STORIA DEL DARK 4

GLI ANNI NOVANTA E LA SENSIBILITA' DARK

Giunsero gli anni Novanta e, mentre le nuove leve sentivano profondamente l’influenza dei grandi artisti britannici della fine dei Settanta, tali bands simbolo del passato ormai svanito modellarono il proprio sound coerentemente alla legge del mercato internazionale: i New Order, ovvero gli ex Joy Division privati di Ian Curtis, ruppero con la drammaticità della propria carriera di gruppo volgendosi verso i meandri della Dance e dell’Elettronica mentre i Cure di Robert Smith rappresentarono l’anima più versatile del Dark, capace di proporre album New Wave (The Head On The Door), rievocazioni moderne del Dark (il perfetto Disintegration, che è entrato a far parte della storia della musica) e hits dal sapore Pop (tutti i seguenti platters, da Wish fino agli ultimi boom commerciali). Per i Siouxsie And The Banshees, i Bauhaus e i The Sisters Of Mercy la vita non fu decisamente semplice e prolifica dal punto di vista qualitativo, perché il livello di song-writing si abbassò intensamente più gli anni Novanta dirompevano con la loro spietata logica economica. Alle etichette delle origini si sostituirono i succosi contratti con le majors che eliminarono la libertà di espressione ed imposero i loro modelli; il centro della rivoluzione culturale si spostò in Germania, dove una densa e coesa scena underground, denominata Neue Deutsche Todeskunst, fuse l’estetismo del Dark alla violenta elettronica dell’Industrial, alle raffinate distensioni neoclassiche o al folclore post-industriale.
Per molti di questi artisti la parola Dark diventò quasi una filosofia di vita, a tal punto da caratterizzare gli aspetti più disparati della cultura da loro proposta, non solo a livello musicale, ma anche a livello artistico e letterario.

Canaan

Innumerevoli sono stati anche i revival del genere oscuro per eccellenza nell’epoca successiva al Duemila poiché nell’esplosione mondiale della musica indipendente, molti acts si sono ispirati direttamente alla Dark Wave, conservando dei tratti comunque originali e personali. Gli americani Interpol e i britannici Editors possono essere considerati come delle riproposizioni melodiche del sound Post Punk di Joy Division e Charmeleon, mentre il sottobosco italiano di Ataraxia, Caanan e Neronoia scava indietro negli anni Ottanta, traendone le basi per nuovi esperimenti sempre all’insegna dell’oscurità.
Due scene che invece si sono organizzate come reti di artisti accomunati dalla stessa logica musicale sono rispettivamente quella del Dark elettronico (e di tutte le sue varianti Industrial - Electro Goth - EBM), molto radicato a livello di “club” europei, e quella del Neo Folk di matrice più tetra ed avvolgente: entrambi i movimenti hanno parecchi elementi comuni alla Dark Wave degli anni Ottanta, ma gli sviluppi sono stati decisamente più variegati.

Cosa rimane quindi della vecchia Dark Wave oggi? A questa domanda è difficile rispondere, osservando soprattutto come il mercato musicale mondiale sia diventato ricco di sfaccettature. L’aspetto sicuramente significativo rimane l’apporto umano garantito da questo genere che ha cercato di scavare nel profondo della natura degli individui, esaminandone le sue debolezze e le problematiche che la tormentano.
E se oggi molti gruppi si interrogano su queste tematiche è anche grazie alle meditazioni di coloro che hanno lottato internamente, sublimando nella musica per non essere trascinati via dall’impeto di una società malata:

“I must fight this sickness… Find a cure”
(Pornography, The Cure, 1982)

Edoardo Baldini


NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente