Perturbazione
(Tommaso Cerasuolo e Gigi Giancursi)
di: 
Paolo Brondolo
15/07/2007



 

RockLine.it incontra Tommaso Cerasuolo e Gigi Giancursi, voce e chitarra dei Perturbazione, per una lunghissima e piacevolissima chiacchierata. Poco prima del concerto all’Emersione Festival di Torino, i due ci svelano alcuni segreti riguardo al nuovo disco Pianissimo Fortissimo e ai loro progetti futuri…

P.B. - Ciao ragazzi, complimenti per l’album! Come sta andando? Siete soddisfatti del lavoro?

Gigi - Ciao, grazie mille! L’album sta andando bene; certo se si parla di vendite dipende dai parametri con cui uno giudica le cose visto che non possiamo competere con le band famosissime, però dal nostro punto di vista sta andando molto bene.

P.B. - Come mai il titolo Pianissimo Fortissimo?

Tommaso - Mi è venuto in mente guardando uno spartito, avevo visto questa cosa del PPFF e ho subito pensato che fosse un bel titolo per il disco. All’inizio ero un po’ scettico ma poi l’ho proposto agli altri ed è piaciuto. È soprattutto un fatto emotivo nel senso che si può parlare di momenti brevi nel tempo ma che hanno un’intensità emotiva molto forte. È bello perché come tutti i titoli, più evocano e più l’ascoltatore se ne impossessa dandogli il significato che vuole.

Gigi - Poi c’è da dire che noi abbiamo sempre giocato con questi contrasti e giochi di parole. “Pianissimo Fortissimo” rappresenta una contraddizione, per esempio se c’è la percezione che il gruppo va benissimo magari le nostre vite sono singolarmente disfatte, quindi c’è sempre questo doppio concetto.

P.B. - Qual è stata in tutti questi anni l’esperienza più gratificante?

Gigi - Ce ne sono state tante. Diciamo che è sempre molto gratificante quando incontri qualche musicista che ammiri e che riconosce in qualche modo che anche tu stai facendo il suo stesso lavoro. È li che ti rendi conto di essere considerato un musicista e questa è una cosa bellissima, anche se in realtà per noi c’è sempre un sentimento di inadeguatezza quando parliamo con persone tanto importanti per la nostra formazione musicale.

Tommaso - Per esempio mi ricordo quando ho conosciuto i 24 Grana nel backstage del MEI e abbiamo potuto stringerci la mano nel periodo in cui ascoltavo molto il loro album K, oppure quando Gigi e gli altri hanno suonato sullo stesso palco dei Sonic Youth accompagnando Stefano Giaccone (Lalli).

P.B. - Come componete le vostre canzoni?

Tommaso - Non c’è un modo fisso… a volte Gigi o Cristiano arrivano con dei riff di chitarra sui quali tutti incominciamo a lavorare strumentalmente, poi magari si fa una linea vocale. Altre volte c’è già un testo con una linea vocale e si mettono sopra gli accordi o a volte invece le canzoni nascono insieme. Diciamo che ciascuno lotta per imporre la propria visione perchè siamo sei testoni e quindi tutti vorrebbero avere sempre l’ultima parola…

P.B. - E non vi capita di discutere perché qualcuno vuole mettere ad ogni costo una canzone nell’album che magari agli altri non piace?

Gigi - Si si, continuamente! Diciamo che all’inizio in un gruppo sono sempre tutti un po’ egoisti, poi ci si accorge che la carriera da cantautore singolo non l’ha mai intrapresa nessuno e quindi è meglio fare tutto insieme in maniera democratica… anzi, con le idee degli altri tutto viene sicuramente molto meglio. Mi sono accorto col tempo che se hai un’idea valida quest’idea passa da sola senza bisogno di convincere nessuno, quindi se non ha convinto qualcuno vuol dire che c’è qualcosa che non va. Per questo album per esempio ci sono più di 6 ore di registrazioni scartate fra canzoni incomplete o riff che ci piacevano ma che non siamo riusciti a concludere.

Tommaso - Certo poi ci sono quelli che magari hanno più una predilezione per i testi come io, Gigi e Rossano, poi c’è chi strumentalmente interagisce di più quindi Gigi e Cristiano che sono sempre in conflitto sugli arrangiamenti di chitarra e poi Elena che a volte contribuisce col violoncello con delle piccole parti.

P.B. - Siete mai stati su qualche palco all’estero? Secondo voi la vostra musica si può esportare all’estero?

Tommaso - Abbiamo fatto lo scorso settembre una data in Germania e due in Lussemburgo dove c’è una bella comunità italiana. In realtà ci siamo domandati se riprendere a suonare le canzoni in inglese del primo disco o se provare con i pezzi in italiano però a parte qualche cover abbiamo optato per la seconda scelta, suonando i pezzi che suoniamo ora. All’inizio eravamo abbastanza spaventati ma le canzoni sono piaciute molto, poi l’italiano ha una sua musicalità che tende a piacere anche se non si capiscono le parole quindi la cosa ci ha stupito e ci ha gradevolmente sorpresi. Speriamo di tornare questo autunno, forse riusciamo a fare anche solo tre o quattro date acustiche di nuovo a Lussemburgo dove c’è interesse per questi eventi, c’è una radio e una piccola etichetta. Speriamo anche di fare qualcosa in Francia…

P.B. - C’è la possibilità che tornerete a scrivere qualche canzone in inglese in futuro?

Tommaso - In realtà anche se nell’ultimo periodo abbiamo lavorato molto in italiano ogni tanto mi capita di buttare giù qualche testo in inglese che viene fuori in modo naturale, comunque non ne siamo molto convinti infatti evitiamo questa cosa.

P.B. - C’è una canzone che non vi stufate mai di suonare dal vivo?

Gigi - In realtà tutte… Certo, ci sono dei periodi in cui evitiamo di suonare dei pezzi troppo tristi o pezzi troppo vivaci perché magari non siamo nel mood…

Tommaso - Sicuramente Agosto per come è sentita dal pubblico; voglio dire, se il pubblico è caloroso e affettuoso e la canta insieme a noi la canzone viene fuori da sola ed è sempre come se la stessimo suonando per la prima volta.

P.B. - Volevo chiedervi riguardo a Volumi all’Idrogeno, il megaconcerto tenutosi lo scorso anno al PalaIsozaki di Torino che ha riunito tantissime band piemontesi come Subsonica, Linea 77, Africa Unite, Mau Mau, Marlene Kuntz, Gatto Ciliegia e Lalli. Vi è piaciuta la serata? Di solito tutte le band di Torino sono molto legate a questa città, voi che rapporto avete con essa e con i suoi gruppi musicali?

Tommaso - Abbiamo un buon rapporto con tutti. Con gruppi come Gatto Ciliegia e Lalli si tratta di amicizia stretta per il fatto di essere proprio cresciuti nella stessa sala prove o nella stessa zona, mentre per gli altri gruppi c’è un grande stima e amicizia nata condividendo i palchi. Anche noi difendiamo e teniamo molto a Torino perché è una bella città; ci sono tante occasioni per suonare e c’è una grande attenzione per la musica. Il concerto è andato bene anche se noi sul palco non sentivamo niente. Per fortuna ce l’abbiamo fatta lo stesso ma il progetto di per se era un po’ complicato e ambizioso; anche se non sembra ci sono stati parecchi problemi tecnici con quell’enorme palco a più strati… comunque è stato bello, io mi sono divertito, c’era tantissima gente ed è stata una bella esperienza.

P.B. - Non credo che siano in molti a sapere dell’esistenza della vostra cover di “Settembre” degli Arturo, gruppo punk hardcore torinese. Come è nata questa collaborazione?

