Pell, Axel Rudi
di: 
Andrea Evolti
09/10/2006



 

L'ambiente dei guitar-hero è, da un punto di vista delle produzioni presenti sul mercato, estremamente affollato, specie se si tratta di quel filone melodico-classicheggiante che ha come punto di riferimento principale Malsteen. Difficile, pertanto, specialmente in Europa, patria di questo stile, riuscire ad emergere ed anche, rimanere a galla. Axel Rudi Pell, chitarrista tedesco da anni sulla scena, è riuscito a diventare uno dei pilastri di questo genere, sempre difficile da praticare, in quanto il rischio di clonarsi è sempre in agguato. Con il nuovo lavoro, Mystica, Pell, pur non aggiungendo nulla di nuovo al suo stile ed alla propria discografia dimostra, però, quanto la melodia sia importante, specie per chi non produce, come chitarrista, solo album strumentali, ma vere e proprie canzoni...

A.E. - Axel, benvenuto prima tutto! Il tuo ultimo lavoro, Mystica, si presenta come una conferma del tuo stile e delle caratteristiche che ti hanno reso celebre nel corso di tutti questi anni: tecnica, senso della canzone, immediatezza e, soprattutto, melodia. Quanto è importante, e quanto lo è stata, nell'economia di questo album, la melodia?

Axel - Beh, su questo ci sarebbe molto da dire ma penso che i miei dischi, i proprio Mystica in questo caso, parlino da solo. La melodia, nell'hard-rock e nel metal classico, è fondamentale, almeno per me, in quanto è l'asse portante di tutte le mie composizioni, l'anima, la vera essenza di un brano. Questo fin dal riff principale, che deve essere sì curato ma deve proporre un qualcosa, una linea musicale che racconti qualcosa. Lì c'è l'essenza del pezzo, che dopo deve essere sviluppato con songwriting ed arrangiamenti, ma tutto nasce da lì, dalla melodia o dalla linea melodica che un riff esprime. E' stata la stessa per Mystica, in quanto si tratta di dieci canzoni e non solo composizioni o studi per chitarra. Certo la sei-corde, essendo io un chitarrista e partendo tutto da me nei miei progetti, è il fulcro, ma ogni strumento deve dire la sua, voce e testi compresi, perché sono tutti al servizio del brano e non il contrario; diversamente avremmo degli studi strumentali, interessanti dal punto di vista tecnico, ma assolutamente privi di emozioni, immagini e storie da raccontare. Sono un chitarrista ma, in primis, un musicista al quale interessa scrivere brani che abbiano un identità e raccontino qualcosa di me.

A.E. - Nei brani che compongono mistica emerge una forte 'solarità', un'energia che spinge ad entusiasmare, una sorta di trionfale gioia. C'è qualche particolare relazione con uno stato d'animo attuale?

Axel - C'è sempre qualcosa del periodo che stai vivendo quando scrivi dei brani per un album. Tutto finisce, immancabilmente, nei brani che suoni, visto che il songwriting ed il suonare sono atti 'viscerali', per quanto studio e perizia ci si possa mettere. Sicuramente gli ultimi anni sono stati quelli più ricchi di soddisfazioni per me, soprattutto per quel che riguarda la musica, il crearla, il suonarla ed il presentarla in tour con i ragazzi della band. Proprio di questo, infatti, si parla nel brano Rock The Nation. Il viaggiare, preparando e proponendo uno spettacolo ogni sera, assieme a persone alle quali sei legato, suonando davanti a fan vecchi e nuovi in giro per il tuo paese o per il mondo, davanti ad un pubblico sempre diverso, ma che ha in comune l'amore per la tua musica. E' una specie di potente e serena esaltazione ed è forse questo quello di cui parlavi quando ti riferivi alla magniloquenza solare dei brani specie nelle parti di tastiera. Premetto, però, che questi sentimenti sono anche connessi alla storia raccontata in otto dei dieci pezzi dell'album, una sorta di semi-concept, perché ci sono canzoni legate tra loro ed altre due, proprio come Rock The Nation o Living A Lie che parlano di argomenti lontani dal concept degli otto brani principali. Anche in questa storia, però, si può sentire la vena positiva di cui tu parlavi prima. E' ovvio, essendo anche questa storia, nata e sviluppatasi attraverso di me: ha preso e portato alla luce quello che ha trovato.

A.E. - Quindi c'è, anche stavolta, come nelle tue ultime produzioni un concept. Ce ne vorresti parlare?

Axel - Certo! Anche se tu hai fatto già notare che c'è un link di stile e mood con gli altri lavori. Bene, il legame va anche oltre perché l'intro The Mysterious Return si riaggancia alla storia ed ai protagonisti di cui si parlava in Kings And Queens. In pratica qui si parla del ritorno di questi cavalieri per portare a termine la missione iniziata in quell'album. Come avrai notato il 'castello' ed il ritorno a questi segni l'apice della storia. Quel senso trionfale che si trova negli arrangiamenti di tastiere e nei pezzi, sta proprio a sottolineare una sorta di conclusione, di resa dei conti definitiva e di una vittoria lungamente cercata. Forse i successi musicali, frutto di tanto ed ostinato lavoro, mi hanno spinto inconsciamente a scrivere una storia di questo tipo.

A.E. - C'è infatti una specie di contrasto infatti tra l'oscurità di un'imminente minaccia e la speranza del ritorno 'a casa' degli stessi cavalieri. Visto che parlavi di successi ottenuti dopo lunghi anni di lavoro, quando iniziasti la tua carriera come chitarrista solista, quindi dopo il periodo di tempo che ti vide ax-man di Steeler, cosa ti spinse ad intraprendere la carriera solista o di 'guitar-hero' se vogliamo usare questo termine, e non a continuare ad essere parte di una band in cui creare assieme agli altri.

Axel - Il discorso è semplice quanto, apparentemente, 'egoistico': volevo il controllo totale sul songwriting. Non fraintendiamoci!! Suonare in un gruppo è stupendo; si mettono in tavola le proprie idee ed influenze e si crea con gli altri componenti uno stile particolare. C'è, però, chi, come me, vede la composizione con un ottica più ampia, vedendo il brano già finito in tutti i dettagli e vuole realizzare queste sue intuizioni in maniera il più fedele possibile a ciò che ha immaginato. Non è questione di 'tirannia' musicale, come spesso si pensa, ma il prendere coscienza, di un musicista, che si trova a scrivere meglio quando a decidere è solo lui. Non si può mettere un musicista così in una band: danneggerebbe gli altri oltre che se stesso e renderebbe la vita impossibile ai componenti del gruppo anche fuori dalla sala prove. Allo stesso modo lui si sentirebbe frustrato nelle sue idee. Non è questione di essere più o meno bravo o più o meno socievole: è un modo di suonare ed io mi sento a mio agio quando curo tutti i dettagli. Va detto, inoltre, che anche se scrivo tutto io, ogni singolo componente della band, alla fine, mette qualcosa di suo nell'esecuzione e nell'arrangiamento. Non sarò certo così stupido da rifiutare una buona idea proposta da qualcuno della mia band!

A.E. - Parlavi dei componenti della tua band e mi sembra che questa formazione, ormai dal 2000, quando uscì Masquerade Ball, sia rimasta invariata. In particolar modo, per quel che riguarda Mystica, due elementi che spiccano nella performance offerta sono il tastierista Ferdy Doernberg ed il cantante Joey Gioeli.

Axel - Beh hai citato due tra gli 'anziani' della band (assieme al bassista Volker)!!! Ferdy è un gran tastierista, dotato, oltre che di capacità tecniche di gran livello, di un gusto e senso della misura che trovo grandioso. E' importante, per un chitarrista del mio stile, avere un tastierista che sappia dare nerbo sia con il sottofondo, sia con melodie portanti, a brani come questi, che devono avere presa e pathos. Joey, invece...beh, è il 'cantante' per quel che mi riguarda! Ha una voce unica e personale, cosa che lo rende riconoscibile immediatamente e conferisce ancora più personalità al brano. Parlando, appunto, di track dove la melodia gioca un ruolo fondamentale, un cantante di personalità e con ottime doti interpretative, è fondamentale: è necessario, certo avere una bella voce e la tecnica, ma, come ho detto all'inizio, tutto deve trasmettere emozioni e Joey ci riesce alla perfezione! Ormai, quando creo un pezzo, immagino le linee vocali già cantate dalla sua voce oppure aspetto l'idea di Ferdy per le tastiere per completare il songwriting. Assieme a Volker ed al grandissimo Mike Terrana, un uomo che sa rendere personale ogni colpo su piatti o pelli, siamo una squadra collaudata, in simbiosi creativa.

A.E. - Axel, devo dire che l'entusiasmo che si percepisce dal disco non è solo musicale! Infatti quasi mi dispiace dirti che abbiamo terminato, ma no prima di chiederti che progetti ci sono per il tour di supporto al disco.

Axel - Sicuramente porteremo in giro per l'Europa e, magari, anche in Giappone e nel continente americano Mystica. Per ora, però, non abbiamo ancora i dettagli precisi sull'itinerario delle date ed nemmeno su quando verremo in Italia. La nostra agenzia sta mettendo a punto gli ultimi particolari. Per quanto riguarda noi, cercheremo di portare sul palco la stessa atmosfera del disco, mantenendo fede al concept che lega gli otto brani del disco, senza, però, apparire troppo 'legati' dal punto di vista dell'approccio live: in fondo è qui che la musica trasmette al massimo le emozioni e io adoro il live. E' la vera essenza dell'essere musicista!

A.E. - Grazie mille Axel ed il bocca al lupo per il tour!

Axel - Grazie a te e ci vediamo per il tour di Mystica!

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente