Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Regain Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

Evil - Guitars
Devo - Bass
Mortuus - Vocals
Lars Broddesson – Drums

Tracklist: 

1. Warschau 2: Headhunter Halfmoon
2. Wacht am Rhein: Drumbeats of Death
3. Prochorovka: Blood and Sunflowers

Marduk

Iron Dawn

 Un disco violento questo dei Marduk, con canzoni intramezzate da esplosioni e raffiche di mitragliatrici. I suoni sono impastati e decisamente più veloci rispetto a quelli di qualche tempo fa e le tematiche trattano esplicitamente di guerra, come anche ben testimoniato dal panzer piazzato in copertina.  Aspettate, ma stiamo parlando di Panzer Division Marduk? Ah no, è solamente il nuovo EP dello storico combo svedese, dal titolo Iron Dawn.

Due anni or sono avevamo lasciato la band di Morgan (ora identificabile con il monicker Evil) con un album discreto, quel Wormwood che sicuramente aggiungeva un’aura macabra alla proposta dei Nostri ma che d’altro canto faceva perdere alcune delle caratteristiche che da sempre hanno contraddistinto il gruppo di Norrköping. L’irruenza latente in molte parti ed una registrazione fin troppo scarna ed underground penalizzavano la proposta a livello di impatto. Questo nuovo EP, pur annoverando alcune tracce maggiormente veloci non disdegna rallentamenti, ma tutto condito con una registrazione finalmente degna per un gruppo come i Marduk.

Le sirene di Warschau 2: Headhunter Halfmoon ci preparano ad un assalto in piena regola con blast beats eterni e riffs come se piovessero. Tutto rimanda al lontano 1999 mentre solo la voce del buon Mortuus si distingue per il suo tocco più variegato rispetto allo scream di Legion. Si prosegue con la stessa irruenza anche con la successiva Wacht am Rhein: Drumbeats of Death, per quasi cinque minuti di blast beats continui e riffs in tremolo. A dir poco esaltanti le voci in sottofondo seguite dalle esplosioni dell’artiglieria per un prodotto sì non originale ma di sicuro impatto. Alcuni momenti in prossimità del refrain marcano dei cambiamenti grazie all’entrata di riffs più distesi come durata ma apocalittici allo stesso modo. Solo la finale Prochorovka: Blood and Sunflowers si assesta su tempi marziali per puntare maggiormente sull’atmosfera raggelante della guerra.

Se questi sono i presupposti per un futuro album, aspettiamo fiduciosi allora. Questi sono i Marduk che ci piacciono e spero che possano continuare sulla stessa strada. Un buon EP che non solo miscela alla perfezione il nuovo stile del gruppo con il vecchio ma lo fa anche con un songwriting fresco ed una rinnovata grinta.

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