Tommaso - Anche con loro si tratta di un rapporto di amicizia per questioni di vicinanza geografica. Paolo e Cristiano (rispettivamente batterista degli Arturo e secondo chitarrista dei Perturbazione) hanno suonato per anni nello stesso gruppo e quindi siamo sempre cresciuti insieme. Si stava parlando di questo loro doppio disco chiamato 10 che è uscito un paio di anni fa, con un cd di cover per festeggiare il loro decennale e così abbiamo deciso di collaborare anche noi. Ora non suonano più insieme ma non abbiamo perso i contatti visto che Skazzo, il loro manager o meglio quello che era il quinto componente degli Arturo ora è il nostro tour manager/roadie/backliner/banchettaro… E’ il nostro “presidente”, una persona magnifica di grande importanza per noi, ci da un grandissimo supporto morale, riesce a vedere il lato positivo di ogni cosa e in un gruppo serve assolutamente un tuttofare di grande aiuto come lui.

P.B. - Ho appena saputo che un autore brasiliano ha scritto un e-book di In Circolo ispirato al vostro omonimo disco. Di cosa si tratta?

Gigi - Questo ragazzo si chiama Cesar Zanin ed è originario del Brasile anche se ora sta studiando in Italia. Ha scritto questo libro per una collana che si chiama Mojo Books specializzata in libri basati su classici della musica, infatti la cosa strana è che “In Circolo” si trova in mezzo ai lavori su album di Tom Waits, Beatles, Madonna, David Bowie, Depeche Mode, Beach Boys… Tra l’altro è anche quello che ci ha aperto il profilo myspace; in realtà ha iniziato come fanpage, poi vedendo che salivano le visite e la gente pensava di parlare con noi, ci ha dato i codici dicendoci di farne cosa volevamo, così io ho iniziato ad occuparmene.

P.B. - Un’ultima domanda: che musica ascoltate in questo periodo?

Tommaso - Sto ascoltando molto “Yankee Hotel Foxtrot Nonesuch” dei Wilco, gli Arab Strap, il primo di Marilyn Manson, un gruppo veneto che si chiama ArteMoltoBuffa, l’ultimo dei Modest Mouse (anche se non l’ho ancora sentito bene, ai primi ascolti non mi ha folgorato come aveva fatto il penultimo disco) e poi mi piacciono molto i Cursive, li trovo fantastici…

Gigi - Io ho appena comprato l’ultimo disco di Paul McCartney perché mi sono sempre piaciuti i Beatles, però devo dire che non è bellissimo, mi piace molto di più quello precedente. Ho scoperto un giovane gruppo di Torino che si chiama Alan Parker e sono davvero molto bravi, poi ascolto Virginiana Miller e comunque un sacco di generi completamente diversi.

P.B. - Ok, potete chiudere come volete!

Tommaso - Guarda, è un momento strano della nostra vita, ci vedi un po’ giù perché abbiamo giocato troppo a fare i piccoli chimici di noi stessi negli ultimi mesi… Ci siamo beccati un po’ di castagnate qua e la, soprattutto all’interno di noi stessi. Ora cerchiamo di goderci queste ultime settimane che vengono prima di settembre, poi penso che ci prenderemo una pausa e cercheremo di vivere ciascuno le proprie esperienze. Vogliamo riacquistare il piacere di lasciare libere le idee e di vedere un po’ che cosa viene fuori, invece di avere questo totale controllo su ogni cosa che facciamo. Siamo nati col concetto di do it yourself ma facendo così si diventa ossessivi, non ci si diverte e questa è la cosa peggiore che ti possa capitare, quindi ben vengano le castagnate e viva la vita che prende a calci nel culo i Perturbazione, gli fa solo bene.

P.B. - Ragazzi è stato un vero piacere, in bocca al lupo per il futuro e grazie mille per l’intervista!

Tommaso - Grazie a te e un saluto a RockLine!

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