Samael
(Vorph)
di: 
Paolo Gregori
24/05/2007



 

I Samael, gruppo che ha avuto il coraggio di abbandonare ogni canone musicale per cimentarsi nell'ambiziosa fusione di Black Metal ed Elettronica concedono un'intervista a RockLine.it, alla vigilia dell'uscita del loro ultimo album, che, come tutti i lavori precedenti della band, rappresenta un ulteriore passo avanti nell'evoluzione stilistica del gruppo. A parlare è Vorph, cantante e chitarrista della band, che si è dimostrato molto disponibile e cordiale...


P.G. - Ciao Vorph, vorrei farti qualche domanda sui Samael, una delle bands più innovative e varie della scena black mondiale.

Vorph - Ciao Paolo, grazie per i complimenti.

P.G. - Per prima cosa, cosa significa Samael?

Vorph - In realtà Samael non ha un solo significato: quando ero un ragazzo lessi il nome di questo angelo di satana su alcuni libri e mi affascinò immediatamente; ora più che altro Samael rappresenta la realtà che ci siamo creati noi quattro con la nostra carriera musicale, e quindi ha assunto un significato molto personale per noi, che va oltre l'origine della parola.

P.G. - Come è nata la band?

Vorph - Beh, è una lunga storia.. Inizialmente eravamo solo io e Xy, e dopo il primo album si è aggiunto Mas. In seguito sono avvenuti alcuni cambiamenti di line-up: Rodolphe H. ha suonato la tastiera e il sintetizzatore con noi dal '93 al '96, anno in cui Kaos entra a far parte della band, per poi lasciarla a sua volta nel 2002. Al suo posto è subentrato Makro, e, con lui, abbiamo ottenuto il line-up più potente e, probabilmente, quello definitivo.

P.G. - I vostri ultimi dischi appartengono ad un genere quasi del tutto inesplorato, quindi sarebbe piuttosto insensato parlare di influenze. Ma riguardo ai vostri primi album, siete stati influenzati da qualche gruppo in particolare, e che genere di musica ascoltavate?

Vorph - Nel '91, anno di uscita del nostro primo album, ero ancora un teenager e ascoltavo principalmente Slayer, Venom, Bathory, Celtic Frost ecc. di conseguenza i nostri primi lavori aspiravano tutti ad entrare in competizione con queste bands storiche, ed hanno anche raggiunto il loro scopo da questo punto di vista. Col passare del tempo è nata l'esigenza di trovare un nostro proprio stile, esigenza che ha preso forma in Passage, in cui si sentono distintamente le influenze industrial ed elettroniche: sostituimmo la batteria con un drumming programmato e cominciammo a fare largo uso di tastiere e sintetizzatori; finalmente cominciammo a suonare quello che sentivamo dentro.

P.G. - Che musica ascoltate tu e gli altri in questo periodo, invece?

Vorph - Uhm.. Io principalmente ascolto musica classica, mentre gli altri penso che ascoltino un po' di tutto. Comunque cerchiamo di mantenerci aggiornati sulle ultime correnti musicali e soprattutto sulle sperimentazioni.

P.G. - Il vostro ultimo album, Solar Soul, e più pesante del precedente, Reign of Light. Questo cambiamento è da considerarsi un parziale ritorno alle sonorità dei primi album, o semplicemente la naturale evoluzione della band?

Vorph - Bene, non lo definirei un ritorno al sound dei nostri vecchi album; semplicemente ci siamo accorti che in Reign of Light il contributo della chitarra era troppo ridotto e abbiamo deciso di lavorare su un suono di chitarra che fosse potente ma allo stesso tempo si accostasse alle sezioni di tastiera e sintetizzatore senza stonare. Direi quindi che, sì, la band si è evoluta in modo naturale verso una sonorità che le si addice di più.

P.G. - Siete soddisfatti del risultato finale?

Vorph - Indubbiamente. Quando stai lavorando a un album non devi smettere finché non ti senti dentro che non puoi fare niente di meglio, e questo è esattamente quello che abbiamo fatto per Solar Soul.

P.G. - Solar Soul può essere considerato un concept album?

Vorph - Non lo considero un concept, dato che nella maggior parte dei casi le canzoni hanno una propria personalità, scollegata dalle altre; tuttavia alcune canzoni condividono un tema comune, come ad esempio Promised Land e Slavocracy, incentrate sul tema della ricerca della spiritualità.

P.G. - Avete già pianificato un tour promozionale?

Vorph - Per ora abbiamo in programma numerose date di festivals in giro per l'Europa; terminate queste cominceremo a pianificare il tour.

P.G. - Avete lavorato ad altri progetti negli ultimi tre anni?

Vorph - No, niente di particolare. Ultimamente non abbiamo avuto molto tempo tra le mani, tra tour internazionali e la preparazione di Solar Soul, inoltre abbiamo anche lavorato molto al nostro videoclip, che abbiamo girato la settimana scorsa. Insomma, siamo completamente assorbiti dal nostro lavoro con i Samael, e per qualche tempo non ci concederemo divagazioni come Era One e Lesson in Magic #1.

P.G. - Cosa ne pensi dell'attuale scena metal svizzera, c'è qualche sviluppo interessante?

Vorph - A dire il vero in ogni posto in cui ci esibiamo, non solo in Svizzera, scopriamo esserci realtà underground molto produttive, e bands che cercano di dire la loro nel campo musicale in modo più o meno originale.

P.G. - Siete sempre stati una band originale e forse rivoluzionaria, cosa ne pensate di quei gruppi che seguono le mode del mercato musicale?

Vorph - Innanzitutto grazie per i complimenti. Sostanzialmente quello che hai citato è un altro modo di avvicinarsi alla musica. Bisogna sempre porre la domanda:"Perché fate musica?"; la risposta "è solo un lavoro" è una risposta che non condivido, ma che tuttavia non mi sento di condannare. Certo è che chi non suona quello che si sente dentro, ma quello che gli viene imposto da mode e mercato, mancherà della passione che, secondo me, è una componente essenziale della musica.

P.G. - Questa era l'ultima domanda, vorresti dire qualcos'altro ai nostri lettori?

Vorph - Ascoltate il nostro album, spero proprio che vi piaccia! E, nel caso i nostri tour includano delle date italiane, cercate di venirci a vedere!

P.G. - Grazie mille per il tempo che hai concesso a quest'intervista.

Vorph - Grazie a te, è stato un piacere.

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