Voto: 
8.9 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Genere: 
Etichetta: 
Monotreme Records
Anno: 
2005
Line-Up: 

- JoeFro - chitarra
- Paul Wolinski - chitarra, tastiera
- Gareth Hughes - basso
- Rob Jones - batteria

Tracklist: 

:
1. Drove Through Ghosts To Get Here (4:19)
2. Await Rescue (4:44)
3. 23kid (4:32)
4. Welcome To The Times (3:54)
5. Mean Low Water (4:01)
6. Climbing On Roofs (Desperate Edit) (2:27)
7. The Big Afraid (2:08)
8. 65 Doesn't Understand You (5:37)
9. Radio Protector (5:26)

65daysofstatic

One Time for All Time

I 65daysofstatic sono un gruppo scozzese, praticamente seminale per quanto riguarda quel post-rock più sperimentale, alternativo e incline alle contaminazioni più disparate. La loro storia non è certamente delle più particolari: ci troviamo davanti infatti, a quattro ragazzi, che ritrovati in una sala di registrazione danno sfogo a tutta la musicalità che si ritrovano, sfociando in un esperienza alternativa a dir poco strepitosa. Tuttavia, non ci ritroviamo davanti alla solita band post-rock, anzi.

Il loro grandissimo potenziale è stato facilmente riscontrabile nell’esordio The Fall Of Math, ispiratissimo e delicato album di debutto per la band, capace di crearsi subito un discreto seguito. I 65daysofstatic sono stati capaci di portare ulteriori innovazioni al post-rock, creando un nuovo percorso, caratteristico e psichedelico. I suoni prodotti da questi quattro ragazzini sono esplosivi e dirompenti, il tutto supportato da una ritmica che richiama i grandi alfieri del Progressive rock settantiano, snodata e sincopata.

Nel 2005 finalmente è arrivato alle nostre orecchie il seguito di The Fall Of The Math, ovvero One Time For All Time. Il disco in se non si distacca moltissimo dagli stilemi del predecessore, limitando la progressione e la ricerca di nuove soluzioni. Tuttavia ci troviamo davanti ad un disco poetico, sentito e poliedrico.

Il primo brano del disco è l’emblema dei 65daysofstatic. Drove Through Ghosts To Get Here si apre con un emozionante fraseggio di pianoforte che fa da apripista alla canzone, sincopata e squadrata. I tempi irregolari e le continue incursioni di pianistiche elevano la canzone a miglior brano dell’album, capace di catapultarci nell’universo 65daysofstatic. Il tassello seguente è Await Rescue: i continui climax elettrici e le distensione armoniche proprie del post-rock qui si fanno sentire enormemente. La resa sonora della band è strabiliante e, nell’apparente confusione, ogni strumento è notabilissimo e distinguibile.
23kid si apre in maniera abbastanza insolita, dolce e sorretta dalle trame di basso, per poi esplodere in un vortice psichedelico sempre maggiore, che sale di intensità battuta dopo battuta. La fine discendente del brano apre la successiva Welcome To The Times. Il brano è il più progressivo del platter, e paradossalmente il più facile da memorizzare. Le ritmiche intricate e irregolari e i temi tracciati da chitarra e tastiera arricchiscono il pezzo, rendendolo estremamente cangiante e piacevole. Le possibilità dei 65daysofstatic sono veramente infinite, e le grandi potenzialità del gruppo lasciano più allibiti che altro.
La successiva Mean Low Water, insolita e particolare, è dominata da basso e pianoforte, ed è il tipico esempio di come i 65daysofstatic siano una band dalle mille e una risorse. Le brevi Climbing On Roofs (Desperate Edit) e The Big Afraid ne sono due ulteriori dimostrazioni: la prima è un unico climax elettrico, che parte da un tappeto di synth per scoppiare in un’ondata di suoni e sensazioni, mentre la seconda non fa altro che rapire con la sua bellezza e dolcezza. Probabilmente quest’ultima è il picco emotivo di tutto One Time For All Time. 65 Doesn’t Understand You e Radio Protector chiudono in maniera egregia il disco, dapprima in maniera travolgente e dirompente, quasi a formare una cavalcata di strumenti in perfetta sintonia, e successivamente emozionando e stupendo con una delicatezza fuori dal comune.

Credo che veramente in pochi si potranno sentire delusi da questo One Time For All Time, degno esempio della validità dei 65daysofstatic e, sicuramente, cardine indiscusso della loro discografia. Il disco è un susseguirsi di tasselli e di segmenti che vanno a dipingere nella nostra mente paesaggi sconfinati e dalla bellezza eterea. Un disco che, in definitiva, pone l’accento sulla sperimentazione diretta all’emotività, alla ricerca diretta ai sentimenti. Una frecciata al cuore…

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