Sisters Of Mercy, The
(Gary Marx)
di: 
Iacopo Fonte, Edoardo Baldini
19/04/2007



 

Intervista esclusiva di RockLine.it a Gary Marx, chitarrista della line up originaria dei celebri Sisters Of Mercy di Andrew Eldritch, nonché compositore del capolavoro del Post-Punk/Dark-Wave First And Last And Always. Gary racconta la sua carriera, sottolineando particolari inediti mai prima espressi...


I.F. - Ciao Gary, è un grande onore per me poterti intervistare, dato che sei stato uno dei fondatori dei grandi Sisters Of Mercy. Certo di tempo ne è passato, ma album come First And Last And Always sono rimasti nella storia del Dark. Come prima domanda di questa intervista ti chiederei come hai iniziato a suonare la chitarra…

Gary - Ho iniziato relativamente tardi, quando avevo circa diciannove anni. Prima cantavo in una band ma poi sentii di non avere più iniziativa per continuare quel tipo di musica, che era leggermente conservativa ed accademica per i miei gusti. Ho comprato una chitarra e tornai dai miei compagni di gruppo annunciando che avrei suonato la chitarra. Loro risero e me andai.

I.F. - Parlando del primo periodo della tua carriera, come nacquero i Sisters Of Mercy?

Gary - Fortuna volle che in quello stesso momento, la nascente band di Andrew stesse cercando un chitarrista. Sembrava che non importasse a loro che sapevo suonare in modo scarso, principalmente perché erano troppo impegnati a combattere battaglie personali dentro loro stessi. La band si sciolse quasi non appena mi unii. Io ed Andrew lasciammo cercando di salvare qualcosa. Su mio suggerimento andammo in uno studio insieme e registrammo le prime tracce dei Sisters Of Mercy, che avrebbero formato il singolo Damage Done. Sebbene il singolo non fosse esattamente ciò che ci eravamo augurati, aiutò a consolidare il rapporto lavorativo: ci fu un tentativo di capire dobe ci stessimo dirigendo. Quando ci giunse l’aiuto di Craig Adams al basso per suonare qualche concerto, diventò subito evidente quali erano le nostre potenzialità e noi tre formammo il nucleo della band per i cinque anni successivi.

I.F. - Cosa significava Sisters Of Mercy in quel periodo di sviluppo della Dark Wave?

Gary - Sono sicuro che per molte persone significava che avevamo una specie di opinione anti-cattolica del mondo, o che stessimo a leggere Alistair Crowley tutte le sere. Sicuramente questo sembra essere diventato parte dell'indice dei facili stereotipi di questo gruppo. A noi interessava che il nome ricordasse una grande organizzazione (il che è ironico visto che essenzialmente all'inizio facevamo tutto io e Andrew). Il nome Sisters Of Mercy alla fine vinse perché possedeva un'ambiguità maggiore per quanto riguarda l'identità sessuale e le sue rilevanze all'interno della religione.

I.F. - Quali erano le tue influenze principali quando iniziasti a comporre canzoni?

Gary - La prima vera canzone che ho scritto per i Sisters Of Mercy, che non fu inserita in Damage Done, fu Miser Rate. Sembrava che una parte derivasse dai Pere Ubu e l’altra dagli Stooges e questo è un importante indizio per spiegare i miei gusti musicali del periodo. Ciò però doveva coesistere col fatto che non sapevo suonare bene la chitarra (in modo tecnico intendo) e che erano le prime settimane di prove con lo strumento. Questo comportò lo sviluppo di un sound unico, perché non avrei potuto raggiungere lo stile delle altre band neanche se ci avessi provato. E questo successe in un altro modo anche ad Andrew e a Craig (si potrebbe includere anche Dr Avalanche): i Sisters Of Mercy diventarono una sorta di pionieri del Post Punk più per mancanza che per progetto.

I.F. - Hai mai pensato al fatto che stavate cambiando il Post Punk?

Gary - Non ci siamo mai concentrati sul fatto di essere importanti all’interno di un genere o di un altro genere. Non sono sicuro cosa pensasse Craig riguardo a questa cosa nel primo periodo, ma per me ed Andrew c’era l’assoluta convinzione che il gruppo stesse diventando davvero importante e che stesse per entrare nella storia del Rock ‘N Roll. Io la vedevo così: Rolling Stones – The Clash – The Sisters Of Mercy.

I.F. - Oggi ritieni che la differenza di ambiente (da Leeds a Londra) abbia influenzato la vostra evoluzione stilistica?

Gary - Non c’è dubbio che nella mia mente i Sisters Of Mercy fossero una band “nordica”. E’ difficile da immaginare che avremmo potuto forgiare un’identità con il panorama musicale del periodo e che saremmo riusciti a lavorare non al di fuori della capitale del business inglese.

I.F. - Quando incontrasti Eldritch per la prima volta?

Gary - Il mio primo incontro con Andrew avvenne appena prima di iniziare a lavorare con lui, quindi penso verso il 1979. Ci vedemmo al F Club a Leeds. La sua ragazza era la DJ e Andrew era un assiduo frequentatore del luogo. Mi colpì il fatto che il suo quoziente di intelligenza fosse più alto di tutti quelli delle altre persone del club sommati. Iniziammo a diventare amici e la musica servì da collante al nostro rapporto.

