Negramaro
di: 
Elena Cioffi, Daniela Di Bitonto
20/04/2008



 

In preparazione del colossale concerto del 31 maggio allo stadio San Siro di Milano, i Negramaro concedono una conferenza stampa dove si è potuto parlare dei progetti futuri e delle aspettative dei sei ragazzi salentini che hanno movimentato piazze e teatri di tutta Italia...


E.C. - Ciao ragazzi e grazie per averci concesso questa possibilità. Presto suonerete allo stadio di San Siro: quali sono le vostre aspettative a riguardo?

Giuliano - C’è una grande attesa per lo stadio, ogni concerto è un obbiettivo da raggiungere, fin da quando suonavamo nei locali di Copertino. Mi ricordo che avevamo 200.000 lire e ne spendevamo 600.000 solo per avere il palco tipo stadio, eravamo pazzi ma forse è questo ad averci portato avanti. E’ una cosa che sentiamo di fare non perché siamo presuntuosi e vogliamo il mondo tra le mani, non è questo il senso; il senso è quello di poter utilizzare una cosa che abbiamo nel sangue, che è la musica, a nostro vantaggio e a vantaggio di chi vuole usufruirne nel senso di emozione. Sentiamo forte la voglia di comunicare con più persone, per condividere cose che sentiamo, per vedere dove può arrivare un messaggio, una musica, un’emozione: per lo stesso motivo andremo in tour all’estero, in un’Europa che ci conosce ancora di meno, dove andremo a sentire le emozioni che vogliamo sentire. Vogliamo allargare le emozioni a più gente possibile, perché penso che ogni emozione sia da condividere, ed è anche il motivo per cui consideriamo ogni data come una festa: anche il nostro disco deve essere un contenitore di emozioni e non di singoli, e crediamo di averlo mostrato fino ad oggi. Abbiamo un fanclub in nostro onore che ci segue da cinque anni, LU FORUM (dal salentino LU sta per “IL”). E' per gente come loro e per noi stessi che facciamo festa tutti i giorni.

E.C. - Che scaletta avete pensato di fare per il concerto? Ci sarà o meno la presenza di Lorenzo Jovanotti?

Giuliano - Per la scaletta abbiamo pensato di portare la stessa che porteremo in giro per il tour estero; quella europea sarà molto roots, senza programmazioni elettroniche e solo con quelle analogiche di Pupillo e di Andrea. Per San Siro diciamo che abbiamo una buona esperienza di quello che è stato il tour a teatro, siamo arrivati a fare concerti di 2 ore e mezza o 3, quindi ragioneremo molto su due fasi: una elettrica, portandoci dietro ciò che è stato il teatro, esperienza unica che ha legato noi sei in particolare, e una minimalista, per garantire ancora più emozioni. Per Lorenzo sarà una sorpresa, la decideremo sul momento; ci sentiamo tutti i giorni e Lorenzo ovviamente era entusiasta di questa cosa, come accade in tutti i rapporti di amicizia quando c’è il rispetto reciproco dell’arte sia da parte dei Negramaro sia da parte di Lorenzo.

E.C. - Sempre parlando di ospiti che suoneranno prima del concerto, vista la collaborazione nell’ultimo cd di Cristina Donà, secondo voi, dato che Cristina è una donna un po’ particolare, potrebbe rientrare bene in questa giornata dedicata ai Negramaro?

Giuliano - Certamente! Noi non siamo restii a questa cosa, io ci credo, tant’è vero che quando passano da noi a trovarci a Parma, rimaniamo a suonare insieme fino all’alba, e questo succede anche sui nostri palchi. Con molti italiani che amiamo e stimiamo è successo, con Manuel Agnelli degli Afterhours a Milano, con Cristiano dei Marlene Kuntz, con Elisa, con la stessa Cristinà Donà (della quale mi è piaciuto tantissimo il brano ma anche l’album), con Massimo Ranieri a Roma, con Mauro Pagani, con Pacifico. Dobbiamo cercare di organizzare il tutto, sarebbe un grande piacere comunque poterla avere. Dovrà avvenire come sempre tutto in maniera spontanea!

