Testament
(Eric Peterson)
di: 
Susanna Moro
05/04/2008



 

Dopo quasi nove anni dall'uscita dell'ultimo studio album della band, "The Gathering", lo storico chitarrista e fondatore dei Testament concede a RockLine.it un'intervista in cui possiamo discutere delle varie peripezie che i cinque americani hanno dovuto affrontare in tutto questo tempo e dei loro progetti futuri...

S. M. - Bene Eric, inizierei a parlare del vostro nuovo album in uscita a breve con la Nuclear Blast. Se ti va di ricordarci ancora una volta il perché dell’attesa di nove anni.

Eric - Beh siamo stati un po’ impegnati in questi anni, sai, Chuck ha avuto un cancro e ha dovuto combatterlo per tre anni, io ho formato un’altra band melodic black/thrash (i DragonLord, ndr) e abbiamo pubblicato due album, ho dovuto fermarmi anch’io per quasi un anno perché mi sono rotto una gamba, abbiamo cambiato un po’ di line up…Insomma, abbiamo dovuto far fronte a diversi problemi e in quei momenti è difficile anche solo pensare di tornare in studio perché non sapevamo bene cosa fare né da dove iniziare a farlo. Quindi nel 2005 abbiamo deciso di riunirci con la line up originale e suonare un po’ assieme, così abbiamo iniziato a fare tour e siamo stati in giro per quasi due anni, e alla fine, circa all’inizio del 2007 siamo entrati in studio e iniziare a lavorare ad un album. In più ci sono stati altri problemi e incomprensioni varie con la nostra vecchia etichetta, quindi anche lì abbiamo avuto un po’ da fare, ma penso che ora siamo sulla strada giusta con la Nuclear.

S. M. - A proposito, avevo sentito di problemi con la SpitFire… Invece con la Nuclear Blast come vi siete trovati?

Eric - Benone, è un’etichetta metal, non potevamo che trovarci bene. La Nuclear è cresciuta negli ultimi 10 anni e ha messo sotto contratto molte band valide; adesso è diventata una label importante nel panorama metal e anche noi siamo molto eccitati di avere un contratto con loro.

S. M. - Torniamo un attimo sul discorso dell’album… Già da alcuni giorni è presente sul vostro myspace il pezzo More Than Meets the Eye, estratto da The Formation of Damnation, un pezzo diretto e con un certo appeal melodico che potrebbe farne un classico. Il processo compositivo di quest’album è cambiato rispetto a the Gathering o precedenti?

Eric - No, non è cambiato molto, è abbastanza vicino a The Gathering, e siamo tornati un po’ alle nostre radici; è più simile forse a The Legacy e a The New Order, ma ha conservato la stessa potenza e l’aggressività di The Gathering… Poi, sai, avere ancora Alex nella band significa avere tanti assoli killer nelle canzoni; Chuck in alcuni pezzi canta in clean, usa un registro alto, ma direi che in generale è un disco efficace. Sono molto soddisfatto di quest’album, tutta la band lo è, ora il giudizio finale è in mano ai fans, solo allora sapremo se è davvero un bell’album o se invece avremmo fatto meglio a tacere!

S. M. - Hai parlato di Alex… Che effetto fa riaverlo di nuovo nella band, e come mai, dopo il forzato divorzio da Barker, la scelta del nuovo drummer è ricaduta su Paul Bolstaph?

Eric - Ah beh, Paul in realtà milita fuori e dentro la band da circa dieci anni a questa parte, quindi non è certo nuovo per noi. Ci è sembrato la scelta più ovvia per riempire il posto dietro alle pelli, perché oltre che essere un amico, abbiamo stesse influenze, più o meno abbiamo passato le stesse esperienze, abbiamo la stessa età e veniamo dalla stessa zona della California… E’ perfettamente a suonare il nostro materiale, quindi ci sembrava quello giusto per noi. Avere ancora Alex nella band è semplicemente fantastico, è stata più o meno una sorpresa, arrivata all’ultimo minuto; quando se n’era andato tutti ci chiedevano di lui, cosa facesse, dove fosse… Visto che aveva deciso che il metal non faceva più per lui e aveva deciso di dedicarsi al jazz pensavamo di averlo definitivamente perso, ma a quanto pare gli siamo mancati quanto lui è mancato a noi, e siamo stati felici di sapere che il metal era ancora di suo interesse, pur continuando comunque a suonare anche jazz, così l’abbiamo accolto a braccia aperte.

S. M. - Visto il successo che The Gathering ha riscosso tra pubblico e critica, è stato difficile creare un album che potesse bissare il successo di un lavoro monumentale come il precedente?

Eric - Ah, questa era una delle piu grandi paure di Chuck! Qualunque cosa scrivessi, appena gliela sottoponevo lui diceva sempre che anche se era buono, non era materiale come quello di The Gathering. Aveva questa paranoia, e nulla di ciò che si componeva era mai all’altezza di Gathering. Ora che The Formation of Damnation è ultimato, le sue paure sono svanite, ma devo ammettere che durante il songwriting qualche sberlone se l’è proprio meritato (ride, ndr). Però devo ammettere che il fantasma di Gathering spaventava un po’anche me, è anche questo uno dei motivi per cui la registrazione è durata così tanto, non volevamo tornare con qualcosa di meno potente di The Gathering.

S. M. - Ultimamente, e più del solito, la politica sembra essere molto di moda nei testi di metal band, poi è anche periodo di primarie… Ci sono riferimenti alla politica nei testi del vostro ultimo lavoro?

Eric - Ma certo che ci sono, ovviamente non ne parliamo in modo carino, è pur sempre metal, quindi siamo abituati a vedere il lato oscuro delle cose, come in questo caso. Però penso sia davvero un buon argomento di cui parlare nel metal, trattando di cose oscure la politica è la prima cosa che ti viene in mente, e in più hai gente che davvero ti ascolta.

S. M. - Tu e Chuck avete tenuto in piedi la band, passando oltre a problemi e avversità. Hai mai pensato seriamente di mollare tutto?

Eric - Oh si, certo, più volte. A volte mi sono sentito così sommerso dai problemi e dai casini da pensare di mandare tutto quanto a farsi fottere e ritirarmi. Quando poi cambi più line up e devi insegnare tutte le tue canzoni, tutte parti dei relativi strumenti a ogni relativo nuovo membro,ci invecchi, e la voglia di piantare tutto è davvero tanta. Però, a parte un paio di separazioni momentanee, l’idea dello scioglimento definitivo è ancora molto lontana da diventare effettiva.

S. M. - Per la prossima estate avete in cantiere un tour vi vedrà ospiti di numerosi festival. Niente shows come headliners?

Eric - Per il momento abbiamo appunto un sacco di festival in cui spaccheremo i timpani ai fans, poi stiamo pensando ad un tour da headliners che inizierà circa verso settembre-ottobre dall’Europa per poi continuare in giro per il mondo. Però prima vediamo il rodaggio ai festivals e la risposta all’album…

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