Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Genere: 
Etichetta: 
Constellation
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Efrim Menuck - chitarra, voce, piano
- Thierry Amar - basso
- Sophie Trudeau - violino
- Jessica Moss - violino
- Rebecca Foon - violoncello
- Ian Ilavsky - chitarra


Tracklist: 

1. (untitled)
2. (untitled)
3. (untitled)
4. (untitled)
5. (untitled)
6. (untitled)
7. (untitled)
8. (untitled)
9. (untitled)
10. (untitled)
11. (untitled)
12. (untitled)
13. 1,000,000 Died to Make This Sound (14:43)
14. 13 Blues For Thirteen Moons (16:46)
15. Black Waters Blowed/Engine Broke Blues (13:08)
16. BlindBlindBlind (13:18)

A Silver Mt. Zion

13 Blues for Thirteen Moons

Recensire un disco post rock non è mai semplice. Le parole da usare molto spesso si riducono ad una semplice accozzaglia di preposizioni precotte e scontate, tentando invano di dare un senso al vortice musicale dal quale si è colpiti. Esistono poi alcuni gruppi capaci di rendere tale compito ancora più ostico. Uno di questi è sicuramente rappresentato dai A Silver Mt.Zion. La band, una delle più particolari e misteriose del panorama musicale odierno, si incastona in un sound quasi indefinibile proprio del progetto dal quale tre dei sette componenti provengono, ovvero i Godspeed You! Black Emperor.

Il collettivo canadese ha inoltre la peculiarità di cambiare il suo moniker praticamente ad ogni pubblicazione, passando dal primitivo A Silver Mt.Zion a The Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band, a The Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band with Choir per poi assestarsi, (almeno per il momento) con Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band. Forti di quattro pubblicazioni praticamente insindacabili tra le quali si ricordano Born Into Trouble As The Sparks Fly Upward e Horses In The Sky, che si scagliano prepotentemente nell’immaginario post-rock collettivo, la band dopo un attesa di tre anni torna sulle scene internazionali con il suo nuovo full lenght: 13 Blues For Thirteen Moons.

Come già accennato, dare un giudizio univoco, e tantomeno completo, ad una pubblicazione della band è praticamente impossibile. Questo 13 Blues For Thirteen Moons non fa assolutamente eccezione, mostrandosi strutturato in maniera quantomeno inusuale: la tracklist infatti comprende un totale di sedici brani (già proposti in precedenza dalla band in sede live), ma dei quali soltanto quattro effettivi.

Le prime dodici tracce infatti, praticamente senza nome e dalla durata media di una manciata di secondi ciascuna, consistono in un insieme di fischi, noise e rumorismo, senza un minimo di melodia e che fungono da apripista per quelle che sono le ultime quattro tracce, vero sunto dell’opera. Le melodie orientaleggianti di 1,000,000 Died To Make This Sound tradiscono il messaggio intrinseco che portano avanti: la canzone, con tutta la sua irruenza, sbatte infatti in faccia all’ascoltatore il rifiuto completo della band ad ogni tipo di conflitto bellico in corso, con particolare riferimento a quello iracheno. Si passa quindi ai ritmi tribali e quasi arcani di 13 Blues For Thirteen Moons, scandita dai colpi di batteria in un primo momento e dalle melodie delle chitarre e dei violoncelli in un secondo. La sua irruenza e al contempo la sua grande ricerca melodica la rendono uno dei più, se non il più importante, tassello di quest’opera. L’incipit così intenso e drammatico di Black Waters Blowed/Engine Broke Blues pervade la composizione tutta, formando il capitolo più cadenzato di questo puzzle, per poi trasformarsi intorno al settimo minuto in un orchestrazione più dolce nei movimenti, più aggraziata negli stacchi, in una parola, più intensa. Blindblindblind chiude in maniera atipica ma interessante questo 13 Blues For Thirteen Moons, rappresentando la canzone più particolare del lotto. Balzando all’orecchio per le sue melodie così pizzicanti e ricercate, condite con sfuriate noise di ottimo livello, la canzone rende ancora più visibile il palpabile climax portato avanti non solo dal pezzo in questione, ma dall’intero disco.

13 Blues For Thirteen Moons è quindi un ulteriore passo avanti per gli Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band, che dimostrano di sapersi rinnovare anno per anno, tirando fuori dal cappello delle soluzioni melodiche e delle inventive compositive di indubbio livello. Il talento dei musicisti viene messo in risalto in ogni passaggio, complesso o semplice che sia, ma mai banale. Un altro gioiellino nella discografia della band quindi, paragonabilissimo ai lavori precedenti. Chissà se questi canadesi riusciranno mai a deluderci un giorno.

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