Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Albert Productions
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Cormac Neeson - voce
- Paul Mahon - chitarra
- Michael Waters - basso
- James Heatley - batteria

Tracklist: 

1. Under The Sky
2. Never Too Late
3. Come Follow Me
4. Be What You Want
5. Memphis Water
6. No Question Asked
7. Into The Gutter
8. Sometimes Your Love
9. Leavin' Today
10. Preachin
11. Always

Answer, The

Rise

Sono stati scomodati miti e leggende da parte di addetti ed esperti e di gran parte della critica internazionale nel presentare questi quattro ragazzi irlandesi che sotto il monicker The Answer hanno sfornato Rise, loro album d'esordio. Certo che i proclami non potevano che incuriosire, considerato che questa band emergente veniva presentata come una sorta di new sensation, addirittura gli eredi naturali dei mitici Led Zeppelin, pronti a riportare in auge quel Classic Rock intriso di Hard n' Blues che nei seventies spadroneggiava nel Regno Unito e negli States. In realtà pur se presenti ed evidenti sono le influenze di quello che personalmente considero uno dei più grandi gruppi della storia del Rock, queste vengono mescolate con altre fonti di ispirazione, tanto da poter facilmente rintracciare influenze di altri gruppi che dominarono quel decennio, come Thin Lizzy, Montrose, Bad Company, mentre una forte dose di attualità viene data da derivazioni sonore tipiche dei Black Crowes.

Ciò che ne deriva è un sound fortemente derivativo, con linee e soluzioni spesso familiari e delle volte abusate, come nel caso del riff di Never Too Late che ne riporta alla mente tanti altri di fin troppo simili, si tratta comunque di una buona song di matrice pienamente zeppeliana, come anche Come Follow Me, dove persino la voce di Neeson sembra imitare quella di Plant, così come buona e vitale risulta anche l'opener Under The Sky che si muove decisamente verso sonorità più americane e leggermente attuali, mentre la spensieratezza e la briosa melodia di Be What You Want rappresenta uno dei momenti più piacevoli di questo full-lenght. Noiosa e con la pretesa di porsi come qualcosa di ambizioso ed importante Memphis Water, song dall'attitudine Blues che in realtà non riesce mai a decollare, mentre con No Question Asked ed Into The Gutter i quattro irlandesi tornano ad emulare gli Zeppelin con risultati peraltro discreti. Sometimes Your Love è un buon pezzo vitale ed energico, che guadagna molto nel suo bel refrain, ma al tempo stesso lascia la sensazione che qualcosa di meglio nelle strofe si sarebbe potuto fare, mentre Leavin' Today è la fiera del già sentito, la canzone che più di tutte fa intendere quanto derivativo sia il sound di questo gruppo, e per finire Preachin, una miscela di Thin Lizzy e Grandfunk Railroad, e la bella ballad Always.

Non scomodiamo allora miti e leggende, perchè siamo sì in presenza di un buon album, ma ben lontano dai proclami che l'hanno preceduto, e l'esordio di Page e compagni fu tutt'altra cosa, ma paragoni a parte questi irlandesi presentano una buona attitudine e dimistichezza con i loro strumenti, anche se allo stato attuale il loro sound rischia di risultare poco creativo e fin troppo derivativo, ed inoltre Rise contiene diversi buoni brani, ma nessuno degli stessi riesce a spiccare in maniera particolare.

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