Palmer, Amanda
di: 
Sylvia Bertolotti
30/11/-0001



 

In occasione della data milanese, la leader dei Dresden Dolls, Amanda Palmer, concede un'intervista a RockLine.it per parlare del nuovo album solista, Who Killed Amanda Palmer, uscito sotto Roadrunner Records ed intriso della dimensione Cabaret tipica dei Dresden Dolls...


S.B. - Ciao Amanda, grazie mille per averci concesso questa intervista! Iniziamo con una domanda un po’ bizzarra: il Papa sa che sei qui? Perché sono sicura che sarebbe contentissimo se gli dedicassi Oasis, la canzone sull’aborto!

Amanda - Gli piacerebbe di sicuro, ne sono certa. Mi piacerebbe incontrarlo!

S.B. - Qual è la tua canzone preferita del tuo album Who Killed Amanda Palmer che è uscito il 16 settembre, e perché?

Amanda - Credo che probabilmente è Astronaut, perché non mi stanco mai di ascoltarla, adoro la canzone ma in più mi piace davvero, davvero tanto il risultato finale sull’album. E la seconda preferita penso sia Have to Drive.

S.B. - Puoi parlarci un po’ dei progetti artistici che circondano Who Killed Amanda Palmer, come il libro di Neil Gaiman? Quando uscirà?

Amanda - Il libro di Neil Gaiman dovrebbe uscire per Natale.

S.B. - Il regalo perfetto!

Amanda - Sì, speriamo. Sai, tutto accade a causa di coincidenze organiche…niente di tutto ciò era stato pianificato eccessivamente. E’ stata più una cosa del tipo “Facciamo questo con lui e facciamo quest’altro con loro”, “ Sei libero?”, “Puoi fare questo?”, “Cosa ne dici se collaboriamo?”. Credo che le cose siano migliori quando accadono quasi spontaneamente.

S.B. - Quali sono le tue influenze? C’è qualcuno a cui volevi assomigliare o che ti ha toccato particolarmente e aiutato nella tua carriera?

Amanda - Ho delle influenze private, la gente che mi sta direttamente intorno… per quanto riguarda le celebrità, è stata un lignaggio ed è iniziata con Prince e Madonna e Cindy Lauper e poi sono passata attraverso tante fasi diverse col passare degli anni. Ma credo di aver tratto molta ispirazione da tante fonti diverse e molto strane, e credo questo sia anche il motivo per cui la gente ha difficoltà a mettere a fuoco la mia musica, non ho mai provato ad emulare direttamente uno dei miei artisti preferiti, è sempre stato un grande miscuglio di cose e persone.

S.B. - Sappiamo che ovviamente sei una democratica, e ciò è testimoniato anche dalla foto con il sorridente cartonato di Barack Obama che hai usato sul tuo MySpace. Le tue idee politiche sono importanti per la tua musica? Credi che gli artisti debbano cercare di esporsi e far riflettere la gente?

Amanda - E’ un argomento scivoloso perché ovviamente hai l’attenzione di molta gente se sei un artista, e questa può essere facilmente, non vorrei dire abusata ma credo che a volte puoi essere molto più efficace politicamente da artista se non sei esplicito su cause specifiche, ma semplicemente ispiri e incoraggi la gente a pensare con la propria testa. Credo che puoi davvero cacciarti nei guai se prendi il tuo status da artista e abusi dei tuoi poteri salendo sul podio e dicendo “Adesso, dovete tutti votare per questa persona e dovete…”.

S.B. - Ed é sbagliato fare così?

Amanda - Non è sbagliato, c’è molta gente che l’ha fatto e c’è un bellissimo lignaggio di artisti e musicisti che informano di politica e fanno si che la gente si renda conto dei problemi e questo è importante. Ma è anche importante non perdere il tuo principale intento e obbiettivo di artista, perché puoi davvero finire nei casini e rischi di diventare un politico se non fai attenzione.

S.B. - Barbra Streisand…

Amanda - E’ così lei? E sai, può essere utile, ma quello che ti devi davvero chiedere è ‘in che modo sono più utile?’ e se la tua musica perde intensità perché ti esponi troppo politicamente potrebbe voler dire che stai perdendo intensità come persona. E quindi non agiresti più come una forza del Bene, come potrei essere io adesso…

S.B. - Tu sei la regina del Bene! C’è una canzone che avresti voluto davvero scrivere tu? Canzoni che ti provocano istinti omicidi e ti dici ‘potrei uccidere quella persona perché la sua canzone è davvero stupenda?

Amanda - Si, tutto quanto è stato scritto da Leonard Cohen. E Steven Marritt, ci sono delle canzoni in Magnetic Fields che mi fanno pensare ‘quest’uomo è così dannatamente bravo’.

S.B. - Dopo aver chiamato il tuo album Who killed Amanda Palmer ed essere stata investita da una macchina a Belfast non hai avuto ripensamenti?

Amanda - No, ma avevo degli amici che quando parlavo loro del titolo dell’album erano un po’ sospetti credendo che avrebbe potuto attirare del karma negativo. Mi piace pensare di essermi sbarazzata di tutto il karma negativo con il mio piede rotto…

S.B. - Ho sentito la tua bellissima cover (con i Dresden Dolls) di Tous Les Garçons Et Les Filles di Françoise Hardy, e a Berlino hai cantato in tedesco come una locale. Come mai sei così brava nelle lingue?

Amanda - E’ solo una coincidenza.

S.B. - Quante lingue parli?

Amanda - Solo tedesco e francese. E inglese, ovviamente. E ho studiato latino. Credo che sia una bella lingua da studiare perché ti da una conoscenza fondamentale delle lingue romanze. Ho imparato il francese al liceo.

S.B. - Io sono parte francese e la tua pronuncia è davvero impressionante. Credevo fossi un po’ francese…

Amanda - Sono cresciuta con i miei genitori che parlavano francese in casa, quindi ho probabilmente preso l’accento da loro. Ho imparato il tedesco molto velocemente all’università in modo da poter andare all’estero.

S.B. - Sappiamo che sei molto vicina ai tuoi fan, ma perché credi che i tuoi fan, ovvero noi, siamo così strani? Perché ovviamente siamo eccentrici e reietti e spesso altamente artistici…

Amanda - Cosa ne pensi, Mark? (Mark del Danger Ensemble N.d.R.)

Mark - E’ bello essere diversi!

Amanda - E’ bello essere diversi. Credo che la gente che entra in risonanza con la mia musica tende ad essere flamboyant, con una spiccata sensibilità artistica e va davvero benissimo per me!

S.B. - Com’è il processo dietro alla scrittura di una canzone per te? Sei colpita dall’ispirazione e devi per forza scrivere la canzone oppure ci vuole piu’ tempo?

Amanda - Ogni canzone a un processo diverso e cerco di non pensarci troppo perché non so proprio come funziona, e non lo voglio sapere. So che hai davvero bisogno di spazio e privacy, io ne ho bisogno, per lavorare completamente su una canzone e avere idee e quindi tendo a non scrivere mai canzoni in tour. Credo di aver scritto una, massimo due canzoni lontana dal mio appartamento. E una volta che ho abbastanza spazio e silenzio e privacy nella mia vita le idee arrivano e cerco di avere la disciplina di mettermi lì e scriverle.

S.B. - Come ti rapporti con le recensioni? Ti importa di piu’ l’opinione dei tuoi fan, dei tuoi amici e delle persone che ti sono vicine, oppure le recensioni possono fare male a volte?

Amanda - E’ difficile…la settimana in cui è uscito il disco e tutte le recensioni sono iniziate ad arrivare ogni volta che cliccavo un link ero lì: "speriamo che gli sia piaciuto!", ma è una buona lezione di come restare molto in equilibrio. Guardarsi mentre sei così emotivamente gettata qua e la, del tipo "shit, quella recensione fa schifo, ora sono di cattivo umore" oppure "questa recensione è positiva, ora sono contenta", è un buon esercizio di yoga.

S.B. - Perché tu fai yoga...

Amanda - Non ne ho fatto molto recentemente.

S.B. - C’è una differenza fra l’Amanda di Who Killed Amanda Palmer e l’Amanda dei Dresden Dolls?

Amanda - Non credo. Voglio dire, c’è stata una differenza in questo tour e nell’intero processo perché sono una persona leggermente diversa quando c’è Brian, per come la nostra relazione mi tocca. Ma non fondamentalmente, assolutamente.

S.B. - Sei triste di non poter diventare una stella del calcio? Perché sarebbe stato molto divertente giocare a calcio con i tuoi fan qui in Italia, tutti vanno pazzi per il calcio!

Amanda - Lo so, vuol dire che dovrò tornare!

S.B. - Sarai in tour quasi tutto l’anno per il tuo nuovo album, vero?

Amanda - Sì, quasi tutto l’anno.

S.B. - Piani di tornare in Italia?

Amanda - Forse, visto che sarò ancora in tour in Europa a Gennaio e Febbraio.

S.B. - Ultima domanda…qual è il tuo libro preferito? Qualcosa che credi tutti dovrebbero leggere, che potrebbe ispirarli?

Amanda - Libro preferito…Sicuramente non ho un libro preferito, ne ho tanti…ma se fosse una cosa del genere ‘tutti lo devono leggere’ sarebbe A Short History of Nearly Everything di Bill Bryson, che è uno dei miei libri preferiti, recentemente.

S.B. - Grazie ancora per questa intervista, we love you!

Amanda - Yay!

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