Storia dell'Hard Rock - 4

L'ETA' DELL'ORO (1980 - 1991 circa)

Gli anni '80 si aprono per l'hard rock sotto i migliori auspici, infatti il decennio, che in tale ambito rappresenta una sorta di "età dell'oro", intesa in senso più quantitativo e della popolarizzazione che qualitativo, visto che (anche legittimamente) possono essere in molti a preferire artisticamente quanto espresso dall'hard rock degli anni ‘70, viene ben inaugurato da un masterpiece assoluto come Back In Black degli AC/DC, che con la sua copertina nera e gli iniziali rintocchi di campana di Hell's Bells tributa il suo omaggio a Bon Scott, degnamente sostituito comunque da Brian Johnson, tanto che l'album, trascinato anche dall'elettrizzante You Shook Me All Night Long, avrà un grandissimo successo anche commerciale, vendendo moltissime copie in tutto il mondo e vincendo numerosi dischi di platino. Sempre nel 1980 inoltre, vedranno la luce l'ottimo Animal Magnetism dei soliti Scorpions, Women and Children First dei Van Halen, Ready An' Willing dei Whitesnake, i quali si pongono sempre più come la continuazione dei Deep Purple con l'ingresso del batterista Ian Paice ed ottimi pezzi hard intrisi di blues come Fool For Your Loving e Ain't Gonna Cry No More, e soprattutto si assiste al promettente e metallico esordio dei Def Leppard con On Through The Night. La band inglese infatti era nata all'interno della NWOBHM, tanto che negli Stati Uniti era considerata una delle maggiori esportatrici di questa nuova ondata. In realtà ben presto, fin dal successivo capolavoro High ‘n' Dry (1981) ed ancor di più con il melodico Pyromania (1983) - quasi AOR i refrain della bellissima Photograph - quelli del "leopardo sordo" si spostarono verso un hard rock più melodico che avrebbe influenzato parecchi gruppi a venire, soprattutto americani (ad es. i Bon Jovi), ma nonostante ciò i Def Leppard, anche a causa del diverso modo di intendere la musica nei due continenti, negli States continuarono sempre ad essere etichettati come Heavy Metal, e la stessa sorte toccò anche ad altri gruppi europei che nel vecchio continente erano a tutti gli effetti considerati hard rock (Rainbow, Scorpions o Europe).

"Sex, drug & rock n' roll", il motto del rock n' roll degli anni '50, ha sempre fatto un po' parte del modo di essere e di vivere dell'hard rocker, proprio perché l'hard rock principalmente si pone come evoluzione del rock n' roll, ma negli anni '80 tale concetto viene estremizzato, ed è proprio dall'estremizzazione di tale concetto che nascono le principali correnti dell'hard rock ottantiano. Anche scenicamente e dal punto di vista dell'immagine gli anni '80 avevano portato visibili cambiamenti, colori spesso sgargianti, capigliature lunghe e cotonate, giacche aderenti, tutti particolari che condussero alla generale definizione di "Hair Metal", termine con cui si è soliti indicare non tanto una specifica corrente dell'hard ottantiano, quanto piuttosto l'immagine stessa dell'hard rock degli '80.

Ad incarnare maggiormente tale modo di essere e di vivere tipico del rock n' roll, anche nel sound, furono i Motley Crue, spesso saliti agli onori della cronaca per i loro eccessi e le loro trasgressioni, com'era già successo con i vari Led Zeppelin, AC/DC o Def Leppard. Si presentavano con un'immagine glam e ribelle, consolidando così quella rappresentazione un po' da "bello e dannato" tipica dell'hard rocker, e con un sound abrasivo, trascinante ed elettrizzante, sul quale andavano ad aggiungere un approccio più punk. Esordiscono nel 1982 con Too Last For Love, anticipando in pratica lo sleaze/glam della seconda metà degli anni '80, per poi andare avanti tra alti e bassi fino ai nostri giorni, pur ottenendo fin da subito un buon successo grazie a Shout at the Devil (1983) e Theatre of Pain (1985).
 


Motley Crue

 

Nello stesso periodo e sulla stessa scia, ma in tutt'altra parte del globo, cioè la Finlandia, esordiscono gli Hanoi Rocks, band spesso sottovalutata e poco celebrata, ma anch'essa fondamentale per la genesi dell'ormai prossimo sleaze/glam, oltre ad essere stata una delle principali fonti d'influenza per i Guns N' Roses. In seguito al buon debutto del 1981 con Bangkok Shocks Saigon Shakes Hanoi Rocks, usciranno con altri album validi e trascinanti come Oriental Beat (1982), Back To Mistery City (1983), e soprattutto il loro masterpiece Two Steps From The Move (1984), il quale poteva vantare in tracklist pezzi quali la ballad Million Miles Away, la stupenda Boulevard of Broken Dreams o Don't You Ever Leave Me. Purtroppo però, la tragedia è dietro l'angolo e nel dicembre del 1984 il batterista Razzle perde la vita in un incidente automobilistico in California, cosicché la band si scioglie e l'eccentrico e carismatico cantante Michael Monroe intraprenderà una non molto proficua carriera solista.

Nel frattempo i Van Halen con Fair Warning (1981), Diver Down (1982) e 1984 (1983), raggiungono la più ampia notorietà grazie anche al tormentone Jump ed una buona dose di ruffianeria che a lungo andare gli si ritorcerà contro; gli AC/DC si mantengono su livelli abbastanza alti con For Those About To Rock (1981), senza mai più riuscire però ad eguagliare le vette di Highway To Hell e Back In Black, ed anzi iniziando una inevitabile discesa; i Whitesnake e i Def Leppard tengono alta la tradizione hard britannica ed iniziano a porre le basi del melodic hard, i primi con ottimi album come Saints And Sinners (1982) e Slide It In (1984), in cui si susseguono brani del calibro di Cryin' in the Rain, Here I Go Again, Love Ain't No Stranger, i secondi invece più gradualmente, passando dal succitato capolavoro hard n' heavy High ‘n' Dry al più melodico Pyromania; i Blue Oyster Cult proseguono la loro saga dell'hard n' heavy metafisico, alieno ed estraniante raggiungendo il top con l'ottimo The Revolution By Night (1983) dove spicca la sognante e melodica Shooting Shark, una delle loro canzoni più belle e meno celebrate.

Si affermano poi come esponenti di un heavy rock potente e melodico gli Y&T con album quali Earthshaker (1981), Black Tiger (1982), o Mean Streak (1983), e i Dokken con Breaking the Chains (1983), Under Lock and Key (1985) e Back for the Attack (1987), ed è proprio per questa tipologia di band che la critica italiana coniò il termine "Class Metal". Non si smentiscono neanche i Thin Lizzy, che seppure quasi in sordina continuano ad uscire con buoni album come Chinatown (1980), Renegade (1981) e Thunder and Lighting (1983), mentre i Rainbow con Difficult To Cure (1981) esplorano meandri più melodici, perdura invece la crisi artistica dei vari Aerosmith, Alice Cooper e Kiss, gli ultimi dei quali accennano ad una timida ripresa con apprezzabili lavori quali Creatures of the Night (1982) e Lick It Up (1983).

Ma è proprio in questi anni che avviene anche (e soprattutto) la definitiva consacrazione degli Scorpions, grazie a due immensi capolavori come il più heavy Blackout (1982), dalla title-track alla trascinante No One Like You, dalla ballad When the Smoke is Going Down all'esplosiva Dynamite è un susseguirsi di grandi hit, ed il più melodico Love At First Sting (1984), ed è ancora una volta un continuo susseguirsi di grandi emozioni e stupende canzoni, sulle quali svettano la ballad Still Loving You e l'energica ed adrenalinica Rock You Like A Hurricane. I tedeschi salgono così al meritato status di pietre miliari dell'hard rock, entrando prepotentemente nel rango dei gruppi storici e leggendari del rock e ponendosi fianco a fianco con i vari Led Zeppelin, Deep Purple e AC/DC. Il grande successo ottenuto dai due album darà il via al World Wide Live Tour, da cui sarà estrapolato il live album omonimo e che testimonierà tutto il carisma del combo di Hannover ed il loro straordinario successo internazionale.

Si crea così un panorama abbastanza esteso ed anche eterogeneo, che peraltro vive e si sviluppa parallelamente alla non certo inaspettata esplosione dell'heavy metal, genere molto affine e la cui evoluzione proseguiva praticamente in maniera parallela a quella dell'hard rock, tanto che in alcuni casi risultava difficile contenere una certa band esclusivamente all'interno di uno solo dei due generi, per cui si preferiva utilizzare il più ampio concetto di hard n' heavy, che inglobava in sé entrambi i generi in questione. Gruppi sicuramente etichettabili sia come hard rock che come heavy metal erano principalmente, ma non solo, quelli che diedero vita alla corrente "Glam Metal", come Twisted Sister, W.A.S.P. o Quiet Riot, tutti gruppi che si rifacevano principalmente allo Shock/Horror Rock di Alice Cooper indurendolo con sonorità heavy metal ed attualizzandone la dimensione glam. Si parte con Under The Blade (1982) dei Twisted Sister e con Metal Health (1983) dei Quiet Riot, per proseguire poi con l'esordio omonimo dei W.A.S.P. (1984) di Blackie Lawless, in passato batterista dei New York Dolls.

A riprendere il Glam della decade precedente erano soprattutto i Quiet Riot, non a caso i meno heavy fra quelli poco sopra citati, e che infatti proposero diverse cover degli Slade, come Cum on Feel the Noize, contenuta proprio in Metal Health, o Mama Weer All Crazy Now, che si trovava in Condition Critical (1984) insieme all'ottima e grintosa semi-ballad Winners Take All. I Twisted Sister di Dee Snider, con il loro atteggiamento dissacrante ed auto-ironico, raggiunsero risultati eccelsi con You Can't Stop Rock n' Roll (1983) e soprattutto con il loro masterpiece Stay Hungry (1984), lanciato dalla catchy We're Not Gonna Take It e dalla grintosa The Price. Sulla stessa scia si vanno ad inserire i W.A.S.P., con Blackie Lawless ora nel nuovo ruolo di cantante e bassista, che rappresentano il volto più cattivo e violento, sadico e perverso, catastrofico e chiassoso del Glam Metal. Oltre all'omonimo esordio di cui si possono citare la misogina Animal (Fuck Like a Beast), il cui titolo è già un esplicito manifesto della loro perversione, ed altri pezzi come On Your Knees o Tormentor, essi sforneranno altri buoni lavori come The Last Command (1985) e Inside The Electric Circus (1986).

Le case discografiche compresero subito il potenziale commerciale dell'hard ottantiano, così capitava spesso che gli album venissero un po' decisi a tavolino e alcune decisioni venissero prese in accordo tra le band e le loro label, le quali preferivano, e quasi imposero, che ogni album contenesse, come i due pezzi forti del piatto, un up-tempo accattivante e catchy ed una ballad romantica, melodica e strappalacrime, che avevano il compito di scalare le classifiche e lanciare l'album. Tale formula si ripete con assidua e costante frequenza in quasi tutte le uscite hard degli '80, soprattutto con l'arrivo ed il grande successo commerciale del "Melodic Hard Rock", corrente spesso al confine tra l'hard rock e l'AOR.

La componente melodica è sempre stata un aspetto essenziale dell'hard rock, ma è negli eighties, in relazione anche con la diffusione e il momento d'oro dell'AOR, che tale aspetto viene maggiormente accentuato, risultando anch'esso consequenziale ed al contempo funzionale alla commercializzazione del genere, e non sarà un caso che proprio in questo decennio nascerà l'hard rock al femminile, talvolta languido e romantico, come nel caso delle Hearts, ma più spesso aggressivo, come dimostrano le varie Runaways, Joan Jett & The Heartbreakers o Girlschool. Tale approccio melodico era già stato ampiamente mostrato, anche grazie al buon uso di chorus ariosi e melodici, in alcuni lavori di Whitesnake, Def Leppard, Scorpions e nei primi vagiti dei Night Ranger, band americana sempre in bilico tra Melodic Hard e AOR, che si impose all'attenzione del grande pubblico con album come Dawn Patrol (1982) e Midnight Madness (1983) e che scalò le classifiche con i singoli Sing Me Away, Sister Christian (canzone dedicata alla sorella del loro bassista Kelly Keagy) e When You Close Your Eyes. Ma il Melodic Hard si impose definitivamente verso la metà degli ottanta, in corrispondenza a quel modo più leggero, frivolo, festaiolo e romantico, di intendere l'hard rock, adesso caratterizzato da un più massiccio uso delle tastiere e da un sound talvolta più pomposo e meno spigoloso, anche se si tratta pur sempre di caratteristiche che si possono presentare con sfumature più o meno accentuate da una band all'altra.

 


Bon Jovi
 

 

Nel 1984 si assiste al buon esordio omonimo dei Bon Jovi, i quali saranno fondamentali per la scena Melodic Hard con il grandioso Slippery When Wet (1986), che oltre alla hit Livin' On A Prayer, canzone simbolo degli anni '80, conteneva il mid-tempo dal retrogusto western Wanted Dead Or Alive, l'irruente e melodica You Give Love A Bad Name, le ballate Never Say Goodbye e I'd Die For You. Con New Jersey del 1988 essi si ripeteranno ad alti livelli, ma il grande successo commerciale ottenuto è il preludio ad una pausa di riflessione che il quintetto del New Jersey si prenderà da lì a poco, con i due leader Jon Bon Jovi e Richie Sambora che si dedicheranno ai loro progetti solisti.

Dall'area scandinava, in quel periodo particolarmente fertile in ambito hard n' heavy, e precisamente dalla Svezia, arriva il fenomeno Europe. Capitanati dal carismatico vocalist Joey Tempest, gli svedesi dopo due album più heavy-oriented conquistano il successo planetario e le classifiche di tutto il mondo con The Final Countdown, il cui riff di tastiera diverrà un tormentone di sproporzionate dimensioni, che se da un lato ha reso l'hard n' heavy accessibile a qualsiasi tipologia di pubblico, permettendo a molti di avvicinarsi per la prima volta a questo tipo di musica, dall'altro proprio per questo stesso motivo si attirerà le antipatie dei più puristi ed intransigenti, i quali, chiusi nel machismo e negli ideali propri di tale genere, mal accettavano l'eccessivo diffondersi del loro credo musicale. Ormai l'hard ottantiano domina sempre più le classifiche di vendita, ed il caso di The Final Countdown non rappresenta più un avvenimento isolato come poteva esserlo negli anni precedenti, ma rappresenta ormai la normalità, con gruppi come Bon Jovi, gli stessi Europe, Motley Crue, Guns N' Roses, Skid Row e tanti altri a raggiungere le posizioni più alte delle varie charts, ed è proprio in tale contesto che viene coniato, con una valenza dispregiativa, il termine "Pop-Metal".

L'album The Final Countdown (1986) raggiunse un grande successo anche grazie alla ballad Carrie, romantica e pressoché perfetta per quel pubblico adolescenziale che sempre più, ed in maniera sempre più estesa, si avvicinava all'hard rock ed al contempo si accingeva a scoprire il metal, che da questo momento in poi non sarà più territorio esclusivo di pochi adepti, mentre il resto del lotto conteneva tutte potenziali hit da classifica come le energiche e catchy Cherokee o Rock The Night, la più heavy Heart of Stone e la più epica e melodica Time Has Come. Gli svedesi si ripetono nel 1988 con Out of this World, disco di Melodic Hard/AOR tacciato dalla solita parte di critica ostile alla band di eccessiva ruffianeria, ma è innegabile che la prima parte del platter si mantenesse su livelli stratosferici, contenendo una hit dietro l'altra come la potente opener Superstitious, l'adrenalinica More Than Meets The Eye, la ballad Coast To Coast, la più heavy Ready Or Not e la sognante ed atmosferica Signs of the Times.

 


Europe
 

 

Il successo di Slippery When Wet e The Final Countdown spalancherà le porte del Melodic Hard a molte nuove band emergenti, come Warrant, Winger, Firehouse, Mr. Big, i Bad English di John Waite, i Damn Yankees e soprattutto i White Lion, che si mettono in mostra con due ottimi album come Fight To Survive (1985) e soprattutto Pride (1987), ma attirerà anche vecchie glorie dell'hard rock che vivranno così una nuova stagione di successi, come i Kiss, che dopo il buon successo ottenuto con Asylum (1985) si inseriscono definitivamente nella nuova corrente melodica con Crazy Nigths (1987), Alice Cooper che tornerà ad alti livelli prima con Constrictor (1986) e Raise Your First and Yell (1987) e dopo con il bellissimo Trash (1989), anche gli Aerosmith usciranno dalla loro crisi con Permanent Vacation (1987) e Pump (1989), mentre i Def Leppard daranno alle stampe Hysterya (1987) con un paio d'anni di ritardo, necessari al giovane batterista Rick Allen a riabilitarsi dopo l'amputazione di un braccio subita a causa di un brutto incidente d'auto e ad esercitarsi con il suo nuovo kit di batteria semi-elettronica.

Anche il Glam quindi si adegua a questo modo più leggero e melodico, più romantico ma anche più festaiolo e spensierato, di intendere l'hard rock. Ad inserirsi in questa nuova ondata Glam, oltre ai vari Kiss ed Alice Cooper, vi furono anche gruppi come Britny Fox, Cheap Trick, Ratt, e tra i quali si distinsero i Poison, i quali dopo aver esordito nel 1986 con Look What The Cat Dragged In, di cui si ricordano Talk Dirty To Me e I Won't Forget You, hanno offerto il meglio di loro prima con Open Up and Say...Ahh! (1988), portato al successo soprattutto dalla country ballad Every Rose Has Its Thorn, e poi con Flesh & Blood (1990), probabilmente il loro disco migliore grazie a pezzi trascinanti come Something To Believe In o Unskinny Bop e la melodica Life Goes On.

Le altre band storiche, nel frattempo, continuavano il loro percorso artistico e la loro carriera senza particolari scossoni o novità: i Blue Oyster Cult continuano a rimanere un caso pressoché isolato in ambito hard n' heavy; gli AC/DC perseverano imperterriti nella loro formula; i Van Halen sono alle fasi finali del loro periodo migliore che viene chiuso con due ottimi lavori come 5150 (1986), uno dei loro album migliori con incredibili hit quali Dreams, Summer Nights, Love Walks In o Why Can't This Be Love, e OU812 (1988), da cui si possono citare Feels So Good e When It's Love; gli Scorpions, dopo il grande successo del World Wide Live Tour, si concedono una piccola pausa prima di tornare con l'ottimo Savage Amusement (1988) per poi conquistare ancora il mondo con il singolo Wind Of Change e la malinconica ballad Send Me An Angel, tratte da Crazy World (1990).

Le più sostanziose, ma non positive, novità invece riguardano i Thin Lizzy, che purtroppo si sciolgono subito dopo la morte del loro leader Phil Lynott nel 1985, ed i Rainbow che invece si sciolgono per la volontà di Ritchie Blackmore, chitarrista tanto estroso quanto dal difficile carattere, di riformare i Deep Purple, il cui come back del 1984 con Perfect Stranger viene accolto calorosamente sia dai loro fan che dal pubblico in genere, anche se nel 1987 l'album The House of Blue Light si rivela un vero e proprio fiasco riacutizzando la crisi nei rapporti tra Ian Gillan e lo stesso Blackmore. Con l'uscita di Slaves & Masters (1990), i Deep Purple si dirigono anch'essi verso sonorità Melodic Hard, confezionando peraltro un piccolo gioiello che però, proprio a causa del cambio stilistico, viene accolto in maniera particolarmente ostile da gran parte della critica ed anche dai loro fan.

Tornati quindi i Deep Purple, a far rivivere il mito dei Led Zeppelin ci pensarono invece un manipolo di band che avevano nel loro DNA lo stile degli stessi Zeppelin, che veniva ripreso e riadattato agli stilemi dell'attuale decennio, tanto che la stampa li additò presto col termine "Led Clones" e persino il virtuoso chitarrista irlandese Gary Moore, ex Thin Lizzy, scrisse la canzone Led Clones con intenti sarcastici. I tedeschi Kingdom Come furono quelli che in maniera più evidente sembravano rifarsi (secondo molti si trattava invece di un vero e proprio scopiazzare) al gruppo di Page e Plant, e basti a tal proposito sentire brani come What Love Can Be dal loro debut self-titled del 1988. Meno evidente era il caso dei Badlands o dei veterani Bad Company, che con Fame And Fortune (1986) si erano convertiti al Melodic Hard, scrivendo anche ballad AOR-oriented come This Love, mentre grazie ad una rivisitazione più melodica ed "ottantiana" degli stilemi zeppeliniani si conquistarono una buona reputazione i Cinderella, dei quali si consigliano gli ottimi Night Songs, esordio del 1986, e Long Cold Winter dell'anno successivo e contenente la bellissima ballad Don't Know What You Got, e i Great White, i quali ebbero la fortuna di ricevere l'investitura di degni eredi del verbo zeppeliniano da Robert Plant in persona che vedeva nel singer Jack Russell il suo alter ego. I Great White sfornarono un bel po' di buoni dischi, come Shot in the Dark (1986), Once Bitten (1987) e Twice Shy (1989).

Una sorta di mina vagante invece, all'interno del panorama hard di metà anni ‘80, erano i Cult di Ian Astbury e Billy Duffy. Nati all'interno della scena gothic rock con l'esordio Dreamtime (1984), essi si ispiravano all'hard dei Led Zeppelin e al rock psichedelico dei Doors, dando vita ad un misto di elettrica passionalità ed oscuro misticismo, su cui andava poi a confluire a livello tematico l'ossessione di Astbury per la storia, la cultura e le tradizioni dei nativi americani. Love (1985) fu secondo molti, compreso il sottoscritto, il loro album migliore, anche se probabilmente Electric (1987), grazie a pezzi come Lil' Devil e Love Removal Machine, fu quello che maggiormente contribuì all'evoluzione dell'hard rock della seconda metà degli anni '80, in cui invece perfettamente si va ad inserire il loro quarto album Sonic Temple (1989).

Si giunge così proprio sul finire di questo decennio, in cui si assiste all'ultima evoluzione dell'hard ottantiano e all'affermarsi di quella corrente "Sleaze/Glam", in Italia ribattezzata "Street Metal", che ebbe i suoi maggiori e più famosi esponenti nei Guns N' Roses. Essi riprendevano il glam dei vari Motley Crue, New York Dolls e soprattutto Hanoi Rocks, accentuandone però la dimensione punk, infatti il termine "Sleaze", cioè "sporco", stava proprio ad indicare non solo l'immagine stradaiola e selvaggia di chi faceva hard rock sul finire degli '80, ma anche il fatto che il loro hard fosse "sporcato" da elementi punk, come nel caso degli stessi Guns e Motley Crue, o da elementi funk, come nel caso dei più modesti Bang Tango o degli Extreme, quelli del tormentone More Then Words.

I Guns N' Roses furono uno dei pochi gruppi hard rock degli anni '80 quasi unanimemente apprezzati dalla critica dell'epoca, all'interno della quale esisteva una frangia minoritaria che si era dimostrata particolarmente ostile verso gran parte dell'hard ottantiano, spesso denigrandolo e screditandolo, anche con l'invenzione, come si è già visto, di termini come Pop-Metal o Led Clones. I Guns si conquistano immediatamente un posto nell'olimpo dell'hard rock con il magnifico esordio Appetite For Destruction del 1987, che grazie a brani trascinanti ed elettrizzanti come Sweet Child O' Mine, Paradise City e Welcome To The Jungle entrano nelle grazie di critica e pubblico.

 


Guns N' Roses
 

 

Tra i maggiori esponenti, nonché principali ispiratori al pari dei finnici Hanoi Rocks, dello Sleaze/Glam vi erano anche i Motley Crue, i quali con Girls, Girls, Girls (1987) e Dr. Feelgood (1989) conquistano le charts di mezzo mondo, imperversando ovunque con hit song come le trascinanti Dr. Feelgood, Same Old Situation o Don't Go Away Mad e le ballad Time For Change , Without You o You're All I Need.

Lo Sleaze/Glam si espande a macchia d'olio negli States, e in particolare in California, dove tale corrente aveva avuto il suo punto d'avvio, così si assiste presto all'affermarsi di altre band che sfruttano la scia aperta dal successo di Appetite For Destruction, come gli L.A. Guns di Tracii Guns (per lui anche una breve esperienza nei Guns N' Roses), i quali si faranno ricordare per dischi come l'omonimo esordio (1988) e Cocker and Loaded (1989) e brani come One More Reason, Electric Gipsy o The Ballad Of Jane, i Faster Pussycat, band dall'enorme potenziale ma purtroppo frenata dagli eccessi e dalla condotta di vita sregolata del loro frontman Taime Down, e soprattutto gli Skid Row, i quali potendo contare sul carisma del giovane singer Sebastian Bach invasero anch'essi le classifiche americane con l'omonimo esordio del 1989 e le sue tre hit 18 & Life, I Remember You e Youth Gone Wild.

Sempre sul finire degli anni '80 inoltre si affermarono, anche se non propriamente inquadrabili nel movimento Sleaze/Glam, i Tesla, che si rifacevano piuttosto alla lezione degli Aerosmith. Provenienti da Sacramento, essi esordirono nel 1986 con Mechanical Resonance per poi affermarsi definitivamente con l'ottimo The Great Radio Controversy (1989), anche se risulteranno fondamentali con il live album Five Man Acoustical Jam del 1990, che raccoglieva le migliori canzoni dei loro due album precedenti riproponendoli in versione acustica, straordinari pezzi come Paradise, Love Song, Heaven's Trail o Signs, inaugurando così la stagione degli unplugged, subito dopo sempre più usati ed abusati dai tanti gruppi Grunge con l'apporto di MTV.

Era impensabile che una scena così ricca, mutevole e dinamica fosse quasi al capolinea, invece le adrenaliniche scorribande dello Sleaze/Glam e le gemme dei Tesla rappresentavano oramai gli ultimi botti di questo decennio particolarmente fecondo e proficuo per l'hard rock. Nel 1991 infatti, grazie soprattutto al grande successo commerciale di Nevermind dei Nirvana e alla contemporanea uscita del capolavoro Ten dei Pearl Jam, inizia la veloce quanto breve ascesa del Grunge, che come un uragano spazzerà via l'hard rock del decennio precedente.

E dire che proprio in quel 1991 uscirono tanti ottimi album in ambito hard rock, infatti gli Skid Row ottennero un buon successo con Slave To The Grind che conteneva brani fantastici quali In A Darkened Room, Quicksand Jesus e Wasted Time, ed anche i Guns N' Roses ebbero buoni responsi dal doppio mega album Use Your Illusion I e II, per merito soprattutto delle famose November Rain e Don't You Cry, quest'ultima una ballad strappalacrime carina, ma anche banalotta e adolescenziale, che divenne un vero e proprio inno generazionale nei licei dell'epoca. Fu un vero e proprio flop commerciale invece il pur ottimo Prisoners In Paradise degli Europe, tanto che ciò portò alla rottura tra la band svedese e la Epic e al conseguente scioglimento del gruppo, mentre passarono, chi più chi meno, in sordina altri buoni lavori come Mane Attraction dei White Lion, Psychotic Supper dei Tesla, Hey Stoopid di Alice Cooper, Hollywood Vampires degli L.A. Guns, Hooked dei Great White e soprattutto il bellissimo Saints And Sinners di Kane Roberts, l'ex chitarrista di Alice Cooper.

Nonostante ciò però bisognava fare i conti con il mutamento dei gusti ormai in atto, e da questo momento in poi per l'hard rock non sarà mai più come prima.

 



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