Novembre
(Carmelo e Giuseppe Orlando)
di: 
Edoardo Baldini, Riccardo Carcano Casali
17/05/2006



 

Dopo la pubblicazione di Materia, i nostri connazionali Novembre hanno intrapreso il tour europeo con i Katatonia, che ha toccato anche la madrepatria, in occasione delle date al Rainbow di Milano e al New Age di Roncade (TV). Prima del concerto di Milano, i due fratelli Orlando concedono un'intervista a RockLine.it in un Rainbow ancora vuoto ma già pronto per l'esibizione che sarebbe seguita di lì a poco...


E.B. - Un saluto a Giuseppe e Carmelo! Benvenuti su RockLine.it e complimenti per l’ultimo splendido Materia. Innanzitutto, per iniziare l’intervista, vi chiederei come mai avete registrato l’album ad Helsinki…

Giuseppe - Ciao! Allora, bisogna precisare che non l’abbiamo registrato tutto a Helsinki, abbiamo registrato la maggior parte ai The Outer Sound Studios, il mio studio, e a Helsinki abbiamo fatto il mixaggio e altre incisioni aggiuntive. La cosa che ci premeva di più era il mixaggio, perché cercavamo il parere di una persona prima di tutto con grande esperienza, che ha fatto grandi dischi e che ci tolga anche un po’ l’onere. Comunque è molto difficile essere musicisti e produttori allo stesso tempo, non si è mai soddisfatti al cento per cento, quindi avere una sesta persona che ti fa’ sentire le cose in modo diverso da come le immagini tu, da come le concepisci è utile. E’ un po’ la stessa cosa che abbiamo fatto con Classica e Novembrine Waltz. Avere la sicurezza di uno studio egregio come i Finnvox, che hanno fatto produzioni eccezionali come Darkness And Hope dei Moonspell, ti spiazzano per quanto sono potenti, e poi anche a livello di esperienza è stato un momento utile: lavorare con gente che fa questo mestiere da sempre. Poi siamo ovviamente molto soddisfatti perché, insomma, hai un suono e una produzione che secondo noi è veramente enorme. Sicuramente andremo lì anche per il prossimo.

R.C.C. - Anche se a livello di produzione già un album come Novembrine Waltz mi sembra ottimo…

Giuseppe - Naturalmente. Diciamo che per Novembrine Waltz la scelta di andare ai Soundsweet Studios era stata un po’ forzata, perché non ce n’erano altri a disposizione, poi ovviamente anche le produzioni dei Soundsweet sono meravigliose, ci siamo trovati benissimo. Però questa volta volevamo qualcosa in più..

E.B. - Partiamo con l’esplorazione di Materia iniziando dalla copertina…potete dirci cosa significa?

Giuseppe - Diciamo che rispecchia una nostra idea originaria, e cioè la spiaggia con la costruzione che vedi dietro. Poi Travis ha aggiunto il bambino, rispettando però l’idea principale, che è questa sensazione di stupore, maestosità.

E.B. - Per la composizione delle tracce come avete proceduto?

Giuseppe - Come sapete dall’ultimo disco è passato tanto tempo, quindi avevamo tanti riff in cantiere. Il processo di composizione è stato abbastanza lungo, lento, e si è poi mostruosamente velocizzato alla fine. Fondamentalmente ci siamo messi noi tre, abbiamo tirato fuori il meglio possibile, come al solito senza tanto stare lì a pensare a cosa fare, cosa non fare: infatti in tanti ci dicono che è un album più morbido, con pochi growl, però, come sempre così è uscito (ride NdR) e così ce lo teniamo.

E.B. - Tu Carmelo invece ti occupi anche della stesura dei testi, giusto? Da dove nasce l’attitudine a scrivere testi legati alla poesia e alla filosofia?

Carmelo - Guarda, direi che è una cosa proprio insita nel genere che proponiamo. Se tu vai a leggere i primi testi di At The Gates, Paradise Lost, My Dying Bride, quella è a tutti gli effetti poesia. Superato lo “scoglio” del death metal, superati i testi alla Pestilence e alla Death, lì si è cominciato a scrivere in termini shakespeariani. Si è partiti dai Paradise Lost di Gothic, dagli Anathema e così via. E noi siamo in quella scia lì. Poi è un tipo si testo che sta molto bene con una musica melodica e non aggressiva.

E.B. - E per le linee vocali? Ho visto che in Materia usi molto meno growl rispetto ai precedenti album.

Carmelo - Sì, in effetti ce n’è di meno, ma mi sono reso conto dopo che è molto importante il fatto che i pezzi più aggressivi siano alla fine. A livello di distribuzione potevamo mettere un po’ più attenzione nella sistemazione dei pezzi. In questo modo sarebbe stato meno evidente lo squilibrio in quei termini. Se noti nei primi cinque pezzi non c’è growl, e forse avrei fatto diversamente.

E.B. - Nella distribuzione dei pezzi c’è dunque un ordine casuale?

Carmelo - No, non lo è. C’è un lavoro dietro, ma questa volta è finita così. Mi sono accorto che in un disco lungo un’ora magari la gente ascolta solo le prime tracce e dice: "questi non cantano più in growl". E’ stato tutto un problema di tempi. Dovevamo concentrarci su mille cose, e questi particolari non emergono che a lavoro concluso.

E.B. - Cambiando discorso, parliamo un po’ del nuovo contratto con la Peaceville Records. Come vi siete arrivati?

Giuseppe - Noi eravamo molto scontenti della Century Media. I due album precedenti hanno avuto una buona distribuzione, una buona produzione, entrambi un tour, però il fatto è che loro come mentalità sono molto “ok, se vendi tanto ti curiamo, se vendi poco, sei catalogo”, e fondamentalmente non ci andava di sprecare un altro disco così. Abbiamo colto l’occasione di registrare nuovamente Dreams D’Azur sia per nostro piacere, sia per riproporre il primo disco, che era completamente sold out, ai fan. Era anche un modo di provare ancora a vedere come andavano le cose con la Century Media, ma non andata come speravamo. A quel punto abbiamo deciso di tagliare, anche a costo di rimanere senza contratto, poi abbiamo registrato un demo di tre pezzi, l’abbiamo mandato alla Peaceville, e loro ci hanno fatto immediatamente firmare un contratto.

E.B. - E pensate di continuare con loro?

Giuseppe - Sì, ci troviamo benissimo.

E.B. - Perché per esempio i Katatonia hanno annunciato che questo sarà l’ultimo con la Peaceville…

Giuseppe - Ora non vorrei parlare per i Katatonia, ma non so se sia effettivamente così. Per noi il discorso è molto diverso: con la Peaceville ci troviamo benissimo, loro sono delle persone a cui piace ciò che fanno. Insomma loro il gruppo lo mettono sotto contratto perché gli piace. Ci hanno curato molto, ci hanno dato tanti consigli, e ci seguono costantemente. Il risultato è questa tournee, veramente splendida in tutti i sensi.

E.B. - Bisogna dire che nel 2001 c’erano anche gli Opeth, però voi siete cresciuti parecchio da allora…

Giuseppe - Il tour con gli Opeth a livello artistico era una cosa fantastica, a livello tecnico abbiamo avuto molti problemi, perché eravamo tre band, e c’era proprio un problema di organizzazione: tante volte suonavamo davanti a poco pubblico. Invece questa è tutta un’altra cosa. Le tournee servono per farti vedere dalla gente, a prescindere poi da quello che c’è dietro. La gente ti deve vedere, deve parlare del gruppo.

R.C.C. - Ma suonare con una band come gli Opeth non è già di per sé una buona pubblicità? Anche perché proponendo generi abbastanza affini, voi piacereste sicuramente a molti fan degli Opeth

Giuseppe - Sicuramente la pubblicità c’è stata, però poi, all’atto pratico ci vedeva poca gente, contrariamente a quello che sta succedendo adesso. Noi ogni sera suoniamo davanti allo stesso pubblico dei Katatonia, e questo è importante: prima la gente che non ti conosceva, magari arrivava più tardi e sapeva solo che noi avevamo suonato.

E.B. - E per il futuro? So che suonerete al Gods Of Metal in seconda giornata. E poi? Dopo il tour europeo?

Giuseppe - Intanto abbiamo una data a Roma con i Klimt 1918 e i Room with a View, come data di presentazione del disco..

E.B. - Gruppi molto simili a voi…

Giuseppe - Sì, direi che fanno parte dello stesso filone, poi vabbè, con i Klimt 1918 siamo molto fratelli, hanno anche registrato nel mio studio, ci seguono da tanto, amano Arte Novecento alla follia, e sono un grandissimo gruppo. A parte questo facciamo un concerto di presentazione, dato che non c’era stato il tempo a causa di questo tour, e poi avremo una data in Romania a giugno con gli Obituary, dopo di che, aspettiamo un attimo se ci sono altri festival o cose così. Si sta anche parlando di una tourne invernale di cui però non so ancora i dettagli.

R.C.C. - Non vi è mai venuto in mente di far uscire un cd live?

Giuseppe - A quello non stiamo proprio pensando, anche perché il fatto di aver ricominciato con una casa discografica nuova dopo molto tempo passato in silenzio si fa’ sentire; insomma si vuole “ricominciare da capo”. Sono tutte cose che vedremo dunque in futuro.

E.B. - E per il disco nuovo?

Giuseppe - Per il disco nuovo non passerà molto tempo: un anno, un anno e mezzo. I cinque anni tra Novembrine Waltz e Materia erano dovuti ai problemi che ti ho spiegato prima: lo split con la Century Media, Dreams D’Azur di mezzo e così via. Già con la Century Media Materia sarebbe dovuto uscire un anno o un anno e mezzo dopo Novembrine Waltz, ma poi ci sono state tutte queste problematiche che ci hanno fatto pensare: “inutile fare un altro disco per poi rimanere in stallo”. Quindi abbiamo preferito aspettare e avere questa situazione, che è decisamente migliore.

E.B. - Una curiosità: perché avete scelto il nome Novembre?

Giuseppe - Guarda, è un’idea che venne a Carmelo tanti anni fa, nel ’93. Fondamentalmente è un nome che si capisce in tutto il mondo, ed è italiano. Inoltre rispecchia la musica. Noi prima ci chiamavamo Catacomb, ma piano piano la musica si è trasformata in quello che è, e quindi non c’entrava più niente. Siccome poi è molto facile pensare a dei nomi che passano inosservati…

R.C.C. - Novembre rimane…

Giuseppe - Esatto, Novembre rimane. E’ stato bello in Germania, quando ci hanno chiesto se si dicesse Novembre o November. Abbiamo risposto la prima e loro ci hanno detto: "ah, beh, molto meglio, molto meglio" (ride NdR). Diciamo che è un nome apprezzato dappertutto proprio perché italiano.

E.B. - Nella band siete da molto tempo tre elementi. Pensate che il nucleo rimarrà lo stesso o potranno entrare nuovi membri? Se non sbaglio siete senza un bassista fisso..

Giuseppe - Noi siamo stati in tre per tanto tempo, adesso c’è Roberto Fasciani che sta suonando con noi in questa tournee, e ci stiamo trovando molto bene con lui...si vedrà. I piani sono sicuramente di avere una line-up a quattro.

E.B. - Grazie per aver risposto alle nostre domande. Vi aspettiamo su RockLine.it e vi auguriamo un’ottima esibizione qui al Rainbow di Milano con i Katatonia!

Giuseppe - Ciao! Ci sentiamo presto, grazie a voi! Un saluto a tutta RockLine.it!

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente