Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Nero Storm Promotion
Anno: 
2004
Tracklist: 

:1. MINDSNARE - Reborn From My Death
2. ENSOPH - Proudly Divine
3. DELIRIUM X TREMENS - ...Inside Me
4. MACHESCAZO - Today's Special Offer
5. DEFORGE - Immortality
6. DOLCINIAN - Penitenthiagite
7. ENDLESS PAIN - Angel Of Apocalypse
8. COMMON GRAVE - The Beauty Of Darkness
9. STIGMA - Metamorphosis
10. DYSTHYMIA - Fear
11. IMPOSER - Torment
12. LIFEND - Inner Scars
13. SUBLIMINAL Crusher - Life Drought
14. MOURN IN SILENCE - Spirit Of Grace
15. SLOWDOWN- Look Inside

AA. VV.

A Place in Hell (Chapter I)

A Place in Hell, Chapter I è il titolo della compilation presentata dalla Nero Storm Promotion, che riunisce quindici realtà underground, spaziando da sonorità impetuose ed aggressive ad altre sperimentali estreme.

1. Midsnare
Reborn from my Death: la band di Torino esibisce un Brutal Death Metal dai suoni potenti, penetranti, che non lasciano momenti di respiro nei continui riffs taglienti delle chitarre. Il brano è abbastanza monotono e il growl non subisce variazioni di timbro durante tutta lunghezza della canzone. Voto: 60

2. Ensoph
Proudly Divine: sono originari di Venezia i maestri dell’Avant-garde nazionale, contraddistinto da un’unione fra elettronica, voci strazianti, lamenti e pianti acuti, tastiere gotiche efficaci e aperture melodiche di ottimo rilievo. Tratto dall’ultimo full-lenght Opus Dementiae, questo Proudly Divine costituisce l’emblema più significativo per far conoscere il gruppo italiano a tutti gli amanti dell’elettronica e dello sperimentalismo musicale. Voto: 80

3. Delirium X Tremens
…Inside Me: influenzati dal Brutal di stampo americano, i bellunesi Delirium X Tremens danno un tocco personale alla composizione e costruiscono un pezzo di buona fattura dal punto di vista sia stilistico che strutturale, non risparmiando all’ascoltatore la potenza dei temi pungenti e dei rapidi assoli. Voto: 80

4. Machescazo
Today’s Special Offer: i porno grinders cagliaritani propongono una breve traccia, dotata di una registrazione non perfetta, ma che lascia percepire la brutalità del gruppo, sia per quanto concerne i riffs e la voce estremi, sia per i testi, che accompagnano tale follia musicale. Voto: 55

5. Deforge
Immortality: Death/Thrash Metal da Giulianova, possente e grezzo in alcune sezioni, ma ben costruito negli oltre cinque minuti di riprese repentine; la batteria precisa e il ritmo veloce rimarcano spunti Death di buon rilievo. Voto: 65

6. Dolcinian
Penitenthiagite: molto valida questa song di Black Metal medievale in stile Satyricon o Ulver, contraddistinta da uno splendido tema di chitarra acustica, variato dalle chitarre elettriche in tono grezzo ma appassionante; lo screaming è maturo e l’ascoltatore si trova immerso nel contesto buio ed eretico del pezzo. Voto: 85

7. Endless Pain
Angel of Apocalypse: la registrazione live non permette di distinguere con chiarezza tutti gli strumenti, e i riffs sono spesso sfuggiti e non precisi; perciò è abbastanza deludente la prova dal vivo della formazione thrasher bresciana. Voto: 55

8. Common Grave
The Beauty of Darkness: nessuna innovazione sperimentale da parte del quintetto di Treviso, che propone un Black abbastanza grezzo e ricco di influenze norvegesi: vorticose le partiture delle chitarre, come contorte sono le risoluzioni dei temi di batteria, violenti e insostenibili. Voto: 60

9. Stigma
Metamorphosis: assolutamente infernali le urla del cantato in growl/screaming che spalancano le porte al brano, alternandosi e senza abbandonare mai la composizione, della durata di due minuti; l’ascoltatore è completamente stordito dal muro di suono impenetrabile creato dalle chitarre graffianti e dal profondo growl. Le doppie voci appesantiscono notevolmente e la forma finale della traccia è alquanto monotona. Voto: 60

10. Dysthymia
Fear: la canzone, di derivazione Death svedese come i primi Dark Tranquillity, si presenta complessa nelle intricate sezioni ritmiche e melodiche; da migliorare notevolmente è la voce, ancora troppo legata ad un growl in evoluzione non ancora ben sviluppato, ma i presupposti per pubblicare nuovi buoni lavori discografici sono vivi e raggiungibili. Voto: 75

11. Imposer
Torment: il Brutal degli Imposer non stupisce, in quanto la traccia non ha una forma ben precisa, ma sembra essere stata creata senza un intento strutturale ben preciso: la registrazione è pessima e la voce quasi inascoltabile, grave e motlo più simile ad un grugnito sommesso. Voto: 55

12. Lifend
Inner Scars: il Gothic sì mesto ed elettronico ma molto ispirato ad un Death alla Dark Tranquillity; questo è il simbolo dei milanesi Lifend, che inseriscono liriche in italiano, fugaci e tormentati assoli e stacchi acustici decadenti e strazianti. Sebbene la registrazione non soddisfi totalmente, lascia almeno percepire le convincenti caratteristiche della formazione. Voto: 73

13. Subliminal Crusher
Life Drought: intrecciate e complesse le partiture delle due chitarre del gruppo Thrash/Death melodico di Terni, che, pur esibendo un growl abbastanza immaturo, si distingue per l’approccio travolgente che Life Drought assume nei suoi tre minuti e mezzo di lunghezza. Voto: 70

14. Mourn in Silence
Spirit of Grace: tratto dall’ultimo Redemption, il pezzo raffigura l’unione di più generi musicali, tra il Power sinfonico e il Black Metal, in stile con i lavori dei Children of Bodom: eccezionali le tastiere che conferiscono un’aria fredda inquietante e che costituiscono l’arma di forza degli imolesi Mourn in Silence, insieme alle chitarre distorte. Voto: 75

15. Slowdown
Look Inside: caotico e senza una forma ben precisa il Thrash degli Slowdown, grezzo, mal registrato e interpretato.
Deve essere migliorata la qualità globale della composizione, ancora troppo acerba e senza innovazione; Look Inside non rappresenta certamente una buona prova da parte della formazione. Voto: 50
 

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