Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Cecil Otter e Swiss Andy - produzione, programming

Tracklist: 

1. Sleep Rules Everything Around Me
2. Suicide Surprise
3. Another Chessboxin' Argument
4. Ghetto Afterthought
5. Sweet Release
6. Shame On Blue
7. Slow Like That
8. Floating Labels
9. P.L.O. Squared
10. Nowhere to Wait
11. Last Chance for the Clientele Kid
12. Killa Hill
13. Forensic Shimmy

Wugazi

13 Chambers

Tredici camere, ovvero tredici canzoni che, con estrema sorpresa, si riveleranno essere frutto di un progetto (o meglio, di un divertissement) assolutamente bizzarro e insospettabile. In fondo basta leggere il monicker sotto cui 13 Chambers è stato rilasciato per capire che quello che abbiamo di fronte non è un prodotto musicale qualsiasi ma un qualcosa di più. 
Wugazi, ovvero (anche se so che già avete capito) i titani dell'hip hop che incontrano i titani del punk.

Wu-Tang Clan + Fugazi = Wugazi.

Questo il neologismo dietro cui si nasconde il bizzarro calderone di mash up fortemente voluto e realizzato dai produttori Cecil Otter e Swiss Andy, per questo finiti in brevissimo tempo sulla bocca e le penne di tutti e divenuti ormai delle pseudo-star di (ironico) culto. Che in Italia il loro progetto non avrebbe avuto la minima fortuna lo si sapeva benissimo, ma nel resto d'Europa e in America il nome Wugazi rieccheggia impazzito da una parte all'altra e conquista, diverte e fa sorridere.
Dicevamo, i titani dell'hip hop e quelli del punk rock, fusi insieme in un un progetto che, come già anticipato, ha poco (leggasi "niente") del classico prodotto discografico e tanto, tantissimo di un vero e proprio divertissement. Si sono divertiti Cecil Otter e Swiss Andy e, questo è poco ma sicuro, si divertirà chiunque ascolterà le dinamiche rappate del Clan su sfondo rock strumentale firmato Fugazi. L'operazione (di per se decisamente stramba) portata avanti da Otter e Swiss Andy è intrigante e, sebbene non si tratti di nulla di così eclatante, dà i suoi frutti e diverte, emoziona e fa ballare, oltre a dimostrare con una certa intensità la bravura e l'orecchio dei due produttori. Il capolavoro, in questo senso è Ghetto Afterthought, giocattolino hip-rock proveniente dalla fusione della fugaziana Afterthought (contenuta nel misconosciuto album Instrument) e delle liriche infuocate di Special Delivery (Ghost e G. Dep). 

Al di là della curiosità e delle comprensibili difficoltà di interiorizzazione di un prodotto simile, a 13 Chambers basta solo una manciata di minuti per far capire che il lavoro che c'è stato dietro ha funzionato ed è destinato a divertire. I mash sono quasi sempre convincenti e in qualche caso stupiscono nel vero senso della parola. Oltre alla già citata Ghetto Afterthought, c'è un'altra bella manciata di mash up tutta da divorare. Brillano su tutte la più energica e orecchiabile Slow Like That (le chitarre sono di Slo Crostic mentre il cantato è di Back Like That di Ghostface), l'intrigante Another Chessboxin' Argument (fusione della fugaziana Argument e Da Mysteries of Chessboxin' dei Wu-Tang Clan), Sweet Release (altra ottima intersezione tra le chitarre di Guy Picciotto e le liriche di Method Man e compagni, in questo caso riprese da Release Yo' Delf) e Last Chance for the Clientele Kid (fusione tra le splendide linee chitarristiche di Last Chance for a Slow Dance dei Fugazi e il violento flusso di coscienza di Raekwon, Fat Joe e Ghostface in Clientele Kid).

Inutile addentrarsi in ogni singolo frammento (o camera, per intenderci meglio col lessico Wu-Tang) dell'opera: l'unica cosa da ribadire è la genuinità del lavoro positivamente svolto da Swiss Andy e Cecil Otter, un lavoro che non abbraccia solo quello tecnico della riproduzione e della manipolazione sonora ma che arriva fino allo status di vero e proprio tributo nei confronti dei due - ormai scomparsi - progetti musicali. 13 Chambers è, si, una collezione di mash up ma è prima di tutto una dichiarazione di amore e di rispetto infinito verso i Wu-Tang Clan e i Fugazi: solo per questo i due produttori andrebbero abbondantemente premiati.

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