E.C. - Parlando sempre di collaborazioni però di video, com’è andata con Pistorius? Come vi è venuta in mente questa idea? Vi siete incontrati e avete parlato delle Olimpiadi?

Giuliano - Via Le Mani Dagli Occhi volevamo che fosse un brano anche visibilmente attuale, perché spesso e volentieri, parlando di Negramaro si dice: “Ah che belle canzoni d’amore! Ma che hai passato nella vita, chi ti ha lasciato, quante persone hai odiato?”. In realtà noi abbiamo sempre creduto nell’universalità dei nostri testi, sentiamo un messaggio di attualità nei nostri brani, quel “tu” per noi è a volte l’umanità, un padre, una madre, un fratello, un amico. Per questo c’è voglia di dare attualità nell’immagine Negramaro, un messaggio che ci sentiamo anche di sostenere. Noi vogliamo sostenere l’idea carnale di Oscar Pistorius: Via Le Mani Dagli Occhi non è nient’altro che il simbolo di Oscar. La prima volta che l’ho visto mi sono emozionato, non tanto per il fatto del dramma che qualcuno gli si opponesse, ma per non avere il coraggio di osare, di togliere le mani dagli occhi e vedere le cose come stanno. Ho pensato al momento in cui gli sono state tolte le gambe, lui ce l’ha fatta. Io non ce l’avrei mai fatta sicuramente, mi conosco da questo punto di vista, lo ammiro come poche persone al mondo in questo momento. Per noi lui è il simbolo di Via Le Mani Dagli Occhi, dell’onestà umana, della voglia di vincere, di superare qualsiasi problema; lui ha visto che gli mancano le gambe ma sta correndo e qualcuno glielo impedisce. Questa è una cosa bruttissima ma credo ce la farà comunque.

E.C. - Avete imparato a conoscere il pubblico italiano e quindi sapete cosa aspettarvi da un concerto in Italia; invece il pubblico estero non lo conoscete ancora: cosa vi aspettate da questi concerti? C’è un po’ di paura?

Andrea - Per quanto riguarda l’estero sicuramente sarà una sorpresa per noi, non ci aspettiamo nulla, o meglio, ci aspettiamo un confronto diverso da quello che è stato in Italia. Si tratterà di tornare indietro nel tempo e di rifare l’esatto percorso che abbiamo fatto in Italia. Siamo partiti dai club, dalle piccole piazze, e abbiamo incontrato anche in Italia un pubblico “difficile”: inizialmente non capivano i nostri spettacoli, le nostre canzoni e quindi si è trattato di conquistarli pian piano e di avvicinarsi alla loro sensibilità. Ovviamente c’è di mezzo una lingua che sarà diversa e magari sarà difficile ma non impossibile. Non ci saremmo mai messi in gioco. Abbiamo intenzione per questo di portare le nostre canzoni in italiano anche all’estero perché crediamo ancora in una rispettabilità di questa lingua, e poi perché fondamentalmente siamo abituati a metterci in gioco. E' uno dei motivi che ci tiene legati e che ci permette di creare nuove storie da vivere, nuovi viaggi, e questo all’estero al di là del lato musicale è un’esperienza di vita che ci manca, cioè quella di metterci su uno sleeping bus e partire.

Giuliano - Il senso è proprio questo, non sedersi sugli allori: a un mese da San Siro, dove è tutto grande, dove ci sono aspettative, noi abbiamo bisogno di non sederci mai, di non aspettare che le cose succedano. Vogliamo solo vivere quello che c’è stato dato come fortuna, una fortuna che ci teniamo stretti.

E.C. - E' possibile che ci sarà qualche brano nuovo nel concerto di San Siro?

Giuliano - Non lo so, vedremo se saranno pronti per essere suonati…

E.C. - Come vivete in questo casolare di Parma? Come mai questa scelta di spostarvi dal Salento?

Lele - Torneremo sicuramente nel Salento! Considerando che siamo sempre in giro, Parma è un punto strategico per raggiungere ogni posto d’Italia. Il Salento ce l’abbiamo nel sangue, quindi in un futuro stiamo progettando di tornarci, di creare una nostra dimensione lì e di continuare a produrre musica nella nostra terra, anche perché a Parma non c’è il mare che per noi è fonte importante di ispirazione. Viviamo in questo casolare come sei ragazzi che hanno bisogno di produrre e lo facciamo spontaneamente; invece di dormire preferiamo passare le notti a suonare perché tanto non abbiamo vicini, siamo isolati con la nostra musica, non diamo fastidio a nessuno e nessuno dà fastidio a noi.

