Survivor
(Frankie Sullivan)
di: 
Edoardo Baldini
06/09/2006



 

Oltre quindici anni hanno separato il nuovo Reach dalla precedente pubblicazione, ma i Survivor della celebre Eye Of The Tiger sono tornati nel 2006, sotto l'etichetta italiana Frontiers Records. A parlare di questa nuova avventura in un'esclusiva intervista a RockLine.it è il famoso chitarrista e compositore Frankie Sullivan, attuale mente del progetto un tempo guidato anche da Jim Peterik...


E.B. - Ciao Frankie! E’ un onore poterti intervistare! Complimenti per lo splendido Reach. Inizierei l’intervista chiedendoti quando e come avete deciso di pubblicare un nuovo album…

Frankie - Grazie mille per queste belle parole. L’idea era quella di lavorare ad un certo numero di tracce da diverso tempo. Molte delle canzoni sono state scritte tempo fa, parte del materiale proviene dalle sessions di Fire Makes Steel ed è stato scritto con Jim Peterik. Give Me The Word è stata composta da Jimi, mentre un paio di brani sono stati scritti con Dave Bickler. Altri episodi fanno parte di materiale più recente: per esempio Talkin’ Bout Love l’ho scritta con Chris. Volevo davvero dare ai fans il miglior album dei Survivor e ho quindi preferito impiegare tutto il materiale più efficace scritto in tutti quegli anni. Abbiamo fatto tante cose durante questo periodo e penso che questa sia la ragione per cui l’album è risultato così vario e forte.

E.B. - Dopo molti anni, avete raggiunto il cuore dei vostri fans ancora una volta. Puoi dirci come avete trascorso il periodo che separa Reach dalla precedente pubblicazione?

Frankie - E’ stato veramente un periodo d’inferno ma penso che peggiore è stata l’attesa. Credo che i motivi siano stati diversi in questi anni: dopo che abbiamo pubblicato Too Hot To Sleep, come forse potresti ricordare, l’ambiente musicale è cambiato tanto. Non eravamo più all’avanguardia e Jami Jamison aveva anche iniziato a lavorare sul suo primo album solista, When Love Comes Down. Successivamente abbiamo iniziato a partecipare ad altri progetti e Jim Peterik e Jimi Jamison hanno lasciato la band. Tuttavia, ho deciso di proseguire, chiamando il primo cantante, Dave Bickler, nella band. Abbiamo trascorso il periodo seguente in tour e pubblicando due Greatest Hits. Infine è arrivato il momento giusto per laorare su un nuovo album quando io e Jimi abbiamo ristabilito le nostre direzioni. Si è presentata l’occasione con la Frontiers e abbiamo stipulato il contratto: sembra facile, ma gli anni passano e non ci si rende semplicemente conto che sono troppi. Non abbiamo comunque mai abbandonato…siamo stati in tour e abbiamo anche suonato un paio di volte in Europa.

E.B. - Solo alcune Rock bands degli anni Ottanta vengono rammentate ancora oggi e una sicuramente siete voi. Penso che questo sia connesso al fatto che il vostro sound riesca a far trasparire emozioni dai vostri strumenti e dall’approccio vocale. Qual è il vostro segreto?

Frankie - Penso che il segreto sia la stessa musica. Se ti piace ciò che suoni e credi in ciò che fai, allora il lavoro riesce bene. E’ musica dal cuore e dall’anima e credo che le persone lo capiscano.

E.B. - Nella cover del vostro album, c’è un uomo la cui immagine riflessa sull’acqua vuole raggiungere qualche luogo o qualcosa di specifico. Chi è e che cosa cerca?

Frankie - L’idea della cover proviene dalla title-track. Reach significa credere nei propri sogni e in ciò che si fa. A volte è solo un sogno, ma quando si hanno i sogni si può vivere la propria vita e raggiungere i propri scopi. Questa è la stessa mentalità che abbiamo applicato su noi stessi durante tutta la nostra carriera.

E.B. - Farete un tour europeo? Se sì, verrete in Italia?

Frankie - Sì, stiamo programmando di esibirci in molti Paesi e speriamo di venire in Italia dato che conosciamo alcune persone che vorrebbero vederci suonare! Spero che tu possa venire a vederci, aspettiamo con ansia di farvi rockeggiare!

E.B. - Come create le vostre canzoni? Sono brani che portano con loro un grande bagaglio di emozioni…

Frankie - Come potresti sapere, negli album precedenti scrivevo le canzoni con Jim Peterik. Ci sono ancora alcune canzoni della nostra collaborazione che danno i loro frutti anche su questo nuovo album… Abbiamo auto molto feeling ed è stato un compito veramente grandioso poter continuare seppur senza il suo aiuto. Penso che le nuove canzoni riflettano una direzione più personale rispetto al passato, ovviamente. Ci sono elementi diversi e ho cercato di incorporare tutte le mie influenze, sia passate che più attuali.

E.B. - Molte bands e musicisti decidono di pubblicare album sotto il marchio della nostrana Frontiers Records. Puoi dirci com’è avvenuto per voi e quali sono stati i benefici di pubblicare il disco sotto Frontiers?

Frankie - Beh, avevo sentito parlare di questi ragazzi da molto tempo. Sapevo che sono fans della band e ho sentito parlare bene di loro da parte di altri gruppi con cui lavorano. Il nuovo management con cui abbiamo stipulato un contratto nell’estate 2005 gestiva diverse bands sotto Frontiers Records e quindi abbiamo deciso ovviamente di accettare l’offerta da loro fatta.

E.B. - Uno dei maggiori successi della vostra carriera è la colonna sonora della serie Rocky. Come vi siete inseriti in questo progetto?

Frankie - E’ iniziato tutto quando io e Jim Peterik abbiamo ricevuto un messaggio sulla nostra segreteria telefonica, del tipo: “Hey, questo è un bel messaggio per voi. Sono Sylvester Stallone, chiamatemi appena potete”. Abbiamo preso seriamente la faccenda e abbiamo chiamato quel magico numero, rimanendo ad ascoltare su telefoni separati. Stallone rispose e ci disse senza esitazione di chiamarlo Sly come fanno molti dei suoi amici e questo ci diede subito grande sollievo. Ci riferì che aveva ricevuto il nostro numero dal suo grande amico Tony Scotti, il presidente della casa discografica dei Survivor, la Scotti Bros. Ascoltammo con il fiato sospeso quando ci disse del Rocky III che aveva appena completato. Disse che stava usando quella che chiamavano “musica contemporanea” per la colonna sonora del film, ma voleva sostituirla con qualcosa di originale, scritto appositamente per il film. Stallone descrisse la storia di un Rocky che aveva perso il proprio mordente, la propria fame e l’ "eye of the tiger". Voleva che la musica avesse un impulso potente, tanta energia e dinamicità, una musica parecchio “street”. Ci avrebbe inviato una videocassetta dei primi tre-quattro minuti del film, in modo che noi potessimo iniziare. Quando il pacco arrivò, lo aprimmo strappandolo e lo guardammo, rimanendo immediatamente affascinati dalla potenza delle scene veloci. Fummo colpiti anche da come le azioni si adattassero alla musica contemporanea che avevano aggiunto, Another One Bites The Dust, dei Queen. Ricordo che scossi la testa e dissi: “Come potremo mai superare quella canzone?”, ma Jim era già nella stanza del pianoforte a canticchiare il motivo di chitarra che è diventato uno dei simboli della canzone. Non appena si sedette al piano, io iniziai a suonare quel tema sulla chitarra: improvvisammo per un po’ e ci piaceva il suo groove e la sua energia, ma capimmo che per proseguire avevamo bisogno di vedere il resto del film. Stallone acconsentì ad inviarcelo e quindi quando vedemmo tutto il film interamente fu il momento in cui le cose iniziarono a prender forma. Ascoltare il dialogo e sentire quella sensazione ci aiutò ad arrivare al passo successivo: il giorno dopo andammo insieme a provare a scrivere la canzone. Trovammo presto le idee per il testo e poi trascorremmo le due ore seguenti ad improvvisare con il registratore acceso, in modo da catturare qualsiasi cosa buona producessimo. Nella prova successiva riuscimmo ad unire il testo alla musica e programmammo di riunire il gruppo per fare una prima registrazione. Non dovemmo aspettare a lungo per il responso di Stallone. Era ammaliato! Amava Eye of the Tiger. Ci disse che era esattamente ciò che cercava, ma chiese un remix con batteria più forte e se potessimo scrivere una quarta strofa al posto che ripetere la prima come avevamo fatto. Così modificammo la prima strofa, mantenendo alcuni elementi e cambiandone degli altri. Inviammo a Stallone la versione remixata e completa nei testi e tutti furono d’accordo sul fatto che era una gran bella canzone. Stava per diventare la colonna sonora del film maggiore del 1982 (questa demo-version diventò la canzone del film; successivamente la registrammo ancora per l’album). Gli eventi che seguirono sono quelli che ciascuna band e ciascun compositore sogna: il gala ad Hollywood per la premiere del film, le comparse in televisione, i responsi dalla critica, il Grammy award, la nomina per gli Oscar, il People’s Choice award, il tour e l’ovazione della folla ogni volta che iniziavamo la canzone.

E.B. - E proprio Eye of the Tiger è il vostro pezzo più celebre, insieme a Burning Heart. Ma se tu dovessi scegliere, anche so che è difficile, quali sono i brani che ti entusiasmano maggiormente da suonare sul palco?

Frankie - Vital Signs è stato di certo il nostro album più di successo e devo guardarlo come quello meglio considerato e più amato dai fans. Stimo molto anche Premonition dato che c’è tanto materiale buono al suo interno, anche se eravamo troppo giovani in quel periodo. Mi piace riportare alla luce anche Too Hot To Sleep e ovviamente il nuovo disco. Eye of the Tiger è la nostra canzone più importante e quindi la dedichiamo a tutti i fans!

E.B. - E non dedichereste anche un bel DVD ai fans? Molti ne sarebbero felici…

Frankie - Ne abbiamo parlato con la casa discografica a riguardo. Sono veramente affascinato dai DVD e penso anche che lo dovremmo ai fans sin da quando abbiamo pubblicato il primo live. Credo che sia un’esperienza molto interessante e potremmo realizzare delle belle cose includendo del vecchio materiale e anche le nuove canzoni. Sarebbe qualcosa che piacerebbe a tutti i fans dall’inizio alla fine, come due ore di esibizione inedita dei Survivor!

E.B. - Quindi quali sono i vostri progetti futuri?

Frankie - Come magari saprai, abbiamo avuto diversi cambi di line-up recentemente. Ora abbiamo Robin McAuley (prima nei MSG) con noi e le canzoni alla voce sono incredibili. Sono veramente entusiasta di come si presenti il futuro al momento e pensiamo di tornare in studio ad incidere un nuovo album prima della fine dell’anno. Questa volta i fans non dovranno aspettare così tanti anni. I Survivor sono tornati!

E.B. - Bene, l’intervista può concludersi qui. Grazie mille per il tempo concessoci. Ti auguriamo un grande futuro da tutta RockLine.it. Puoi chiudere come preferisci!

Frankie - Grazie a te per l’intervista! Salutiamo tutti i lettori e speriamo di vedervi tutti al più presto! Ciao!

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