Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Andrea Evolti
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Tim "Ripper" Owens - voce
- John Comprix - chitarra
- Dwane Bihary - chitarra
- Dennis Hayes - basso
- Eric Elkins - batteria


Tracklist: 

1. Scream Machine (05:33)
2. And...You Will Die (03:53)
3. Save Me (03:46)
4. The Human Race (03:36)
5. Coming at You (03:14)
6. Dreams Come True (04:42)
7. Telling Lies (03:21)
8. I Don't Need This (03:30)
9. Words of Wisdom (03:47)
10. My Last Words (03:24)
11. Your Time Has Come (04:49)
12. The Faith (03:38)

Beyond Fear

Beyond Fear

Chiariamo subito una cosa: l’album omonimo d’esordio dei Beyond Fear, band capitanata da Tim "Ripper" Owens (Iced Eath, ex-Judas Priest), è, in assoluto un gran bell’album ma, soprattutto, fa capire che cos’è il Power Metal. Lasciate stare Hammerfall, Paragon, Wizard, Dragonforce e tutti questi gruppi di speed melodico; il Power Metal, quello dei grandi combo americani come Helstar, Metal Church, Vicious Rumors, Agent Steel, Holy Terror, Sanctuary, Jag Panzer, è questo. Sound possente e tecnico, riff veloci e granitici, batteria che usa doppia cassa sì, ma con fantasia e ferocia degni del Thrash (non a caso il power americano spesso si fonde con elementi di thrash), assoli tecnici ma intensi e poi la voce, alta, virtuosa ma aggressiva, come una lama di rasoio, derivata dalla grande tradizione priestiana. Queste sono le basi di sviluppo del Power in generale e dei Beyond Fear in particolare, creatura nata per volontà del fenomenale singer Owens, che regalò ai Priest quel capolavoro di violenza virtuosistica di Jugulator, ma fu costretto a partecipare all’ignobile (artisticamente parlando) Demolition.

Scream Machine è un’opener che non lascia adito a dubbi sull’inerzia del disco: la batteria di Elkins lancia il brano in un’inarrestabile corsa, dove duellano, in un connubio di Judas Priest, Metal Church, echi di Forbidden degli esordi, Pantera di Power Metal e pesantezza dei moderni Agent Steel, le chitarre di Bihary e Comprix (quest’ultimo autore dei bellissimi e spietati assoli) tessono una base brutale ma, al contempo, melodica, come vuole la tradizione power U.S.. Già dopo l’ascolto di Save Me o di Dreams Come True si potrebbe rimanere annichiliti da tanta melodica brutalità, ma a dare il colpo di grazia c’è lui: Ripper Owens. Forte del suo stile personale, duttile, che mischia acuti classic metal priestiani e brutalità tecniche alla Pantera e Slayer (Owens è un ottimo chitarrista anche ed aveva iniziato la carriera come ax-man in un tributo agli Slayer stessi) Ripper si destreggia tra veri siluri di metal classico a stelle e strisce ipervitaminizzato da suoni degni della miglior Thrash band degli anni 2000 e mid-tempo come And…You Will Die, dal forte sapore Nevermore. La flessibilità interpretativa ed il bagaglio tecnico del singer statunitense ci mostra come si può essere moderni…grazie al fatto di rimanere classici, come la stessa band capitanata da Warrel Dane ci ha mostrato in questi anni. La produzione potenzia al massimo le parti brutali, ma non lega la tagliente melodia di questo disco, che alterna più umori senza perdere la propria granitica identità, proprio come il cantato di Owens o l’operato di riffing delle due asce, come si può gustare in un mid-tempo pieno d’imperiosa e ‘sporca’ epicità come I Don’t Need This, che poi riparte in assoli sostenuti da una cavalcata tipicamente power, spezzata da stop and go quasi Fear Factory. Non avete ancora chiaro che differenza ci sia tra la mia definizione di power e quella che danno molti oggi dello stesso power metal riferendosi agli Hammerfall? Beh, ascoltatevi il debut dei Beyond Fear, magari selezionando Words Of Wisdom…e capirete che la differenza è quella che passa da uno scooter ad un Ducati 999. Rovente e violenta bellezza.

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