Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Etichetta: 
Matador
Anno: 
2011
Line-Up: 

-Thurston Moore - Voce, chitarra acustica
-Samara Lubelski - Violino
-Mary Lattimore - Arpa
-Bill Nace - Chitarra
-Joey Waronker - Batteria
-Bram Inscore - Basso
-Beck Hansen - Cori

Tracklist: 

1. Benediction
2. Illuminine
3. Circulation
4. Blood Never Lies
5. Orchard Street
6. In Silver Rain With a Paper Key
7. Mina Loy
8. Space
9. January

Thurston Moore

Demolished Thoughts

"Whisper "I love you my darling, life is just a fling" / But I know better than to let her go"

Thurston Moore, il tutto fare della musica rock, dopo nemmeno un anno dall' incisione della soundtrack per il film francese Simon Werner a Disparu torna con un nuovo album, il quarto in veste solista, intitolato Demolished Thoughts. Certamente non è uno di quegli artisti che si fanno attendere nella pubblicazione di nuovo materiale, considerato che fin dagli anni '80 non ha mai nascosto niente ai propri fan, incidendo dischi non appena il numero di brani lo permetteva, riuscendo addirittura a dare alle stampe nel 2006 un lavoro interamente dedicato a b-side e rarità. Così come tanti sono i generi che sono stati suonati ed esplorati dall' artista americano, dai quali gli stessi Sonic Youth sono stati naturalmente influenzati, a partire dalla no-wave di Confusion is Sex per finire con l' indie/rock "pulito" di Rather Ripped, considerando che l' ultimo The Eternal, anche primo con la Matador, ha segnato un ritorno alle origini per il quartetto. Thurston si imbarca verso la via del folk, interpretato sì in maniera acustica, ma arricchito di ulteriori parti sonore a cui non daremo il giusto merito se ci limitassimo ad etichettare Demolished Thoughts come un disco di solo folk acustico. Nella line-up attuale l' unico membro già presente nel suo personale ensemble è la violoncellista Samara Lubelski, per il resto il gruppo è composto da Mary Lattimore all' arpa, il chitarrista Bill Nace più il bassista Bram Inscore e il batterista Joey Waronker, ormai musicisti fissi.

Questa volta Moore decide di interpretare le nove tracce con un mood soffuso e rilassato, senza ovviamente farsi carico di tutti i suoni, ma costruendo come suo solito composizioni notevoli con gli strumenti a sua disposizione, deviando più volte la sua personale narrazione in prima persona con violino ed arpe, facendo rallentare i ritmi ed entrando in una cappa sonora a suo modo tipica delle sonorità dei Sonic Youth, separando quindi con parti strumentali spesso malinconiche parti del cantato, in modo da farlo risultare spontaneo e per niente dispersivo. Un altro grande plauso va indirizzato sicuramente all' altro ingegnere del suono presente in fase di registrazione, che corrisponde al nome di Beck Hansen. Da chitarrista patentato qual'è dimostra una certa mania nel far risaltare le parti composte a dodici corde, ma allo stesso tempo ad inserire a volumi prepotenti le altri parti, dai riverberi controllati provenienti dal basso fino alle orchestrazioni ricche di un' espressività sicuramente fuori dal comune. Rispetto al precedente Trees Outside the Academy il lavoro è spiccatamente più confidenziale, meno attaccato alla band sonica ma suo, in tutti i sensi. Questo approccio più libero e distaccato permette di tornare indietro nel tempo agli album maggiormente sperimentali; in particolare i suoni, meno rock e più curati, sembrano essere quelli di Murray Street, ambizioso ed altrettanto meritevole album del 2002. Il paragone con lo stesso Beck sembra non avere significato per tematiche trattate e percorsi sonori, anche se in un certo senso le versioni più acustiche possono avvicinarsi pure al suo stile.

Entrando nell' ottica di analisi delle tracce di Demolished Thoughts, si nota come i primi quattro brani siano costruiti su una metrica puramente folk e pop, dotati di un ritornello e di una base stabile e adattata, mentre nella rimanente parte Moore imbracci prepotentemente la propria chitarra e si metta a scervellarsi al fine di inventare la melodia da far evolvere e magari mutare a proprio piacimento. Si parte con il suono di Benediction, tutt' altro che complicato ma allo stesso tempo profumato e fragrante, apparentemente animato da sospiri struggenti e tristi. Illuminine presenta invece un aria più sognante, un' atmosfera sospesa tra la pesantezza della Terra e la leggerezza del cielo. La forza di gravità ci spinge giù, evidenziando il suono cinico e rock di Circulation, ma soprattutto le problematiche ( riguardanti l' amore e non) dell' essere umano, qui sintetizzate in un testo che strabocca di buone vibrazioni, in termini qualitativi ed emotivi. Anche in Blood Never Lies il buon Moore ci offre cinque minuti di pura ambrosia, strimpellando e cantando con quella voce da buon saggio, oppure da Dio verrebbe da dire, tanto per concludere con le analogie; in questo episodio il suono è più smunto ed essenziale, solo i violini arricchiscono in maniera evidente la composizione, mentre un timido Beck si fa avanti ai cori. Ma si sa, quando si è fenomeni si può manipolare la propria creatura a piacimento, donando le più disparate sfaccettature, congelando le esecuzioni e giocando a fare melina, ma soprattutto sapendo quando reimpostare la manovra evitando i fischi del pubblico infastidito. Orchard Street è pura energia sonica stranamente in crescendo, lenta ed incisiva, mentre In Silver Rain With a Paper Key riprende le melodie abituali di Demolished Thoughts per andare a comporre un brano che più di tutti evidenzia il lavoro di Hansen. Mina Loy porta in cattedra capacità probabilmente innate, risultando essere una vera e propria calamita per riverberi scuri ed antipatici, seguita da Space, composizione che abbraccia tutti gli strumenti a disposizione, presentando suoni ed echi maggiormente evoluti ma trascinandosi alla fine in maniera piuttosto languida e spenta. Dopo un brano difettoso la chiusura è tutta per January, che suona come qualcosa di puramente etereo, alternando ottimamente la concretezza e l' ermeticità del cantato con la dissolvenza della musica.

In chiusura, cosa aggiungere di nuovo rispetto a ciò che è gia stato detto? Thurston Moore è uno di quei pochissimi artisti capaci di rinnovarsi e migliorarsi cogliendo ogni lato positivo del proprio percorso( non solo musicale) e traendo linfa nuova da questi. Questo suo nuovo disco dimostra perfettamente gli anni che ha, ovvero 52. Dopo una vita passata a suonare rock( di quello sporco, duro e per nulla remunerativo), ad inneggiare contro il nazismo e a far battaglia coi critici svela un lato da cantautore incallito impressionante alle orecchie dell' ascoltatore, letteralmente immerso in questa sorta di personalissimo tentativo di intrattenimento, che abbraccia sì gli stili più popolari della musica ma che sa suonare come qualcosa di innovativo, o perlomeno nuovo. Noi ne prendiamo atto, meravigliandoci di questo Demolished Thoughts, viaggio infelice d' amore tra pianeti, astri e stelle, invitando pure tutti gli appassionati del cantautorato ad avvicinarsi al disco, tutt' altro che un divertissement.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente