Uochi Toki
Napo, Rico
di: 
Matteo Trapasso
21/07/2011

Alienati e alienanti, Napo e Rico raccontano a RockLine.it parte del loro passato, presente e futuro, cambiando le nostre verità sulla musica e sulla vita.

 

M.T. - Ciao ragazzi e benvenuti su RockLine.it! Grazie innanzitutto per averci concesso quest'intervista. Partiamo subito dalle vostre origini: debutto nel 2003 con Vocapatch, poi l'omonimo nel 2004, Laze Biose nel 2006, collaborazione con gli Eterea nel 2007 e poi i due ottimi album, Libro Audio e CAED. La complessità dei brani cresce sempre più: è una crescita basata sul rapporto spazio-tempo o è la naturale evoluzione del gruppo?

Napo - Non c'è motivo di scindere le due cose in un aut aut perchè crescere con un occhio attento allo spazio e uno attento al tempo (sempre che il tempo possa essere VISTO) non è altro se non la naturale evoluzione del gruppo o di un gruppo.

Rico - Le cose più interessanti sono (per me) quelle che ancora non so fare; ieri ho riparato un freezer.

M.T. - Vi siete conosciuti alla fine degli anni Novanta. E' stata un' operazione solitaria inizialmente o avete collaborato con qualcuno?

Napo - Alla fine degli anni Novanta era molto in auge la dinamica del gruppo con tanti elementi che va piano piano riducendosi finchè non rimangono le persone che hanno le aspirazioni meno definite e le idee meno spiegabili. Probabilmente con noi c'era qualcuno all'inizio. Probabilmente abbiamo fatto svariati tentativi per coinvolgere persone nei nostri progetti. Probabilmente il fatto che ci trovassimo sempre solo in due mentre gli altri preferivano fare altro è stato uno dei fattori che hanno contribuito all'insorgere di un certo nichilismo percepibile nei primi dischi attualmente neutralizzato.

Rico - Quando noti che per qualsiasi cosa (non solo la musica, ma anche gli spostamenti, il mangiare, lo stare fuori o dentro ai locali) ci si ritrova ad essere sempre in due (i solito, noi) si è costretti a fare amicizia. Per fare una metafora volutamete forzata e stupida potrei dirti che abitiamo su un'isola deserta dove occasionalmente qualcuno attracca; questo qualcuno si ferma per un po' e poi riparte. Zona mc è sicuramente un naufrago, non ho ancora capito se sta costruendo con le canne di bambù una scialuppa o una casetta. Probabilmente nessuna delle due.

M.T. - Come vedete l'attuale scena alternativa italiana? Cosa ascoltate ultimamente?

Napo - Stiamo facendo una revisione del linguaggio e non abbiamo ancora inventato il corrispettivo per "scena", "attuale" e soprattutto "italiana": di conseguenza la prima parte della tua domanda va a indagare concetti che sono chiari per tutti ma che non metteranno mai d'accordo nessuno. Sto dicendo che non abbiamo ancora creato un linguaggio comune con il 91% degli "appartenenti" alla "scena" "attuale" "italiana", quindi potremmo dirti che non vediamo. Io ultimamente faccio come in Dogma 95, ascolto soltanto le cose che stanno accadendo nel momento in cui presumo di essere.

Rico - Essere alternativi non è per nulla alternativo. Il concetto di alternativo ti mette di fronte al concetto di alternanza, alternanza è una successione di intervalli regolari; beh, a me interessano tutte le incalcolabili sfumature ed i dettagli di mezzo.

M.T. - Avendo avuto il piacere di aver visto un vostro concerto vorrei chiedere qual è il vostro rapporto con il pubblico.

Napo - Il più possibile ad personam, per quanto le nostre forze ce lo permettano. I camerini sono banditi o servono solo per appoggiare le felpe e le giacche. Poi, tra l'altro, considerare il pubblico come pubblico e il gruppo come gruppo senza mischiare le cose, è una convenzione che limita un sacco di possibilità. Diciamo che delle persone si trovano in un sistema delimitabile o meno chiamato situazione e in questo sistema succede qualcosa.

Rico - Mi piace essere il casus belli per incontri, nessuno viene ai nostri concerti per "noi", è una concatenazione di motivi. Ogni persona porta qualcosa e quel qualcosa si somma ad altri qualcosa creando il concerto. La differenza fra i concerti non è una differenza fra scalette, è una differenza di persone.

M.T. - Le vostre influenze musicali e i vostri ascolti adolescenziali quali sono stati?

Napo - Preferiamo non dividere la vita in categorie di crescita. Questo rende difficili alcune cose ma ne facilita altre e, cosa più importante, un elenco di nomi di artisti non può dare al lettore un indizio sulla nostra presunta personalità.

Rico - E che ne so? Io sono ancora un bambino.

M.T. - Qual è il disco più importante della vostra vita e quale quello che ha ispirato i Uochi Toki?

 

Napo - Il disco più importante della nostra vita è sempre il prossimo disco che faremo, e, ugualmente, il disco che ispira sempre gli Uochi Toki è il prossimo disco che faremo.

Rico - Quello che uso con il flessibile per tagliare il metallo.

M.T. - Ultimi concerti a cui avete partecipato? Che ambiente culturale avete trovato?

Napo - Io vado a concerti a caso facendomi trasportare dalle situazioni sociali. Posso capitare in un parco a sentire gruppi cover orrendi solo perchè il luogo è veramente bello e cucinano una buona piada. Comunque l'ultimo concerto a cui sono stato era una rassegna di gruppi grind al boomker di fano, ho sentito un po' di gruppi poi sono andato in macchina a dormire aspettando le altre persone che erano con me. Per quanto riguarda la parola "culturale" stesso discorso di "scena" "attuale" "italiana".

Rico - Non ho mai trovato un ambiente culturale, in particolar modo ad un concerto. Vado e sono spesso concerti, di solito trovo amici che vedo raramente e con loro faccio discorsi.
Mi piace molto la tradizione orale e l'aneddotica.

M.T. - Ora passiamo a"Libro audio": che tipo di lavoro avete impostato per costruire quest'album?

Napo - Il nostro metodo classico, ovvero ne abbiamo parlato tantissimo fino a che il disco non si è formato per conto suo.

Rico- Facendo elettronica ho selezionato ciò che più mi sembrava adatto per la stesura di un testo e avendo discusso prima del disco facevo elettronica in funzione della stesura del testo.
Fare un disco non inizia da un punto o se proprio vogliamo trovarne uno sicuramente si trova fra me e Napo.

M.T. - Ora la stessa domanda ve la porgo per il successivo CAED.

Napo - Per CAED è stato un po' diverso. ne abbiamo parlato finchè il disco non ha cominciato a rivolgerci la parola. abbiamo quindi adottato dei metodi coercitivi per contenerlo altrimenti ci avrebbe mangiato.

Rico - Potrei dire che è emerso, ma non è vero del tutto. Era lì: vicino alla superficie e l'ho semplicemente reso udibile.

M.T. - Come vi sentite dopo aver realizzato una bella manciata di album?

Napo - Io mi sento come se non ne avessi fatto nessuno e come se non fossi riuscito a spiegare niente.

Rico - Incompleto, inadatto, opaco, apatico. Non posso prescindere dalla mia esperienza quindi non posso nemmeno dirti che mi sento così per la "manciata" di dischi. Preferisco utilizzare il termine "manciata" riferito alle ciliegie.

M.T. - Avete già in mente nuove cose da fare e soprattutto avete già fatto vostra l'idea di un nuovo lavoro?

Napo - Sì, lo stiamo scrivendo. Non sappiamo quando uscirà nè quando sarà pronto. Posso dirti che per ora questo disco nuovo si sta rivelando essere abbastanza nostro amico e che influirà sul nostro modo di parlare.

Rico - Se fosse un "lavoro" non credo che riuscirei a portarlo a termine senza ricorrere a dei sotterfugi. Continuo a fare elettronica e registrare dischi altrui, per quanto riguarda il nostro vale il concetto di emersione.

M.T. - Avete paura del futuro e come vi vedete fra dieci anni?

Napo - Paura del futuro assolutamente no, siamo in grado di arrangiarci e visto come stanno andando le cose probabilmente tra dieci anni sarà ancora presente.

Rico - Non ho paura di me stesso e nemmeno delle scelte che sto facendo, anzi più passa il tempo più mi rendo conto che l'affrontare sè stessi dà buoni frutti quindi cerco di affrontarmi il più possibile (ovviamente un po' alla volta).

M.T. - Grazie dell'intervista ragazzi. In bocca a lupo per il futuro e continuate su questa strada, regalandoci nuovamente altri incredibili esperimenti sonori.

Napo - Grazie a te. A presto, nel presente.

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