Voto: 
8.7 / 10
Autore: 
Emanuele Mancino
Genere: 
Etichetta: 
Atlantic
Anno: 
1976
Line-Up: 


- Angus Young - Chitarra
- Malcolm Young - Chitarra
- Bon Scott - Voce
- Mark Evans - Basso
- Phil Rudd - Batteria


Tracklist: 


1. It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock ‘n’ Roll)
2. Rock And Roll Singer
3. The Jack
4. Live Wire
5. T.N.T.
6. Can I Sit Next To Your Girl?
7. Little Lover
8. She’s Got Balls
9. High Voltage

AC/DC

High Voltage

La leggenda che porta il nome AC/DC nasce all’inizio degli anni ’70 in Australia, dove i giovani fratelli Malcolm e Angus Young, dopo aver intrapreso una valida gavetta musicale, decidono di cominciare a lavorare insieme su qualcosa di nuovo. Inconsapevoli forse che quel qualcosa sarebbe stato nuovo non solo per la loro esperienza, ma per l’intera scena rock mondiale, i due posero le basi per la band che tutti noi oggi conosciamo come solido pilastro dell’hard rock. Il nome, suggerito dalla sorella maggiore Margareth, ha origine da una sigla che stava su una macchina per cucire; quelle quattro lettere, nello slang australiano, stavano però a significare “bisessuale”, cosa che all’inizio causò alla band non poche difficoltà e fraintendimenti. Alla stessa Margareth si deve anche la famosa uniforme di Angus, diventata uno dei simboli del gruppo: fu la sorella, infatti, a consigli argli di presentarsi sul palco sempre nelle vesti di uno scolaretto. Curiosità a parte, gli AC/DC ingranarono subito la marcia, nonostante i numerosi cambi di line up iniziali; ad esempio, lo storico frontman Bon Scott (che, oltre alle origini scozzesi, condivideva con la famiglia Young anche alcune precedenti esperienze musicali) non fece parte della band fin dall’inizio, ma vi entrò solo dopo che Malcolm e Angus si scocciarono del singer Dave Evans, da loro considerato troppo glam e, soprattutto, poco idoneo dal punto di vista vocale a quanto era invece necessario agli AC/DC. Nel 1976 il gruppo si lancia alla conquista del mercato internazionale con questo primo avvincente High Voltage, un album che racchiude in sé i primi due LP (dal titolo High Voltage e T.N.T.) usciti in precedenza solo in Australia.

Il disco si apre con It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock ‘n’ Roll), un ottimo pezzo dal titolo e dai contenuti palesemente autobiografici; deciso, compatto, molto orecchiabile: senza dubbio vincente. Evidenti, in questo come nella maggior parte dei brani dell’album, sono le influenze rock e blues degli anni ’60, sotto le quali i fratelli Young ed i loro compagni di viaggio sono sicuramente cresciuti e musicalmente maturati. C’è spazio addirittura per le cornamuse, suonate da un Bon Scott che dà qui maggior voce alle proprie origini scozzesi, impreziosendo così il pezzo già di per sé di grande valore. La seconda Rock And Roll Singer procede sulla stessa strada. Dopo un intro di circa un minuto in cui il ritmo e la melodia vanno man mano delineandosi, i musicisti della band servono al frontman una base perfetta su cui inserirsi; Scott non manca di farlo cantando in man iera forte e decisa, soprattutto negli splendidi ritornelli. Dopo un inizio così esplosivo, si rallenta parecchio con The Jack, lenta e cadenzata; questa canzone ha un retroscena abbastanza singolare: pur parlando di una partita di carte nel testo originale, gli AC/DC la hanno leggermente modificata al fine di ricordare un episodio in cui la band ha preso lo scolo (the jack) da una ragazza. Da segnalare qui è un grande Mark Evans al basso. È proprio quest’ultimo ad aprire la quarta traccia, Live Wire, destinata a diventare uno dei pezzi onnipresenti ai concerti del periodo di Bon Scott; il merito di ciò va al forte coinvolgimento che questo brano riesce a dare all’ascoltatore. Energico, risoluto, determinato; ma anche grezzo, crudo, arrabbiato, proprio come il puro rock ‘n’ roll vuole. Il salto tra questa canzone e quella successiva equivale al passaggio dalla storia al mito. T.N.T., deflagrante almeno quanto il proprio titolo suggerisce, è un macigno d i autentico rock ‘n’ roll che gli AC/DC non mancano mai di scagliare contro il folto pubblico dei loro affollatissimi concerti: impossibile non farsi travolgere ed unirsi al coro degli “Oi! Oi!” a cui Scott e compagni insistentemente incitano. Spettacolari anche le chitarre, ruvide, calde, graffianti: una vera lezione di stile. Incalzante e determinata, la successiva Can I Sit Next To Your Girl? rivela con estrema evidenza le forti influenze sopra descritte; allegra e vivace, presenta una perfetta sintonia tra Mark Evans e quel piccolo scolaretto scalmanato che risponde al nome di Angus Young. Impossibile restare fermi. Ritmo invece più trascinato per Little Lover, che i più definiscono come ballata, ma che forse è più opportuno ricondurre ad una sorta di blues losco e bieco; allora saranno chiari anche i motivi per cui questo pezzo fa fatica a decollare (siamo sicuri che voglia farlo?). I già sapienti tocchi di chitarra da parte dei Young sul finale , dopo cinque minuti di canzone, fanno quasi sperare che il pezzo vada oltre. Ma è invece il momento di She’s Got Balls, che propone un potente e cadenzato riff capace di tener su l’intero pezzo. Abbastanza semplice, tutto sommato; forse sì, ma non per chiunque: pare che questa canzone sia costata a Bon Scott il divorzio, poiché l’aveva scritta dedicandola alla moglie. A chiudere il disco c’è la title track, un fiero inno al rock ‘n’ roll (come non ricordare le parole “high voltage rock ‘n’ roll” che infuocano i ritornelli) che lascia intravedere qualcosa di quello che saranno gli AC/DC degli anni seguenti; anche quest’ultimo brano è tra i cavalli di battaglia dei concerti del leggendario quintetto australiano.

Registrato presso gli Albert Studios di Sydney, High Voltage è stato prodotto da Harry Vanda e George Young, fratello maggiore quest’ultimo dei due chitarristi degli AC/DC (e leader degli Easybeats, band in cui Bon Scott aveva anni prima militato). Con questo importantissimo esordio gli AC/DC sono stati in grado, forse inconsapevolmente, di riscrivere le regole del rock, rifacendosi stilisticamente al più puro e grezzo rock ‘n’ roll. Originalità, creatività, semplicità e coinvolgimento sono i punti di forza su cui hanno lavorato per conquistare la stima di milioni di fans in tutto il mondo; il successo che hanno avuto è sicuramente meritato. Ecco a voi High Voltage: ecco a voi come nasce un mito.

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