Voto: 
9.8 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Atlantic
Anno: 
1980
Line-Up: 

- Brian Johnson - voce
- Angus Young - chitarra
- Malcolm Young - chitarra
- Cliff Williams - basso
- Phil Rudd - batteria

Tracklist: 

1. Hell's Bells
2. Shoot To Thrill
3. What Do You Do For Money Honey
4. Given The Dog A Bone
5. Let Me Put My Love Into You
6. Back In Black
7. You Shook Me All Night Long
8. Have A Drink On Me
9. Shake A Leg
10. Rock n' Roll Ain't Noise Pollution

AC/DC

Back in Black

Back In Black esce nell'estate del 1980, in un periodo poco felice per il combo australiano, infatti appena cinque mesi prima il mondo del Rock piangeva la scomparsa del singer Bon Scott, ritrovato morto a causa di un eccessivo abuso di alcolici, così le voci su un possibile ritiro dalle scene degli AC/DC continuavano a susseguirsi, e la scomparsa di una figura ingombrante e carismatica come quella del cantante facevano presagire tempi duri per i Rockers australiani. Ma fu lo stesso Scott a trovare una soluzione ai suoi compagni, avendo più volte in vita fatto il nome di un certo Brian Johnson, implicitamente nominato suo successore, un cantante proveniente da New Castle, già vocalist dei Geordie ed in possesso anche lui di una voce distorta ed alcolica in grado di sostituirlo dietro il microfono e di star dietro alle trascinanti ed elettriche melodie della chitarra di Angus Young.

L'album, che viene registrato nelle isole Bahamas presso i Compass Point Studios di Nassau e prodotto da Robert Lange, presenta una copertina nera, come recita il titolo, ma anche in segno di lutto che, insieme ai funebri rintocchi di campane poste all'inizio del platter e registrate in un campanile situato in Inghilterra e dedicato ai caduti in guerra, rappresentano un sentito e doveroso tributo all'amico scomparso.
Back In Black è un album di puro Hard n' Heavy, nessun compromesso e nessuna concessione, non c'è posto per romantiche ballate o lunghi e lenti pezzi epici, ma solo un concentrato di Rock n' Roll all'ennesima potenza tra schitarrate metalliche, elettrizanti e distorte, riffs veloci, semplici e potenti, melodie trascinanti, spaccati di vita notturna e selvaggia tra donne, motori e bottiglie di whiskey, e tanta voglia di divertirsi e divertire; un album quindi in grado di mostrare tutta l'essenza dell'Hard n' Heavy, del puro Rock n' Roll, che può far affidamento su uno dei miglior chitarristi da sempre esistenti nel panorama Rock, un batterista ed un bassista capaci di spaccare il secondo ed un Johnson, sempre accompagnato dalla sua inseparabile coppola, strepitoso all'esordio ed in grado di non far rimpiangere l'ex vocalist. La produzione di "Mutt" Lange dà spazio ed evidenza ad un drumming più presente e possente, a chitarre dal suono più metallico e ad un cantato volutamente sporco e grintoso, mentre gran parte dei testi vengono buttati giù in fretta e furia dal nuovo cantante e risultano meno provocatori e colmi di doppi sensi, cosa in cui era maestro Scott, ma comunque in linea con lo spirito ed il sound degli AC/DC.

Il funebre rintocco di campane apre Hell's Bells, poi un malinconico arpeggio ci introduce all'interno del brano che ha un chorus semplice ed orecchiabile ed un cantato grintoso e graffiante di Johnson; il brano non può certo definirsi tetro, ma è sicuramente il più cupo del lotto e rappresenta più degli altri un omaggio alla memoria di Bon, invece in Shoot To Trill assistiamo ad un ritmo più incalzante, un sussegursi di riffs veloci e potenti a supporto di un ritmo e di una melodia trascinanti e quasi rabbiosi, e caratteristiche simili mantiene anche la successiva What Do You Do For Money Honey, che però nelle strofe mantiene un ritmo meno sostenuto ed esplode in un chorus pieno e melodico da stadio, una song quindi che promette di dare il meglio di sè nei concerti, mentre Given The Dog A Bone è un pezzo Hard n' Roller su una trascinante base Blues che si fa ricordare anche per il bel refrain dove le urla al vetriolo di Johnson si alternano al cantato più pulito del coro dei compagni. Si riprende con i riffs ed il cantato grintoso di Johnson, ed è impossibile non sentire un brivido lungo la schiena quando parte il refrain, preceduto peralto da un grandioso solo di Young, della bellissima Let Me Put My Love Into You, prima di arrivare alla title-track Back In Black dove la melodia disegnata dalle chitarre viene sorretta e accompagnata dalla batteria di Rudd in un esplosivo susseguirsi di riffs, cambi di ritmo, urla alcoliche che sprizzano energia e vivacità, come nella successiva e bellissima You Shook Me All Night Long, il brano degli AC/DC che personalmente più amo per la sua capacità di metter di buon umore l'ascoltatore, per il suo ritmo vivace e la sua melodia energica e briosa, e per quel suo chorus orecchiabile ed ormai storico che lo hanno reso uno dei brani più famosi del combo australiano. Anche Have A Drink On Me è un bel pezzo Hard n' Blues ad alta tassazione alcolica, che può sempre vantare il cantato sporco e grintoso del singer ed il solito grande Young alla chitarra, che danno vita ad un finale esplosivo e strepitoso, mentre Rudd da dietro le pelli decide di rendersi protagonista della veloce ed a tratti frenetica, anche nel cantato, Shake A Leg, ed infine è un arpeggio quasi sommesso ad aprire Rock n' Roll Ain't Noise Pollution, che pur presentando un ritmo più lento e linee melodiche meno accattivanti non perde quella grinta e quel mordente che caratterizzano l'intero platter.

Back In Black è ad oggi, con ben più di quarantaduemilioni di copie vendute in tutto il mondo, il secondo album più venduto nella storia del Pop/Rock preceduto soltanto da Thriller di Michael Jackson, e rappresenta a mio avviso l'apice nella storia e nella carriera della mitica band australiana, nonchè uno dei maggiori esempi di Hard n' Heavy, dove sarà impossibile rimanere fermi e non cedere alla tentazione di scuotere su e giù la testa.


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