Red Sparowes
(Greg Burns)
di: 
Edoardo Baldini
03/12/2006



 

Dopo il secondo album Every Red Heart Shines Towards The Red Sun, gli sperimentali Red Sparowes rilasciano un'intervista a RockLine.it attraverso il bassista Greg Burns, parlando del nuovo album e dei due passati concerti in Italia e tracciando un ritratto completo della band...


E.B. - Ciao Greg! Complimenti per l’ultimo album Every Red Heart Shines Toward The Red Sun, l’ho apprezzato parecchio. Possiamo iniziare l’intervista con una breve presentazione della band, anche se ormai avete acquisito una certa popolarità nella scena sperimentale. Come interpretate concettualmente la musica?

Greg - Ciao! Grazie prima di tutto per i complimenti. Interpretiamo la musica come dei semplici amici che si sono sempre divertiti a suonare insieme per svago. Poi siamo molto contenti che il pubblico apprezzi la nostra musica, ma questa è sempre stata un’espressione personale per noi, senza secondi fini nascosti.

E.B. - Molti etichettano il vostro sound come unione tra Experimental/Post Rock e Ambient/soundscape: sei d’accordo? Pensi inoltre che cambierete mai il vostro stile per esplorarne altri in futuro?

Greg - Cerco di evitare di etichettare la nostra musica. Siamo influenzati da un grande numero di artisti ma di solito siamo categorizzati come Post-Rock. Certamente suoniamo con una dinamica tra rock e idee musicali più testuali. Per quanto esplorando altri stili, siamo sempre aperti a qualsiasi cosa accada, così posso solo sperare di continuare a crescere e provare nuove cose.

E.B. - Parliamo del nuovo disco: ho letto il concept che c’è dietro la musica e ho capito che non vi è dietro un significato politico perché raccontate solamente una storia, non è vero?

Greg - C’è sicuramente un profondo significato politico dietro al storia del "Grande Salto In Avanti". E’ stato un terribile evento nella storia che dimostra il potenziale potere del governo e la volontà del popolo di seguire senza farsi domande. Niente è solo bianco o nero, ovviamente, ma tutti quanti sentiamo che è di vitale importanza fare domande al governo. Tutto il nostro Paese (gli Stati Uniti) è basato su questo concetto. Ed è sconvolgente vedere quanto raramente oggigiorno accade.

E.B. - Come sono uniti i suoni al concept? Quali emozioni mostrano secondo te?

Greg - La musica è sempre scritta prima del concept. Nel caso di The Great Leap Forward era qualcosa che Josh aveva letto a riguardo ed aveva portato a tutti gli altri come concept solo dopo che l’album era stato registrato. Il concept è stato ispirato dalla musica.

E.B. - Perché hai scelto di esporre questo tipo di idea (forse a causa della connessione col vostro monicker)? Ci sono state delle esperienze personali che hanno influenzato il tuo processo di scrittura?

Greg - Il concept è un evento storico attuale, quindi non c’è stato un “processo di scrittura” di per sè. Il concept è stato ispirato dalla musica ed è sembrato adattarsi a causa delle esplicite connessioni tra l’evento e i Red Sparowes, esattamente come la più astratta connessione tra il sentimento della musica e il sentimento generale dell’evento. Credo che la nostra musica sia oscura, sebbene a volte piena di speranza; una colonna sonora che si adatta all’evento.

E.B. - I titoli delle vostre canzoni sono visionare e sembrano delle poesie. Parlaci della loro lunghezza e dell’ispirazione nello scriverli.

Greg - I titoli sono stati scritti da Josh e ispirati direttamente da ciò che è successo nella Cina comunista nel 1950; il Grande Salto In Avanti. La lunghezza, sebbene spesso se ne parli, non è qualcosa di intenzionale. Non abbiamo un cantante, così è stato per noi un modo per introdurre un altro elemento al disco che può aiutare le persone a mettersi in relazione con la musica.

E.B. - Siete appunto una band strumentale. Riesci ad immaginare un qualche tipo di voce nella vostra musica o pensi che le emozioni debbano essere create solo attraverso l’attitudine musicale?

Greg - Le cose sono state portate naturalmente verso il suonare una musica strumentale. In generale volevamo essere capaci di esprimere cose che non sono veramente comunicabili attraverso le parole. Immagino che se suonassimo con delle voci, sarebbero in un senso testuale più astratto. Devo anche menzionare il fatto che stiamo progettando di registrare un Ep con cantanti ospiti. Così, sì, un giorno la gente avrà la possibilità di ascoltare i Red Sparowes con le voci.

E.B. - Le vostre canzoni sono complesse ed a volte possono sembrare frutto di improvvisazioni. Di solito come procedete nel comporle?

Greg - Non c'è una formula per il processo di scrittura delle nostre canzoni. A volte semplicemente scriviamo insieme, altre volte qualcuno di noi esce con un'idea. E' sempre un processo molto democratico, portato avanti allo stesso modo da ogni membro della band.

E.B. - Penso che la cover di At The Soundless Dawn sia fantastica. E' un pochino mistica... Puoi parlarcene? Che cosa significa?

Greg - La cover è l'interpretazione artistica della musica di Josh. Ancora una volta c'è un concept, in questo caso la Grande Estinzione; un'estinzione di massa che è segnalata dall'estinzione del passero. Non voglio parlare per Josh, ma sono sicuro che la canzone sia la rappresentazione visuale non solo della musica, ma anche del concetto.

E.B. - La canzone che ha attirato la mia attenzione fin dal 2005 è Alone And Unaware, la migliore che avete mai scritto secondo me. Puoi descrivermela, sottolineandone le caratteristiche e le sensazioni che avevi nella tua mente mentre la componevi?

Greg - Ogni canzone, inclusa Alone And Unaware, è scritta durante un corso di tempo. Non posso dire che ci siano stati particolari pensieri o eventi a quel tempo direttamente collegati alla canzone. E' più in generale una rappresentazione di dove ci trovavamo a livello emozionale, il che può essere, sinceramente, un po' difficile da riassumere.

E.B. - Siete andati in tour con i Dilliger Escape Plan e le vostre date sono state positive e indimenticabili. Vorrei chiederti se state pianificando un nuovo tour dopo le date in Inghilterra nell'ottobre scorso...

Greg - Sì, faremo un tour negli Stati Uniti a Febbraio/Marzo e poi saremo in Europa ad Aprile e sino alla fine di Maggio.

E.B. - Verrete mai in Italia di nuovo? Qui i fan dei Red Sparowes stanno crescendo di numero e sarebbero molto felici di vedervi in tour...

Greg - Sì, sono sicuro che ritorneremo in Italia la prossima volta che saremo in Europa. Ci siamo divertiti molto durante il nostro ultimo tour qui, non ce lo perderemmo mai!

E.B. - I vostri due shows nel nostro Paese sono stati indimenticabili: quali sono i tuoi ricordi di quegli eventi del passato?

Greg - Ci siamo divertiti moltissimo. Siamo stati trattati molto bene. Era a prima volta che venivo in Italia; alcune parti sono assolutamente fantastiche. A dire il vero ero abbastanza ammalato a quel tempo, non vedevo l'ora di tornare a casa e veramente essere in grado di rimettermi a posto.

E.B. - La California ha un'ampia scena Experimental Rock? Quali sono le tue band locali preferite?

Greg - Non direi che ha una grande scena Experimental Rock. Los Angeles è una città rock. Un mucchio di gente alla ricerca di un contratto con una major, cattivi comportamenti, tutto quello che è “rock and roll”. E' un po' ridicolo. Detto questo, c'è un gran numero di fantastiche band qui. Il nome di alcune: Autolux, 400 Blows, Year Future, Midnight Movies, The Melvins vivono tutti a Los Angeles. Potrei andare avanti. C'è una piccola scena di jazz sperimentale, quindi puoi vedere alcuni fantastici musicisti: Nels Cline è il mio preferito.

E.B. - Per concludere l'intervista: come mai avete scelto Red Sparowes come moniker del vostro progetto?

Greg - E' preso da una poesia di T.S. Eliot. Originariamente eravamo gli Sparowes, ma abbiamo dovuto cambiare nome a causa di ragioni legali.

E.B. - Grazie per il tempo che ci hai concesso! Speriamo di rivedervi presto in Italia per qualche data! Puoi concludere l'intervista come preferisci. Un saluto da RockLine.it!

Greg - Grazie mille Edoardo! Ho apprezzato che tu abbia trovato il tempo di fare quest’intervista.

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