Giuliano - Il posto dove stiamo è bello, Parma è una bella città, ma in confronto a Lecce e al suo mare…non ce la facciamo, è una questione di solarità del mondo, il sole ci serve per scrivere tante cose…

E.C. - Progetti per il nuovo album? Ci lavorerete la prossima estate?

Giuliano - E’ ancora presto per l’album! Cercheremo di fare molti festival importanti all’estero sempre con lo stesso approccio. Per il resto non serve l’estate per scrivere nuovi brani o fermarsi.

E.C. - Chi vorresti come portafortuna a San Siro?

Giuliano - Vorrei Giacomino, il fratello di Lele, che è batterista, chitarrista, bassista: è il portafortuna. Suo fratello è un genio, ha 12 anni e suona tutti i nostri pezzi, tutte le parti, tutti gli strumenti! La cosa bella è che conosce tutte le mie parti che neanche io ricordo, e tutte quelle degli altri. Sa tutto!

E.C. - Prima avete parlato del LU FORUM: siccome hanno esibito parecchie coreografie ed effetti speciali su tutti i concerti che avete fatto, avete un’anticipazione su quello che faranno a San Siro? Sul forum ci sono 110 pagine di discussione su questo…

Giuliano - Anche loro si muovono così a sorpresa…

Andrea - Su qualcosa del genere siamo stati aggiornati, è sempre un po’ strano approcciarsi ad un discorso così grande, perché finora LU FORUM è stato bravissimo a costruire coreografie e scenografie che a volte hanno impressionato anche noi stessi, cioè ci hanno sorpreso perché eravamo anche noi all’oscuro di tutto. Penso sia la cosa più bella! Noi abbiamo sentito qualcosa riguardo alle coreografie di San Siro, "scenografia da stadio": io sinceramente non so come sia la scenografia da stadio, ci sono andato poche volte…noi confidiamo molto in loro, stiamo cercando di coordinarli attraverso i nostri moderatori, perché non si può improvvisare una coreografia così imponente, ma confidiamo in loro che sicuramente ci stupiranno. Non sappiamo come ma sicuramente lo faranno!

E.C. - Vorremmo farvi una domanda su un altro argomento di attualità, che è la questione ecologica. Abbiamo letto i report che hanno commissionato i Radiohead per il loro tour che tra poco arriverà anche in Italia. Hanno addirittura calcolato il consumo di lattine di birra che possono inquinare. Sappiamo che Barley Arts già con il tour di Ligabue è stata attenta nel cercare di organizzare live ad impatto zero: anche voi sostenete questo messaggio?

Danilo - L’argomento è un po’ scottante visti i giorni attuali: è una situazione abbastanza tragica, possiamo fare finta di non accorgercene, ma i fatti li abbiamo davanti ogni giorno. Sicuramente chi fa musica è portatore di un movimento e ha la responsabilità di comunicare in qualche maniera un pensiero che possa essere il più costruttivo possibile per il bene di tutti. Noi da parte nostra cerchiamo sempre di tenere a mente quello che è importante ricordare a tutti, quello che si può fare, e continuiamo anche a rivolgerci sempre al nostro fanclub attraverso il nostro sito con diverse iniziative, perché attraverso i piccoli gesti di ognuno si possono ottenere grandi risultati. C’è veramente bisogno dell’aiuto di tutti: anche Rezophonic è uno dei progetti importanti degli ultimi anni che ha accomunato diversi personaggi musicali, ed è importante vedere come tutti si esprimono sotto una sola bandiera e seguendo una stessa direzione. Non ci lasciamo sfuggire occasione per ricordavi quello che è importante fare e quali sono i problemi legati all’ambiente e al surriscaldamento del pianeta.

E.C. - Grazie mille per questa splendida chiacchierata. In bocca al lupo per i vostri progetti e a presto!

Giuliano - Grazie a voi e a presto!

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