Manynard James Keenan, dopo aver sorpreso il mondo del Rock moderno con la composizione di Aenima per i suoi Tool, cerca di ripetere l’esperimento un anno dopo, plasmando il progetto A Perfect Circle: come dichiarato in numerose interviste che hanno seguito la pubblicazione di questo primo Mer de Noms, il talentuoso cantante americano non considera gli A Perfect Circle una band parallela, ma li pone sullo stesso piano dei Tool, aprendo loro svariate prospettive future.

Mer de Noms rappresenta il prodotto delle menti di Billy Howerdel, il vero fondatore della band e dello stesso Keenan: l’Alternative proposto ha radici simili a quelle di Aenima, pur apparendo molto meno cupo e tenebroso, più incentrato sull’aggressività delle chitarre distorte e su un approccio diretto meno melodico. Le dodici tracce di cui è formato sono di media-breve lunghezza, tutte caratterizzate da un ritmo particolare e da un timbro vocale eccezionale, capace di variare da sommesse sezioni melodiche ad altre graffianti ed urlate. Ispiratore di rabbia e di potenza è Mer de Noms, in cui le ritmiche di basso e batteria costituiscono, come in ogni opera Alternative, il tessuto più emergente e contorto.

The Hollow, l’avvio del disco, è tutto giocato sulle distorsioni delle chitarre elettriche, onnipresenti e impetuose nella loro cavalcata della durata di tre minuti: piacevolissima da assaporare lungo il suo sviluppo, The Hollow svanisce in fretta per lasciare spazio a Magdalena, più connessa al sound Tool. Al basso Paz Lenchantin disegna riff angoscianti quanto l’atmosfera prodotta dalla voce sofferente di Maynard e la canzone resta così sommessa fino a fugaci esplosioni coincidenti con il refrain. A cavallo tra Alternative e Grunge, Magdalena stupisce per la sua originalità, mentre Rose, nel suo andamento contorto e nauseante, è immersa in effetti elettronici misti a parti clean.
Il vero capolavoro di Mer de Noms è la veloce Judith, dal testo tagliente, che, attraverso i violenti cori e i coinvolgenti temi di chitarra elettrica, sa stregare l’ascoltatore quanto la seguente Orestes, sognante e deliziosa ballata che evidenzia le notevoli capacità di song-writing da parte di Billy e Maynard. Le linee melodiche del cantato, vere protagoniste dell’album, strappano lacrime perché trasportano dentro la realtà magica degli A Perfect Circle.

I differenti registri compositivi impiegati dalla band in Mer de Noms emergono attraverso l’evoluzione dell’album, in episodi chiusi e commoventi quali 3 Libras o in altre devastazioni Alternative più basate sull’intreccio delle chitarre elettriche, come Sleeping Beauty, Thomas e Thinking of You. Altri capitoli sono molto più sperimentali, inattesi e sorprendenti, splendidi nella loro direzione: Reholder sa riprendere alcune atmosfere dei Porcupine Tree, giungendo a soluzioni totalmente opposte a quelle presentate fino in questo momento all’interno del lavoro (un certo feeling orientaleggiante con percussioni).

Mer de Noms è un ottimo debutto per il gruppo americano, che si candida come degno successore della realtà Tool. E’ solo il 2000 e Maynard straripa di idee interessanti che si tradurranno in giochi musicali sempre più intricati e futuristi: Tool e A Perfect Circle conserveranno qualche filo conduttore comune, ma è con Mer de Noms che avverrà la spaccatura più significativa tra il sound delle due formazioni statunitensi. Tuttavia, la calda voce di Keenan guiderà contemporaneamente i due progetti, regalando punte di estrema raffinatezza sonora al pubblico internazionale.