I.F. - E’ risaputo che i problemi iniziarono nel 1985, dopo l’uscita del vostro capolavoro First And Last And Always. Puoi dirci qualcosa a riguardo?

Gary - Ci sono molte cose che potrei dire riguardo la graduale separazione, ma dopo così tanto tempo tendono a sembrare insignificanti o presuntuose. Non mi riconosco nella persona che ero all’epoca. Avevo iniziato il gruppo con Andrew e avevo avuto il ruolo di co-manager della band fino a quando firmammo il contratto con la WEA. A quel livello i dettagli del business mi interessarono meno, ma invece diventarono sempre più importanti per Andrew. Diventai molto più attivo come compositore e sembrò che Andrew, che era sempre stato il principale compositore nella band, avesse smesso. First And Last And Always faticò per questo motivo. Per molti fans l’album rimane un classico ma per me fu una grande insoddisfazione, non solo dal punto di vista artistico ma anche pratico. I costi della registrazione andarono fuori da ogni controllo. Le prove si dilungarono per più tempo perché Andrew non aveva scritto testi per le melodie e non aveva intenzione di usare le mie. Al culmine di questa situazione si prefigurò la fine del primo periodo di registrazione. Chiusi quindi i rapporti, pensando che Andrew stesse giungendo ad una fase di grave pericolo: la nostra amicizia non si è mai restaurata del tutto.

I.F. - Tornando indietro nel periodo 1980-1985, ti rammarichi di qualcosa?

Gary - E’ una domanda difficile da rispondere con convinzione perché la risposta può cambiare quotidianamente. A volte è qualcosa di davvero stupido come il desiderio di aver registrato una demo version di una canzone che non è mai stata pubblicata. Altre volte si è costretti ad esaminare le proprie azioni più seriamente e confrontarle col passato. Non ero, e non l’avrei mai reclamato, senza colpa per lo scioglimento della prima grande line-up dei Sisters Of Mercy. Dato che la fine/inizio della band parte dal 1985 ci sono certamente volte quando ho diversi rimpianti dello scioglimento.
Una risposta più semplice (che mi sembra veritiera 360 giorni all’anno) è no perché ho fatto una scelta tra il fare una grande musica e il condurre una grande vita. Ho scelto la seconda. I Sisters Of Mercy non mi avevano mai permesso di averle entrambe.

I.F. - Parlando del progetto Ghost Dance, che cosa ci puoi dire della sua storia?

Gary - La sua storia è molto più diretta. Ho incontrato Anne Marie mentre i The Skeletral Family supportavano i Sisters Of Mercy in tour, ma poi lasciammo le nostre bands nello stesso periodo e lei mi contattò per formare un nuovo gruppo insieme. La formazione seguì un percorso simile ai Sisters Of Mercy, anche se meno spettacolare. Abbiamo prodotto una grande quantità di singoli indipendenti prima di firmare per una major britannica. L’etichetta cercò di modellare la band verso qualcosa che non eravamo. Purtroppo eravamo cinque persone con differenti opinioni e non potevamo combattere contro le loro imposizioni. Dopo aver realizzato un album per la Chrysalis, fummo costretti a lasciare. La band si separò ben presto dopo essere stata scaricata dalla casa discografica.

I.F. - Ascoltando le tue canzoni di 1995 And Nowhere, le ho trovate parecchio interessanti e il sound è molto simile alle produzioni dell’Electro Goth. Qual è stata la tua ricerca per sviluppare queste tracce?

Gary - L’impulso di scrivere è stato quello di sempre. Tendo a comporre tracce che possano fungere da materiale per i testi. Non sono strettamente autobiografiche, ma legate alle esperienze. La musica per me è un piacere: dopo aver realizzato musica per un po’ di tempo si ha la tentazione di andare in una nuova direzione (come ho fatto nel 2003 facendo un album acustico con me anche alla voce) o di ritornare ai vecchi temi. Si può riscoprire infatti l’eccitazione di suonare una chitarra elettronica su una drum machine programmata. Se non avessi potuto collegarlo alle mie prime sperimentazioni musicali, non sarei stato interessato a svilupparlo.

I.F. - Come ultima domanda, ti chiederei se stai lavorando a qualcosa di nuovo…
Per quanto riguarda l’intervista, ti ringrazio del tempo concessoci e della tua gentilezza. Un saluto da RockLine.it!

Gary - Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo…
Ho iniziato a registrare ancora nel 2002 e ho speso metà del mio tempo lavorativo su nuovo materiale e nuovi progetti, mentre l’altra metà l’ho dedicata a ri-arrangiare vecchie tracce come se fosse un processo di archiviazione. Al momento sto masterizzando ancora alcuni brani di Ghost Dance per una possibile pubblicazione, ri-arrangiando il “grande album perduto” che ho scritto per Andrew e 1995 And Nowhere per includere tutte le dieci tracce. Sto anche cercando di registrare nuove canzoni per il mio secondo album solista.
Comunque non considero la musica come un lavoro a tempo pieno, può occuparne un po’ per i progetti da sviluppare. Cerco di essere abbastanza attivo su internet per tenere informate le persone riguardo a ciò che sto sviluppando, ma le news non sono di certo quotidiane.

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