore Folk degli Agalloch.
Il vento nordico sferza gli alberi della foresta, rappresentati da Tolonen dei Nest sulla splendida copertina a pastello blu che raffigura la profondità della notte sul bosco e sull’acqua ghiacciata; l’alone mistico che circonda la foresta innevata rende il sound del gruppo magico, profondo e oscuro, coinvolgente senza ombra di dubbio.
In definitiva una canzone ciascuno è troppo poco per dare un giudizio completo allo split, ma The Wolves of Timberline - Last Vestige of Joy costituisce un’ottima prova da parte degli Agalloch e dei Nest, in preparazione ai lavori futuri, che forse supereranno in qualità anche i precedenti.


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